Commento al Vangelo del 25 Dicembre 2018 – p. Roberto Mela scj

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Il โ€œTerzoโ€ Isaia

La terza parte del libro del profeta Isaia (Is 56โ€“66) dร  per presupposta la ricostruzione del tempio, ma non ancora delle mura (cf. 60,10). La composizione di questa sezione del libro รจ sicuramente posteriore al 520 a.C., ma molto prima della missione di Neemia che si colloca allโ€™incirca mezzo secolo piรน tardi (445 a.C.).

Vari studiosi considerano Is 56โ€“66 non come unโ€™opera autonoma opera del cosiddetto Terzo Isaia, ma un blocco letterario collegato ai cc. 40โ€“55, attribuiti al cosiddetto โ€œSecondo Isaiaโ€, considerandolo unโ€™espansione liturgica e teologica della sua profezia.

Il nucleo centrale di questi capitoli (cc. 60โ€“62) รจ da alcuni attribuito addirittura al Secondo Isaia in persona. Essi avrebbero conosciuto un accrescimento successivo in varie direzioni. Si potrebbe quindi ipotizzare โ€“ secondo lโ€™esegeta A. Mello โ€“ un ministero del Secondo Isaia durato allโ€™incirca quarantโ€™anni, proprio come quello del Primo Isaia (740-700 ca a.C.). In queste pagine finali, Gerusalemme รจ ormai il tema centrale della profezia, fino a diventare il centro di attrazione di tutte le genti.

Una delle strutture letterarie proponibili di Is 56โ€“66 puรฒ essere la seguente:

56,1-8 Lโ€™adesione a YHWH delle genti; 56,9โ€“57,13 Prostituzione; 57,14โ€“58,14 Il culto gradito a Dio; 59,1-21 Liturgia penitenziale; 60,1-22 Il pellegrinaggio a Gerusalemme; 61,1-11 Il centro della profezia (vv. 1-3a Il servo; vv. 3b-9 Il doppio promesso; vv. 10-11 La gioia delle nozze); 62,1-12 La nuova Gerusalemme; 63,1-6 Un giorno di vendetta; 63,7โ€“64,11 Un salmo storico; 65,1-16a O servi o idolatri; 65,16b-25 Cieli e terra nuovi; 66,1-6 Il vero tempio; 66,7-14 Maternitร  di YHWH; 66,15-24 Raduno finale.

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La pericope di Is 62,1-12 puรฒ invece essere cosรฌ articolata: vv. 1-5 la sposa del Signore (Dio rompe il silenzio; Il simbolismo della luce; Il nome nuovo e lโ€™unione sponsale); vv. 6-9 Le sentinelle; vv. 10-12 Un โ€œsegnale sopra i popoliโ€.

Arriva il tuo salvatore!

Il costruttore della nuova Gerusalemme del postesilio รจ il suo sposo (Is 62,5). รˆ lui che ha appostato sulle mura della cittร  delle โ€œguardie che custodiscono/ลกลmerรฎmโ€ (v. 6) e che non taceranno mai, proprio come i profetiโ€ฆ ยซVoi, che siete i segretari di YHWH (A. Mello)/Voi che risvegliate il ricordo del Signore (CEI 2008)ยป non cโ€™รจ requie per voi e neppure a lui date requie finchรฉ non abbia stabilito e non abbia posto Gerusalemme come โ€œoggetto di lode nella terra/tehillฤ bฤโ€™ฤreแนฃโ€ (vv. 6b-7).

Le sentinelle, cioรจ coloro che โ€œtengono lโ€™agenda di YHWHโ€ e non gli โ€œdanno requieโ€, hanno dei doveri anche verso il popolo. Devono essere persone che passano per โ€œle porte della cittร /ลกeฤrรฎmโ€ e che devono preparare la strada al popolo che torna in cittร  dallโ€™esilio, a spianargli il sentiero e ad โ€œalzare un segnale sopra i popoli/hฤrรฎmรป nฤ“s โ€˜al-hฤโ€˜ammรฎmโ€.

Le sentinelle devono rilanciare un messaggio urgente a tutti i popoli, un segnale โ€œsatellitareโ€ forte e chiaro. Devono dire alla capitale di Israele, alla โ€œfiglia di Sionโ€ che riassume in sรฉ come madre la folla dei suoi figli: ยซEcco,โ€œil tuo salvatore/yiลกโ€˜ฤ“kโ€ vieneยป (v. 11).

La lettura personale (โ€œsalvatoreโ€) della versione greca della LXX (sลtฤ“r) e di quella latina della Vulgata (salvator) viene preferita da molti a quella impersonale del testo ebraico masoretico, il TM (โ€œsalvezzaโ€) โ€“ privilegiato dalla tradizione ebraica โ€“, grazie a un cambiamento minimo nella vocalizzazione. Spesso nellโ€™AT il termine โ€œsalvezza/yฤ“ลกaโ€˜โ€ viene personificato (cf. Is 17,10a: ยซPerchรฉ hai dimenticato Dio, tuo salvatore, e non ti sei ricordato della Roccia, tua fortezzaโ€ฆ?ยป).

Desiderata

Il Salvatore non viene a mani vuote. Il suo salario รจ con lui, la sua paga รจ nelle sue mani. Egli ha fretta di corrisponderla al suo servo, Israele. Esso lโ€™ha testimoniato in esilio sopportando molto dolore e tanto disprezzo dagli oppressori. Aveva peccato, certamente, ma il dolore รจ sempre pesante da portare, per Israele e per il cuore del suo Dio.

Egli ha fretta di venire a portare la ricompensa che riscatta e trasforma, riporta a casa e ridona la gioia. Ricuce uno strappo, recupera un abbandono. Il dono di YHWH trasforma, non copre le colpe con un oblio falso e non costruttivo per le persone e un popolo intero. Lโ€™empietร  della sposa lontana รจ cambiata nella santitร  contagiata dal Totalmente Altro e Totalmente Vicino a un tempo.

Coloro che erano diventati esuli e schiavi sono riscattati a prezzo, un riscatto oneroso per YHWH che ha visto esposto al ludibrio il suo stesso nome (cf. Ez 20,22). Non puรฒ stare in cielo inoperoso, mentre la sposa, seppur infedele, viene sbeffeggiata dai nemici, che chiedono in terra straniera i canti della fede e dellโ€™amore, i canti che si possono elevare solo nella terra della libertร , la terra del latte e del miele (cf. Sal 136).

Ha fretta di portare il suo riscatto lo Sposo che non ha mai dimenticato la sposa, ma lโ€™ha desiderata da sempre e per sempre, purificata, bella, trasfigurata da un dolore che lโ€™ha resa matura, sapiente, non arrogante. Agli occhi degli uomini, sembrava che, per un breve istante, YHWH lโ€™avesse abbandonata (cf. Is 49,14; 54,7-8), e la sua sorte apparisse una rovina (cf. Sap 3,1ss). Ma YHWH รจ un Dio che ricerca il passato (cf. Qo 3,15), che cerca la โ€œRicercata/Derรปลกฤhโ€, recupera la โ€œNon-abbandonata/Lลโ€™ Neโ€˜ฤ•zebฤhโ€.

Vessillo sopra i popoli

Il โ€œvessillo sopra i popoliโ€ sarร  un popolo piccolo, il piรน piccolo fra le nazioni. Ricco non per i suoi meriti, ma vaso di misericordia per esaltare la grazia immeritata di un Donatore Amante della Vita (cf. Dt 7,6-8).

Il โ€œvessillo sopra i popoliโ€ sarร  il prodigio dellโ€™amore sponsale di YHWH che scende dal suo trono inaccessibile e si fa Salvatore della sua sposa. รˆ la salvezza in persona che si trasforma in diadema che esalta la bellezza della sposa (cf. Is 62,3), per le sue nozze rinnovate nelle loro fondamenta.

Un โ€œvessillo sopra i popoliโ€ perchรฉ indichi a tutti la strada giusta, la strada del ritorno a casa, la fine dellโ€™esilio lontani da Dio.

YHWH si fa vicino, va incontro alla Sposa.

Cerca la โ€œRicercataโ€ per unirla per sempre a sรฉ nellโ€™abbraccio dellโ€™amore.

Forte come la morte รจ lโ€™amore, le grandi acque non lo potranno mai spegnere (cf. Ct 8,6-7).

Il vessillo garrisce al vento, esile, ma sempre piรน stabile, impavido.

Segna ai popoli la via.

La via della Vita.

La Vita del suo Salvatore.

Andiamo a vedere la Parola accaduta

Gli angeli inviati a Betlemme tornano nel mondo di Dio, il Totalmente Altro e il Totalmente Vicino che si รจ chinato sui pastori, i disprezzati dal popolo, dai potenti, dagli uomini della religione.

Il loro lavoro รจ pesante, monotono. Dโ€™inverno il freddo di Betlemme brucia la faccia e le mani, e il fuoco non scalda mai abbastanza. Scalda solo davanti, ma la schiena sente tutto il freddo del mondo, lโ€™indifferenza e lโ€™ostilitร  della gente, lโ€™ostracismo dei benpensanti.

Dio Padre non si รจ vergognato di loro. Ha mandato i suoi angeli a rivelare proprio a loro lโ€™identitร  di Gesรน, il loro Salvatore, che รจ Cristo Signore (cf. Lc 2,11) e dargli il segno concreto per riconoscerlo (cf. 2,12).

ยซAndiamo a Betlemmeยป, si dicono, ยซandiamo a vedere la โ€œparola-fatto accaduta/to rhฤ“ma to gegonosโ€ che il Signore ci โ€œha fatto conoscere/egnลrisenโ€ยป. Siamo increduli che il Signore abbia visitato noi per primi; davvero le sue vie non sono le nostre vie (cf. Is 55,9).

Le parole tra uomini hanno un peso e, se sono promesse e contratti, sono solide come pietre.

La Parola di Dio รจ diventata Fatto, concretezza, realtร  viva da vedere e da toccare, da amare e da baciare. Tante promesse trovano condensazione in quella parola-fatto di Betlemme. I pastori ne avevano sentito parlare, di straforo, da lontano, dai discorsi bisbigliati dalle loro mogli e dalle parole scambiate fra i loro amici che avevano avuto la possibilitร  di andare al tempio, di pregare e di ascoltare la Torah.

Se deve venire il Messia, verrร  anche per noi poveri, messi male, buttati in fondo alla scalaโ€ฆ

Il bambino nella mangiatoia

In fretta i pastori vanno a cercare fra le grotte numerose di Betlemme. Adattate ad abitazione, normalmente esse avevano un โ€œambiente principale/katalymaโ€ per la famiglia e un ripostiglio per gli animali e per gli attrezzi. Trovano una famiglia che si era ristretta nel katalyma e che aveva messo a disposizione dei parenti, arrivati dalla Galilea per il censimento, il ripostiglio-stalla. Era tutto ciรฒ che potevano fare, il meglio che avevano in quel momento. Nella stalla si sta un poโ€™ stretti, ma cโ€™รจ abbastanza caldo e anche un poโ€™ di intimitร  per una donna che ha appena partorito. Nella โ€œmangiatoia/phatnฤ“โ€ il neonato ci sta benissimo, tranquillo, ha appena fatto un sorrisino.

I pastori hanno trovato la grotta giusta, dove nella stalla cโ€™รจ una famigliola che parla come i galilei, con un bambino appena nato. Entrano e trovano la regina madre, Maria, Giuseppe il suo sposo e il neonato a giacere tranquillo nella mangiatoia.

Una scena normalissima, il miracolo di una vita nuova che commuove anche i piรน duri di cuore. Bello, se non fosse che tutto lโ€™insieme stride enormemente con quello che gli angeli avevano detto del bambino. I pastori โ€œfanno conoscere/egnลrisanโ€ ai genitori quello che il Signore โ€œaveva fatto conoscere/egnลrisenโ€ a loro. Solo una voce da fuori poteva illuminare la profonditร  di un mistero grande nascosto in quel bambino.

Bello sรฌ, ma un Messiaโ€ฆ in una stalla!

A rimbalzo

Lโ€™ambiente non รจ grande, e si riempie in fretta dei parenti e dei vicini che ascoltano le cose dette dai pastori. Maria ascolta tutto, in silenzio. Beve ogni parola-fatto (ta rhฤ“mata tauta), le โ€œcustodisce/syentฤ“reiโ€ perchรฉ non scivolino via o diventino pura emozione. Le โ€œconfronta/synballousaโ€ con quel che vede attorno a sรฉ, ma soprattutto con quello che sente dentro di sรฉ.

A rimbalzo Maria mette a confronto il visibile con lโ€™invisibile, le vie di Dio e la povertร  che regna attorno a lei. รˆ bello guardare il suo bambino, mangiarselo con gli occhi e mordicchiare le sue guance. I pastori dicono cose grandi di lui, quasi le stesse che ha sentito dentro di sรฉ tanto tempo prima a casa sua, a Nazaret: Salvatore, Messia/Cristo/Unto, Signore, nella cittร  del re Davideโ€ฆ

รˆ questa la gloria di Dio? รˆ questa la sua salvezza, la sua regalitร ? Questo bimbo sarร  il Messia? Sarร  potente? Gli toccherร  soffrire? Dovrร  patire per farsi accettare? Sarร  preso per pazzo e sbeffeggiato per le sue pretese? Come reagirร  il popolo alle sue parole?

Dio, fammi luce.

Faโ€™ luce su quel che vedo, perchรฉ veda oltre quello che vedo.

Tutti ti lodano, credo non mi resti altro da fare adesso.

Il futuro รจ nelle tue mani.

Viene il Salvatore, che รจ Cristo, Signore?

In questo bimbo?

Vieni in aiuto alla mia fede.

Cercami, sono la tua โ€œRicercataโ€.

Commento a cura di padre Roberto Mela scj – Fonte del commento: Settimana News

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