Commento al Vangelo del 9 Giugno 2019 – don Giovanni Berti – Gioba

Vento di unità

Qualche tempo fa mi è stato regalato un rasoio nuovo. Quando l’ho aperto mi hanno colpito le istruzioni per l’uso davvero particolari. Solitamente questi prodotti hanno dei piccoli manuali scritti in minuscolo che per il numero di pagine sembrano delle piccole bibbie. Spiegano nelle varie lingue come si accendono la prima volta, come sono fatti, come mantenerli efficienti, come evitare danneggiamenti… ecc. Quando li vedo mi rendo conto quanto differenti sono le lingue e quanto sia difficile comunicare tra i popoli.

Stavolta questo manuale era ridotto ad un semplice pieghevole con pochissime scritte e tante piccole immagini che in modo molto essenziale ma assai efficace spiegavano tutto quello che riguardava l’uso e la manutenzione. Mi ha fatto sorridere questo metodo universale, fatto di immagini ben disegnate ed essenziali, comprensibile da un cinese lontano come da un italiano come me che di cinese non sa nulla.

Certamente un libretto di istruzioni di un dispositivo elettronico non è come quei manuali di filosofia o teologia, che non si possono tradurre in semplici immagini, o forse si può…?

La Pentecoste è quel giorno speciale raccontato dall’evangelista Luca, nel quale possiamo dire che nasce la Chiesa. Quel giorno siamo nati noi!

Siamo nati quel giorno come testimoni di Cristo e non semplici fan o nostalgici di Gesù. Il giorno di Pentecoste lo Spirito Santo rende capaci i discepoli di comunicare le opere di Dio a tutti, superando ogni problema comunicativo. L’evangelista dice questo raccontando che fuori dal cenacolo c’è praticamente tutto il mondo, con tutte le differenze di cultura, lingua, modi di vivere e condizioni sociali. Il lungo elenco di popoli che viene fatto è simbolico, e dentro davvero possiamo metterci tutta l’umanità di ogni tempo. Lo Spirito Santo che non si mostra fisicamente, anche perché le immagini del vento e delle lingue “come di fuoco” sono solo tentativi di dare una idea di cosa succede, si mostra nei suoi effetti. L’effetto principale che lo Spirito di Dio è dentro gli apostoli è che da quel momento iniziano a comunicare in modo efficace e libero, superando paure e divisioni.

La Chiesa è proprio questo, una porta che si apre e che porta il Vangelo a tutti e fa sentire tutti dentro il Vangelo. Con lo Spirito Santo le barriere che da sempre chiudono gli uomini in piccoli recinti e li contrappone, saltano e si infrangono. Il mondo inizia un cammino di unità che è davvero la realizzazione dei più profondi desideri di Dio. E la comunicazione avviene con parole, gesti, testimonianza di vita, e così Gesù con la sua morte e resurrezione diventa accessibile e comprensibile a tutti, sia ai popoli di allora come a quelli di oggi, sia a me che ho studiato teologia come all’ultimo che di teologia non sa nulla ma nel suo cuore ha desiderio di Dio.

In quell’elenco di popoli diversi e lontani che viene fatto nel racconto vedo anche tutti coloro con i quali condivido la lingua ma ci sono profonde differenze di vita, di età, di condizione economica, di abilità fisica, di lavoro, di scelte di vita, di salute…

La Chiesa stessa al suo interno è fatta di tutte queste differenze, ed anche è inserita in un mondo fatto di queste differenze. Lo Spirito Santo è quel dono invisibile che si rende evidente in noi perché porta un vento forte che spazza via le divisioni e le contrapposizioni, e che brucia ogni giudizio, razzismo e indifferenza e allo stesso tempo illumina e scalda i cuori più diversi facendoli sentire uno.

don Giovanni Berti – Sito web

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