XXIII Per annum: Effatร ! โSii aperto!โ
Il Secondo Isaia
Secondo lโinteressante suggestione di A. Mello โ monaco della Comunitร di Bose e professore invitato di esegesi dellโAT alla Facoltร diย scienze bibliche eย archeologiaย a Gerusalemme โ la divisione tradizionale del libro di Isaia in tre libri (1โ39; 40โ55; 56โ66) puรฒ essere modificata in quella tradizionale ebraica in due parti.
La prima terminerebbe in Is 33. Dopo le โcose anticheโ del Primo Isaia, dedicato alle profezie di sventura realizzate (Is 1โ33), si passa โ dopo uno spazio bianco di tre righe rinvenuto in fondo alla colonna nel rotolo di Qumran 1QIsaiaa a indicare il passaggio a un altro libro โ alle โcose nuoveโ (Is 34โ66), dedicato alle promesse di consolazione che devono ancora realizzarsi. Dopo il processo a Israele (Is 1โ33, cf. in particolare Is 1), se ne apre un secondo, riguardante non piรน Israele ma tutte โle genti/gรดyimโ (Is 35,1).
La transizione tra le due parti del libro di Isaia si avrebbe in 34,1โ35,10, costituito dallโoracolo su Edom (34,1-17), contrapposto a quello su Edom e Giuda (35,1-10), che introduce il messaggio piรน proprio del Secondo Isaia: il ritorno degli esuli a Sion attraverso un deserto che fiorisce. In Edom non passa piรน nessuno, in Giuda invece vi sarร una strada appianata; Edom รจ ridotta a unโoasi di sciacalli, mentre Giuda non sarร piรน unโoasi di sciacalli; in Edom crescono rovi, ortiche e cardi, in Giuda cresceranno erba, canna e papiro. Allโumiliazione di Edom si contrappone in tal modo lโesaltazione di Sion.
Forza alle mani stanche
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Lโoracolo su Edom e Giuda (35,1-10) รจ una promessa gioiosa ed esaltante delle opere strabilianti che YHWH compirร nel riportare a casa, a Gerusalemme, il popolo esule in Babilonia dal 598 e soprattutto dal 587/586 a.C.
Il deserto si cambierร in una steppa fiorita di fiori di narciso e vedrร il dispiegarsi della โgloria/kฤbรดdโ di YHWH, del suo โsplendore/hฤdarโ. Questo si trasformerร in forza donata ai timorosi (cf. verbo แธฅฤzaq nei vv. 3.4), vigore trasmesso alle mani infiacchite dalla schiavitรน e dallo scoraggiamento, stabilitร ridata alle ginocchia vacillanti dallo sfinimento e dalla mancanza di speranza di poter iniziare il cammino di ritorno alla casa lontana.
Vendetta salvifica
Questo รจ proprio il momento della โvendetta/nฤqฤmโ (v. 4b) di YHWH. ร una realtร scottante da lasciare solo nelle sue mani. Non รจ compito dellโuomo farsela da solo. La vendetta di YHWH infatti รจ โdivinaโ, rinnovatrice, โaltraโ rispetto a quella umana: non รจ โvendicativaโ ma โrestitutivaโ. ร una vendetta salvifica, che tocca il cuore degli oppressori e prende la parte delle vittime, non limitandosi a punire i responsabili del male compiuto, ma a salvare le vittime e a ricuperare al bene i colpevoli. Dite ai โprecipitosi/veloci di cuore/nimkerรช lฤbโ (= codardi, spauriti) โ annuncia Isaia a nome di YHWH โ di essere forti e di non temere, perchรฉ ยซecco YHWH (viene)!ยป.
YHWH รจ presente al suo popolo, al suo sfinimento interiore, alla disillusione dellโesule che non crede piรน a chi gli promette il prossimo ritorno nella patria perduta.
Quella di YHWH รจ una presenza partecipe, tipica del suo โnomeโ (โYHWH = io sono in quanto ci sono per te, come e quando vorrรฒ, liberamenteโ, cf. Es 3,14). Il suo โcontraccambio/retribuzione/ricompensa/vendetta/rappresaglia/gemรปlโ รจ qui, รจ lui stesso, in persona! ยซLui in persona viene/verrร e ci salva/ci salverร /hรป โyฤbรดโ weyลลกaโฤkemยป. La sua vendetta/venuta รจ salvezza, รจ salvifica. Non รจ portatrice di morte, ma di liberazione della vittima e di conversione del malvagio.
Vita ai feriti dal male
La โvendettaโ di YHWH e il suo โcontraccambioโ per chi รจ stato ferito dal malvagio, scartato dalla storia, dimenticato dal vincente sarร salvezza per lo sfinito di forze, vita corrispondente alla ferita patita.
Gli occhi dei โciechi/โiwrรฎmโ si apriranno alla luce, le orecchie dei โsordi/แธฅฤreลกรฎmโ sentiranno ancora le voci amiche e i canti amati della terra di Israele.
Lโโazzoppato/zoppo/pissฤaโโ dai ceppi della schiavitรน (per alcuni forse dorata) e dalla mancanza di cure mediche tornerร a saltare come il cervo, sgroppando come una mucca o un orso tenuto in gabbia per anni e poi liberato dai volontari โcom-passionevoliโ.
La lingua del โmuto/โillฤmโ tornerร ad aprirsi per comunicare quello che ha nel cuore ai suoi fratelli e a parlare e a lodare YHWH nel suo tempio. Nella traduzione greca dei LXX non viene perรฒ impiegato il consueto termine โalalos/senza parolaโ, ma lโhapax veterotestamentario โmogilalos/balbuzienteโ, unica ricorrenza del vocabolo in tutta la Bibbia greca.
Il balbuziente parla male perchรฉ รจ sordo. Ma puรฒ anche parlare male perchรฉ scioccato dalle tremende vicissitudini che ha dovuto sopportare: privazioni di cibo e di sonno, freddo prolungato, torture, naufragi, pistole puntate alle tempie, figlie uccisi davanti ai propri occhi, stupri feroci da parte dei mercanti di uominiโฆ Sophie, salvata dal naufragio, parlava solo con gli occhi sbarrati e con pochi monosillabiโฆ
Acqua nel deserto
Un diluvio benefico irromperร nel deserto. Acque sgorgheranno con forza nella steppa. Irromperanno dal grande abisso come ai tempi del diluvio universale (cf. Gen 7,11). Non saranno perรฒ inondazioni apportatrici di morte e di desolazione, tsunami che tutto spazzano via, lasciando dietro a sรฉ catastrofi e terre violentate e rese infeconde. Sarร come un prodigio delle acque sotterranee che si riuniscono a quelle sopra il cielo, unendo le forze per dare vita anche al deserto.
Gli wadi del deserto torneranno a riempirsi di acque tumultuose, diventeranno torrenti ricchi come i โfiumi/neแธฅฤlรฎmโ, le sorgenti pescheranno acqua abbondante dalle falde sotterranee.
La terra bruciata diventerร una palude da attraversare spruzzando con gioia lโacqua come bambini dagli occhi sgranati. โLa (terra) assetataโ diventerร addirittura donatrice di acque per i viandanti del deserto, sorgente di acque provvidenziali per la sopravvivenza.
Il sogno di Dio
Questo sarร il ritorno a Sion per gli esuli sconfortati confinati a Babilonia.
Un miracolo di vita e di luce, un prodigio di voci e di suoni, un mondo rovesciato per dare liberazione ai prigionieri della storia.
Parole nuove e antiche rifioriranno sulle labbra dei sordi balbuzienti.
Sparirร lo shock. Torneranno le parole.
Torneranno i sorrisi e le parole dei fratelli.
Terra nuova.
Terra solo di Dio (cf. Lv 25,23) e di tutti i suoi figli.
Terra del Regno. Il sogno di Dio.
I cagnolini della Decapoli
Il regno di Dio, il suo sogno di poter far sentire efficacemente la sua forza di vita buona e piena nei cuori di tutti gli uomini e nelle strutture di tutte le societร โsi รจ fatto vicino/ฤggikenโ (Mc 1,15) in Gesรน. Dopo la lunga discussione sul puro e sullโimpuro (Mc 7,1-23), egli si reca per un certo periodo di ritiro/riflessione/riposo/missione(?) in pieno territorio pagano. A nord di Israele tocca le regioni di Tiro, guarendo la figlioletta indemoniata della donna sirofenicia piena di fede (7,24-30), dando cosรฌ da mangiare dalla mensa abbondante dei figli (gli ebrei) anche ai โcagnoliniโ che stanno sotto la tavola (i pagani). Tutti possono partecipare alla ricca mensa della dignitร e della salvezza.
Gesรน prosegue per i territori di Sidone (25 km a nord) per poi piegare verso sud-est, verso il lago di Genesaret (โil mareโ), senza perรฒ toccare il territorio della Galilea, dove regna Erode Antipa che ha appena fatto decapitare Giovanni Battista. Con un viaggio a semicerchio di circa 100 km, Gesรน si dirige verso โil mareโ di Galilea โ simbolo del regno del male โ passando attraverso il territorio della Decapoli (= โdieci cittร โ).
Queste terre, abitate anche da alcuni ebrei, erano popolate da ex legionari romani e da una popolazione pagana, a cui Pompeo nel 63 a.C. concesse larga autonomia, purchรฉ restassero fedeli a Roma, provvedessero a pagare le tasse e a fornire uomini per il servizio militare. La federazione perseguiva interessi e rapporti economici comuni, protezione dalle aggressive tribรน nomadi del deserto e da forze antiellenistiche presenti nel territorio della Palestina.
Plinio il Vecchio (Como, 23 โ Stabia, 25 agosto 79), pur riconoscendo che esistevano giร divergenze di opinione al riguardo,ย indica le seguenti come le dieci cittร originali: Damasco, Filadelfia, Rafana, Scitopoli, Gadara, Ippo, Dione, Pella, Galasa (Gerasa) e Canata (Naturalis Historia,ย V, XVI, 74). Di queste, solo Scitopoli (Bet Shean) era a ovest del Giordano e, a motivo dellโimportanza strategica della valle di Izreel, costituiva un importante punto di collegamento con la costa e i porti del Mediterraneo. Damasco, molto piรน a nord in Siria, era stata evidentemente inclusa per la sua importanza come centro commerciale. Filadelfia (lโantica Rabba, lโodierna สฝAmman) era la piรน meridionale delle dieci cittร , a soli 40ย km circa a nord-est dellโestremitร nord del Mar Morto. Le altre cittร si trovavano nella fertile regione di Galaad o in quella vicina di Basan. Quasi tutte, si pensa, sorgevano sulle principali strade della regione o nelle vicinanze. Canata รจ probabilmente la Chenat diย Nm 32,42.
Nel IIย secolo d.C. Tolomeo menziona 18ย cittร facenti parte della โDecapoliโ, a indicare che il nome finรฌ per essere usato in modo generico e che il numero delle cittร variava. Alcuni studiosi propendono per lโinclusione di Abila, menzionata da Tolomeo, fra le dieci cittร originali al posto di Rafana. Sembra comunque evidente che la regione della Decapoli non aveva confini ben definiti e che lโegemonia delle cittร della Decapoli non si estendeva a tutto il territorio ma solo ai dintorni di ciascuna cittร .
Secondo Eusebioย (Cesarea Marittima, 265 โ ivi probabilmente, 340), prima della distruzione di Gerusalemme nel 70ย d.C., i cristiani della Giudea fuggirono a Pella, cittร della Decapoli nella regione montuosa di Galaad, dando cosรฌ ascolto allโavvertimento profetico di Gesรน (Lc 21,20-21) (Storia ecclesiastica,ย III, V,ย 3).
Benchรฉ non fossero affatto le uniche cittร della Palestina con tendenze ellenistiche, le cittร della Decapoli riflettevano nel modo piรน accentuato lโinfluenza greca. Si ritiene abbiano raggiunto il massimo splendore nel IIย sec. d.C., e nel secolo successivo la confederazione cominciรฒ a disgregarsi.
Lโevidenza della forte influenza greca, e anche della ricchezza delle cittร della Decapoli, si puรฒ vedere dalle imponenti rovine di teatri, anfiteatri, templi, terme, acquedotti e altre costruzioni a Gerasa (lโodierna Jarash), a Scitopoli (oggi Bet Shean) e in altre cittร .
Sordo e balbuziente
Un uomo sordo (kลphos) e balbuziente (mogilalลn) รจ autonomo nei suoi movimenti, ma sono altri (la comunitร , gli amici, la folla che lo conosceva) che โlo portanoโ da Gesรน, come i quattro uomini (cioรจ lโuniversalitร degli โuominiโ) avevano calato la barella del paralitico di fronte a Gesรน a Cafarnao, dopo essere saliti per la scala esterna dellโabitazione di Pietro e fatto unโapertura nel tetto (cf. Mc 2,1-12).
Lโuomo รจ relazione e la comunitร degli amici incoraggia lโuomo ad andare da Gesรน per avere la guarigione. Una rete di vita buona, che non lascia indietro nessuno e non tollera gli โscartiโ della societร .
Lโuomo sordo e balbuziente vive nella terra abitata dai pagani, privi dellโesperienza liberatrice di YHWH, impossibilitati a lodarlo nellโintimitร del suo tempio a Gerusalemme, relegati nel cortile esterno. Come sordo e balbuziente non puรฒ udire e condividere le lodi a YHWH e ascoltare la sapienza irraggiungibile e salvatrice della Torah letta e spiegata dai sacerdoti e dai leviti.
La sua sorditร gli procura forte difficoltร nellโarticolare la voce e il linguaggio, facendolo scadere a โmezzo uomoโ ed esponendolo allโimmancabile sarcasmo della gente che tende sempre a emarginare chi non raggiunge gli standard di efficienza ottimali. Una vita grama e, a tratti, sub-umana.
Chi lo porta da Gesรน spera che egli imponga le mani sullโuomo con gesto terapeutico ben conosciuto. Ma Gesรน ha in mente un cammino diverso per lui.
In disparte
Gesรน inizia un percorso terapeutico piรน lungo e personalizzato. โPrende via/apolabomenosโ lโuomo dalla folla generica, interessata ma spesso volubile e massificante, โin disparte/kathโidianโ come aveva fatto con i discepoli per spiegare loro le parabole (4,31), per โstaccareโ da una vita troppo stressante e per superare forse anche lo shock della decapitazione di Giovanni Battista (6,31-32; cf. 6,17-29).
Gesรน prenderร in disparte con sรฉ tre discepoli fidati nel momento della sua trasfigurazione (9,2) e nella โcasa/ambito di edificazione del popolo rinnovato, messianicoโ spiegherร ai discepoli โin disparteโ la ragione per la quale non erano riusciti a guarire il ragazzo posseduto da uno spirito impuro, epilettico (9,28).
Lโultima volta che Gesรน prenderร โin disparteโ quattro discepoli sarร quando, seduto sul monte degli Ulivi, rivolgerร loro il discorso sulle realtร ultime, definitive (13,3). Sono occasioni uniche di unione intima con Gesรน, di assimilazione profonda del suo insegnamento e della profonditร della sua persona.
Effatร !
Da vero terapeuta, Gesรน si prende in carico lโuomo ferito gravemente nella comunicazione, pone le dita (espressione della sua potenza operativa) negli orecchi del sordo e tocca la lingua del balbuziente con la saliva (la potenza del suo spirito vitale raggrumato). Si pone in contatto partecipe con lโuomo che soffre e gli comunica la sua forza vitale di Figlio che ascolta sempre il Padre, che lo loda nellโassemblea e che parla e insegna con larghezza di cuore agli uomini smarriti e dispersi.
Gesรน si mette in contatto col Padre che sta โnei cieliโ, YHWH dalle tante battaglie per la vita dei suoi figli, e โgeme/stenazลโ contro il male che attanaglia lโuomo suo fratello.
Alla fine, Gesรน emette la parola guaritrice, nella lingua materna aramaica: โEphphatha/Effatร โ, che tradotto in greco significa โSii aperto/dianoichthฤtiโ, da Dio, primo passivum divinum.
Apriti, uomo, al cielo che si รจ aperto per farmi scendere come lโapripista del regno di Dio. Apri tutta la tua persona allโaccoglienza della Parola e alla relazione del dialogo e della preghiera. Sii โaperto/liberatoโ dalle catene con le quali il mondo del Male, del Silenzio, del Rifiuto dellโascolto ti ha schiavizzato e isolato nel mondo puramente umano (e subumano).
Gli orecchi, con il padiglione, il condotto uditivo e gli ossicini che rendono possibile lโudito (non il comune ลta come al v. 36, ma akoai <akoฤ [fama, voce, annuncio, ascolto] <โakouล/udireโ) โfurono aperti/ฤnoigฤsanโ, da Dio tramite Gesรน, secondo passivum divinum.
Il โnodo/legame/vincolo/catena/prigione/prigionia/desmosโ che imprigionava la lingua, lโorgano della comunicazione, โviene sciolto/elythฤโ, da Dio tramite Gesรน, terzo passivum divinum.
Lโuomo puรฒ ora parlare correttamente, rapportarsi in totalitร e veritร alla comunitร degli uomini e al cuore di YHWH, il Padre. Lโuomo, le comunitร , i paesi impoveriti possono sedersi alla pari alla mensa dei fratelli piรน fortunati, far udire con forza nei piรน alti consessi politici la loro voce che invoca giustizia e pace. Niente piรน emarginazione, scarti, sottosviluppo, terzo e quarto mondo.
โHa fatto bene ogni cosaโ
La guarigione avviene โin disparteโ ma il comando del silenzio รจ rivolto โa loroโ, alla folla. Non si deve mal interpretare la persona e la prassi di Gesรน e mettere in giro fake news. Egli non รจ un terapeuta da baraccone. Lo si potrร capire solo sotto la croce, unendosi alla professione di fede del centurione (Mc 15,39).
Tantโรจ. La gente sta a quello che vede e โproclama continuamente/ekฤryssonโ il fatto accaduto, con uno stupore che colpisce oltre misura (hyperperissลs รจ un superlativo estremo, un unicum, un hapax di tutta la letteratura greca).
Gesรน ha fatto bene ogni cosa, cioรจ ha fatto sia udire i sordi, sia parlare i โmuti/senza parole/alalousโ (Mc 7,37). Erano questi i segni indicati dal profeta per lโavvento del regno messianico (cf. Is 35,5-6). Lโevangelista Marco si aggrappa entusiasta al termine mogilalos della profezia messianica di Is 35,6, bandiera unica dellโAT greco, e ne fa una bandiera unica anche del NT (Mc 7,32).
Gesรน compie in pieno territorio pagano la promessa dellโopera messianica originariamente rivolta a beneficio del solo popolo di Israele.
Gesรน, il liberatore dei sordi e dei balbuzienti.
La parola apre gli orecchi del sordo e scioglie le catene che imprigionano la lingua.
Lโuomo puรฒ ascoltare e parlare correttamente. Agli altri, e a Dio.
E Dio sorride contento, nel cielo (Mc 7,34).
Il suo Regno, il suo sogno comincia a diventare realtร .
Commento a cura di padre Roberto Mela scj – Fonte del commento: Settimana News
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ Anno B
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 9 Settembre 2018 anche qui.
- Colore liturgico: Verde
- Is 35, 4-7; Sal.145; Gc 2, 1-5; Mc 7, 31-37
Fa udire i sordi e fa parlare i muti.
Mc 7, 31-37
Dal Vangelo secondoย Marco
31Di nuovo, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decร poli. 32Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. 33Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccรฒ la lingua; 34guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: ยซEffatร ยป, cioรจ: ยซApriti!ยป. 35E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. 36E comandรฒ loro di non dirlo a nessuno. Ma piรน egli lo proibiva, piรน essi lo proclamavano 37e, pieni di stupore, dicevano: ยซHa fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!ยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 09 – 15 Settembre 2018
- Tempo Ordinario XXIII
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 3
Fonte: LaSacraBibbia.net
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