Commento al Vangelo del 20 Gennaio 2019 – Tiziana Mazzei

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Carissimi bambini vi ricordate cosa è e quando inizia l’anno liturgico? L’anno liturgico sono 365 giorni in cui la Chiesa ricorda i fatti più importanti della vita di Gesù e di quanti hanno preceduto e seguito la sua venuta. L’anno liturgico non inizia il primo gennaio ma inizia con l’Avvento e termina con la solennità di Cristo Re.

Dopo l’Avvento c’è stato il tempo natalizio che si è concluso domenica scorsa con il Battesimo di Gesù. In questa settimana abbiamo iniziato il tempo ordinario. La Parola di Dio oggi ci presenta l’inizio della vita pubblica di Gesù. Sappiamo che Gesù ha trascorso i suoi primi 30 anni a Nazareth come carpentiere e ora lo vediamo predicare e girare per i vari villaggi accompagnato dai suoi discepoli.

Il Vangelo ci dice che Gesù, insieme a sua madre e ai suoi discepoli, ha preso parte ai festeggiamenti di una coppia di sposi. La celebrazione del matrimonio prevedeva otto giorni di festa… ad un certo punto della settimana viene a mancare il vino. Maria se ne accorge e sa che suo Figlio può aiutare la situazione e quindi gli fa presente la loro necessità. Gesù le risponde in modo apparentemente sgarbato che a noi suona così:” perché me lo dici, o donna, non è ancora giunta la mia ora”.

Per noi questa frase è incomprensibile ma per gli ebrei aveva più o meno questo significato: Gesù chiama sua mamma “donna” perché rappresenta il popolo di Israele e le dice che non può dare ora la sua vita perché non è ancora giunto il momento. Maria, per nulla sconvolta dalla risposta e fiduciosa di essere esaudita (sa che suo Figlio può offrire un anticipo della sua missione), dice ai servi: “Fate quello che vi dirà”. Le uniche parole che Maria pronuncia nel vangelo di Giovanni sono “Non hanno più vino”e “Fate quello che vi dirà”. Perché? Giovanni ci vuole far capire quanto Maria ci tiene a noi: nota tutti i nostri bisogni e chiede a Gesù di intervenire.

Che bello sapere che sempre possiamo contare sulla nostra mamma del cielo. Gesù ordina ai servi di riempire sei grandi giare di acqua (si calcola che in tutto fossero ca. 600 litri,di solito usate per lavarsi) e di portarle al direttore del banchetto. Questi vedendo del vino al posto dell’acqua lo assaggia e si va a complimentare con lo sposo. Di solito, infatti,in questi lunghi banchetti si teneva il vino meno buono verso la fine, quando ormai gli invitati avevano bevuto abbastanza; invece questo vino era di altissima qualità.

Ricordiamoci che ai tempi di Gesù l’acqua era spesso pericolosa da bere in quanto sporca; dunque si rendeva ancora più necessario il vino. Questa quantità di acqua trasformata da Gesù in vino non è poi cosi esagerata come sembra, non solo per questa ragione ma anche per la durata dei festeggiamenti e per il numero degli invitati (di solito l’intero villaggio). Perché Gesù inizia il suo impegno pubblico di maestro proprio con questo miracolo? Non sarebbe stato meglio guarire qualcuno o eliminare un pericolo incombente per guadagnarsi la fiducia del popolo e dimostrare di essere il Messia atteso? Gesù sceglie questo miracolo per un motivo ben preciso. Nel vangelo di Giovanni, quello proprio che abbiamo letto oggi, i miracoli vengono chiamati segni. Che cosa sono i segni? Sono realtà che rimandano, fanno pensare a qualche altra cosa: per esempio, il fumo è segno del fuoco, la nuvola è segno di pioggia etc…

Il vino è segno di abbondanza e di gioia. Gesù compie questo miracolo per primo perché ci vuole dire che è venuto per portare a tutti (non solo quindi ad una categoria di persone come ad es. i malati) una vita piena e gioiosa. Maria contribuisce a questo sia perché ci ha dato Gesù sia perche ci ha suggerito il segreto per poter godere del dono che Gesù ci vuole dare: fate tutto quello che vi dirà. Quando disobbediamo al Signore non ci conviene. Quello che chiamiamo peccato è tale proprio perché non ci può rendere felici. Ecco perché Dio vuole che noi compiamo la Sua volontà: solo in essa si trova la nostra gioia.

Che bello che all’inizio della storia della missione di Gesù c’è questa narrazione. Oggi Maria ripete anche a me e a te di fare tutto quello che suo Figlio ci dirà nel corso dell’anno leggendo il Vangelo e partecipando alla Messa. Facciamo il proposito di ascoltare con più attenzione la parola di Dio e la sua spiegazione e soprattutto cerchiamo di praticarla per poter sperimentare la gioia che Dio ci vuole donare. Il cristianesimo non è una serie di comandi gravosi e senza senso, ma consiste nel seguire la persona di Gesù sempre accompagnati dalla cura amorevole della Madonna che vuole che non solo viviamo ma che godiamo. Grazie Gesù per aver compiuto questo segno miracoloso e grazie Maria per averlo sollecitato.

ALTRO COMMENTO

“Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino»”.

Tutti ci cercano per quello che abbiamo, ma chi ti vuole davvero bene non tiene da conto di ciò che hai, ma di ciò che ti manca. L’amore vero è prendere a cuore la mancanza dell’altro, perchè in quella mancanza si gioca il meglio e il peggio della vita. Sono infatti le nostre mancanze la causa prima dei nostri peccati, ma sono altresì proprio le mancanze i punti di svolta dei grandi santi. Ritrovare il vino che manca non serve a riempire un vuoto, ma a cambiarne la sostanza.

Gesù non crea il vino dal nulla, ma cambia l’acqua in vino, cioè prende ciò che c’è e a partire da questo opera un cambiamento radicale. Quello che fino a ieri ti faceva peccare può cominciare ad essere il punto di forza della tua santità. Assurdo! Ma questo è il miracolo: il Signore è l’unico che può prendere sul serio la mia mancanza e trasformarla in santificazione.

Da cosa ce ne accorgiamo? Dal fatto che cominciamo a sentire un’inspiegabile letizia che non trova altra ragione se non nella Grazia di Dio.

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