Commento al Vangelo del 25 ottobre 2017 – don Silvio Longobardi

“Anche voi tenetevi pronti” (12,40).

Dobbiamo essere sempre pronti per accogliere il Signore che viene, è Lui che sceglie il giorno e l’ora, è Lui che detta l’agenda della vita. Il Vangelo inquieta, disturba, non c’è tempo per restare comodamente seduti a guardare la tv della vita. Niente poltrone. L’esperienza dei santi ricorda che le vie di Dio sono quelle più scomode. Se vissuta autenticamente, la fede costringe a cambiare i progetti rassicuranti della vita per mettersi al servizio del Regno. Molti cristiani purtroppo preferiscono vivere la fede nella cornice di una comoda religiosità che confina il rapporto con Dio nei gesti e nei tempi della liturgia.

Pietro domanda se quelle parole valgono solo per loro o anche per tutti (12,41). Gesù sta parlando ai discepoli, agli amici più fidati (12,22), essi dunque hanno maggiore responsabilità rispetto a tutti gli altri. L’insegnamento evangelico ha per protagonista un “amministratore”: questo termine [oikonomos] è proprio di Luca che lo userà anche nella parabola dell’amministratore disonesto (16, 1-8). Anche Paolo lo utilizza quando parla degli apostoli come “amministratori dei misteri di Dio” (1Cor 4,1) e del vescovo come “amministratore di Dio” (Tt 1,7). È un termine dunque che nel vocabolario pastorale dei primi decenni indica colui che esercita un ministero nella Chiesa. La parabola lucana perciò chiama in causa tutti coloro che hanno una particolare responsabilità verso i fratelli: non pensiamo solo ai pastori ma anche ai genitori, ai catechisti e a quanti svolgono un compito educativo. Gesù ricorda che avere una responsabilità – nella Chiesa, nella società civile o nella comunità domestica – significa essere “amministratori”, non padroni. Ed è proprio degli amministratori rendere conto del proprio operato. Sant’Agostino ne era ben consapevole, per questo diceva che l’essere cristiano era per lui un segno sicuro di salvezza, mentre il ministero episcopale era una gravissima responsabilità. Donaci, Signore, di rispondere con il coraggio degli umili che non fuggono perché di Te si fidano.

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Lc 12, 39-48
Dal Vangelo secondo  Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

A cura di don Silvio Longobardi per Punto Famiglia

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