Commento al Vangelo del 9 Settembre 2018 – don Fabio Piva

Apriti!

Mi trovo alla cassa a frugare nelle tasche, a cercare gli ultimi centesimi in un portafoglio che fatalità oggi scopro essere vuoto. “E adesso come faccio a pagare per uscire dal parcheggio?” A lato, sotto la pensilina, a proteggersi dal sole cocente, il solito accattone. Il classico caso disperato, che non fa nulla per uscire dalla sua condizione. Campa di elemosina.

Succede che si avvicina, prende dal barattolo della questua i centesimi che mi mancano e mi dice: “Tieni! A te faranno uscire dal parcheggio, a me non servono. Sono nato povero e morirò povero!”.

E così mentre vedo aprirsi la sbarra del parcheggio penso alla lezione appena ricevuta. Penso a quanto mi sento ricco e in realtà mi ritrovo povero, chiuso nei miei schemi, sospettoso, indifferente degli altri. Penso al povero, alla sua libertà; forse non avrà nulla ma si è dimostrato molto più aperto di me.

Poi arrivo a casa e leggo il Vangelo e mi ritrovo la pagina della guarigione del sordomuto in territorio pagano della Decapoli. Gesù guarisce un pagano, uno che non crede in JHWH, nel Signore.

E mi risuona dentro quella parola: “Effatà”, “apriti”. La sento rivolta, più che al sordomuto, a chi segue più da vicino il Signore, agli apostoli. A chi ritiene di essere apposto. La sento rivolta a me.  È molto più facile che un sordomuto torni a sentire e parlare che guarire chi non non si apre all’ascolto.

Eppure Gesù non demorde: tocca l’infermità, trasmette con la saliva la vita. Rende visibile quello che la sua Parola produce in chi l’ascolta. Il Signore ti prede in disparte per guarirti. C’è bisogno di ascoltarsi e ascoltare. E il percorso è tanto più efficace quando è Lui a condurti, a guidarti.

L’ideogramma cinese della parola ascolto dice che non si tratta solo di orecchi, ma che ci vogliono anche occhi e cuore e attenzione unitaria dell’altro.

Questa domenica cosa voglio presentare al Signore perché su di esso risuoni potente la sua Parola: “Apriti”, “Apriti”, “Apriti”? Qualcosa che porto dentro, una situazione di vita, una relazione annodata, un pregiudizio, una chiusura…

È proprio vero che il Signore ha una predilezione speciale per i poveri. Ed è proprio vero che sono i poveri a darci la lezione giusta. Finché continuerò a non ascoltare perché troppo sicuro di sé, delle proprie risorse, delle proprie capacità, di quello che si è, non scoprirò cosa significa essere salvati da Lui.

Allora chiedo che accada nuovamente, di trovarmi senza spiccioli a essere aiutato da chi non ha niente ma in realtà ha tutto: il Signore dalla sua parte.

Fonte

A cura di…

don Fabio Piva

Da giugno 2015 prete della Chiesa di Vicenza. Ingegnere, ora al servizio dell’Amore di Dio come vicario parrocchiale di Torri Marola Lerino. Il suo motto è “Evviva”. Appassionato di padre P.A. Florenskij. Del team di #twittomelia dal 2015.

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XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 9 Settembre 2018 anche qui.

Fa udire i sordi e fa parlare i muti.

Mc 7, 31-37
Dal Vangelo secondo Marco

31Di nuovo, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. 32Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. 33Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; 34guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». 35E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. 36E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano 37e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 09 – 15 Settembre 2018
  • Tempo Ordinario XXIII
  • Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 3

Fonte: LaSacraBibbia.net

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