Commento al Vangelo del 14 Ottobre 2018 – p. Roberto Mela scj

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Amรฒ il cammello triste

Abbiamo giร  fornito una breve introduzione al Libro della Sapienza commentando il brano di Sap 2,12.17-20, letto nella XXV domenica per annum B. Seguendo le indicazioni di un maestro indiscusso dei libri Sapienziali M. Gilbert, Sap 1โ€“6 puรฒ essere strutturata secondo una forma di chiasmo: a) 1,1-22 Esortazione ai principi; b) 1,13โ€“2,24 Progetto degli empi; c) 3,1โ€“4,20 Tre tipi paradossali di esistenza e loro contrasto; bโ€™) 5,1โ€“23 Bilancio degli empi; aโ€™) Esortazione ai principi 6,1-25.

In Sap 7โ€“9, a cui appartiene il brano letto oggi nella liturgia (7,7-11), lโ€™autore parla per la prima volta in prima persona e si presenta fittiziamente sotto le vesti di Salomone. Anche Sap 7โ€“9 puรฒ essere strutturata in modo chiastico: a) 7,1-6 Salomone nacque come ogni altro uomo; b) 7,17-21 ma domandรฒ la sapienza nella preghiera e ricevette con essa tutti i beni regali; c) ricevette ugualmente tutti i beni di carattere culturale; d) 7,22โ€“8,1 Descrizione della sapienza: natura, origine e azione; aโ€™) 8,2-8 La sapienza porta tutto ciรฒ che forma una personalitร ; bโ€™) 8,9-16 Con essa come sposa, Salomone si mostrerร  un grande re; aโ€™) 8,17-21 Per lโ€™uomo di buone doti naturali, la sapienza si ottiene solo con la preghiera.

In Sap 7,1-6, il brano che precede immediatamente quello letto nella liturgia, lโ€™autore โ€œsalomonicoโ€ si presenta come un uomo mortale come tutti: la sua nascita non si distingueva in nulla da quella degli altri uomini, come avviene per tutti i re: come per tutti, il pianto fu il suo primo grido, ha respirato lโ€™aria comune, รจ caduto sulla terra dove tutti soffrono allo stesso modo, ยซuna sola รจ lโ€™entrata di tutti nella vita e uguale ne รจ lโ€™uscitaยป (v. 6).

Pregai, mi fu donata la sapienza

โ€œSalomoneโ€ ricorda perciรฒ come, non essendo la sapienza un dono di natura posseduto fin dalla nascita, la richiese nella preghiera come un bene di cui aveva assolutamente bisogno per governare il popolo. Non la possedeva dalla nascita e, per giunta, era di giovane di etร .

โ€œSalomoneโ€ si riferisce al sogno che il re โ€œrealeโ€ ebbe sullโ€™altura di Gร baon (1Re 3,4-14), pochi chilometri a nord di Gerusalemme, durante il quale gli apparve YHWH che gli chiese cosa dovesse donargli. Salomone gli ricordรฒ le grazie concesse da YHWH a suo padre Davide e i meriti di questโ€™ultimo.

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Salomone si dichiarรฒ un โ€œgiovane ragazzo/naโ€˜ar qฤแนญรดnโ€ inesperto di governo nei confronti di un popolo numeroso. Chiese quindi un โ€œcuore che ascolta (CEI: โ€œdocileโ€)/lฤ“b ลกลmฤ“aโ€˜โ€, per saper cosรฌ render giustizia al popolo e distinguere il bene dal male.

YHWH si rallegrรฒ che Salomone non avesse richiesto doni di gloria e di ricchezza e gli promise un โ€œcuore sapiente e intelligente/lฤ“b แธฅฤkฤm wenฤbรดnโ€ piรน di ogni altro uomo del passato e del futuro (e quindi, a maggior ragione, un re) e il dono ulteriore di โ€œricchezza e gloria/โ€˜ลลกer gam-kฤbรดdโ€, che non aveva richiesto. Gli promise inoltre che, se fosse rimasto fedele ai suoi comandi, gli avrebbe prolungato anche i giorni della sua vita.

Solo YHWH poteva dare a Salomone le doti necessarie a governare saggiamente in cosรฌ giovane etร . Sap 9 riporta una parafrasi della preghiera che Salomone innalzรฒ a Gร baon. Sul suo esempio, i saggi invocarono in seguito nella preghiera il dono della sapienza (cf. Sir 51,13-22).

โ€œSalomoneโ€ riconosce di โ€œaver ricevuto in dono/edothฤ“ (passivum divinum)โ€ la โ€œprudenza/phronฤ“sisโ€ e uno spirito di โ€œsapienza/sลphiaโ€. La โ€œprudenzaโ€ รจ la sapienza pratica nel governo, ma anche qualcosa di piรน. Posta in parallelo con la โ€œsapienzaโ€, di cui si parla come โ€œspirito di sapienzaโ€, si ricollega allo spirito del Signore.

Cโ€™รจ una profonda connessione โ€“ nota J. Vรญlchez Lรญndez โ€“ tra โ€œspirito santo educatoreโ€ (1,5), โ€œspirito di sapienzaโ€ (1,6), spirito del Signore (1,7), sapienza-spirito (9,17). Lo spirito della sapienza, o la semplice sapienza, appartiene alla sfera strettamente divina. โ€œSpiritoโ€ accenna ad un carattere di interioritร , che dร  vigore e trasforma tutto ciรฒ che penetra, tutto ciรฒ su cui si posa (cf. Nm 24,2; Gdc 3,10; 6,3; 1Sam 10, 6.10; 2Cr 15,1; Is 11,2-5; 61,1; Ez 2,2; 3,24; 11,5; 36,26-27; 37,14).

Per i saggi, la sapienza รจ frutto dello spirito: ยซMa รจ lo spirito che รจ nellโ€™uomo, รจ il soffio dellโ€™Onnipotente che lo fa intelligenteยป (Gb 32,8). Spirito e sapienza alla fine dellโ€™itinerario biblico si identificheranno, come si puรฒ vedere in Sap 10,1ss, in cui la sapienza gioca lo stesso ruolo dello spirito del Signore nella storia di Israele secondo gli scritti antichi.

Quello che apparentemente sembra essere a portata di ogni uomo, anche giovane ma ben consigliato, il libro della Sapienza lo presenta come una qualitร  da invocare da Dio nella preghiera. Un cuore che โ€œascoltaโ€ non solo gli uomini e le loro necessitร  ma Dio e la sua parola, puรฒ garantire un esercizio della regalitร /sovranitร /governo piรน illuminato, sapiente, lungimirante, attento alle molteplici variabili da tener presenti e disponibile a venire incontro alle necessitร  profonde delle persone, al di lร  delle necessitร  primarie e impellenti.

La sapienza si presenta come una valutazione meditata delle prioritร  da raggiungere per una โ€œecologica integraleโ€ che abbraccia e comprende unโ€™antropologia integrale, fatta di apertura al sovrumano e alla collaborazione/solidarietร /comunione fra i popoli. Un messaggio modernissimo e attuale.

La preferii a tutto

โ€œSalomoneโ€ inizia a tessere lโ€™elogio della sapienza mediante il paragone, la sygkrisis, con tutti i tesori del mondo. รˆ una comparazione che ricorre frequentemente nei testi sapienziali (cf. Pr 3,14.15; 8,10-11.19; 16,6; Gb 28,15-19). Egli ricorda come โ€œpreferรฌ/proekrinaโ€ โ€“ hapax nella LXX: lโ€™autore di Sapienza prende in prestito un verbo presente in un autore profano โ€“ la sapienza a tutti i beni materiali, sui quali prevale nettamente: i simboli del potere politico e regale, la ricchezza, di cui sono portati alcuni esempi simbolici come le gemme preziose, lโ€™oro e lโ€™argento.

Lโ€™esegeta G. Scarpat ricorda come Platone affermasse che greci e barbari mettevano la ricchezza al primo posto: ยซcausa di tanta diseducazione รจ la lode che viene stoltamente tributata alla ricchezza, celebrata sia presso i greci sia presso i barbari: essi la preferiscono (prokrinontes) come il primo dei beni, mentre รจ al terzo postoโ€ฆยป (leg. 870a). โ€œSalomoneโ€, invece, la valuta pari a un โ€œnullaโ€, a โ€œpoโ€™ di sabbiaโ€ e come โ€œfangoโ€. Sapienza รจ valutare la superioritร  dei fini a quella dei mezzi strumentali al conseguimento della realizzazione integrale della persona umana e delle comunitร  dei popoli.

La sapienza vale piรน dei beni piรน intimi personali, quali la salute (hygieia) e la bellezza (eumorphia). In Simposio 218e eumorphia รจ la bellezza esteriore e ingannatrice di Alcibiade, mentre la bellezza di Socrate รจ kallos come quella della sapienza (cf. 8,2).

Salute e bellezza sono valori molto preziosi per la mentalitร  ellenistica, anche se la sapienza semitica li abbracciava nel concetto di ลกฤlรดm (cf. Pr 4,22; Sir 1,18; 30,14-16). La stima della bellezza fisica non รจ assente nei testi biblici: si veda ciรฒ che vien detto di Davide (cf. 1Sam 16,12; 17,42), di un re (Sal 45,3), della donna (Sir 26,13-18; 36,27-22) e un intero libro, il Cantico dei Cantici.

La sapienza รจ piรน grande della luce, la piรน bella e dolce delle realtร  umane che permettono di godere appieno della vita e del creato. Se perรฒ alla sera essa svanisce, la sapienza perdura intatta e invincibile. La malvagitร  ne uscirร  sconfitta. La sua luminositร , infatti, supera quella del sole e delle stelle, ha a che fare con la sfera divina, alla quale partecipa e della quale รจ emanazione: ยซElla in realtร  รจ piรน radiosa del sole e supera ogni costellazione, paragonata alla luce risulta piรน luminosa; a questa, infatti, succede la notte, ma la malvagitร  non prevale sulla sapienzaยป; ยซLa sapienza รจ splendida e non sfiorisceยป (Sap 6,12a); ยซรˆ riflesso della luce perenneยป (7,26a).

Dio, infatti, fece la luce (cf. Gen 1,3) e โ€œDio รจ luceโ€ (1Gv 1,5; cf. Gv 8,12).

Con la sapienza, tutto

Ottenuta la sapienza divina, al Salomone storico non mancarono sapienza umana proverbiale e ricchezze inestimabili (cf. 1Re 3,16-28 il giudizio su un bambino solo per due prostitute; 1Re 10: la regina di Saba rimase senza fiato di fronte alla ricchezza della corte di Salomone, v. 5; 2Cr 1,12.14-17; Sir 47,18). Sap 7,11 ricorda, infatti, come, attraverso la sapienza, โ€œSalomoneโ€ ottenne tutti gli altri beni.

Allโ€™interno dellโ€™โ€œElogio dei padriโ€ (Sir 44,1โ€“50,24), si trovano intessute le lodi della sapienza, della fama e della ricchezza di Salomone, ma non sono dimenticati i suoi ultimi tempi, segnati dallโ€™idolatria e dalla lussuria, sprofondati nella stoltezza (aphrosynฤ“) dalla ricaduta catastrofica a livello intergenerazionale: ยซPer i canti, i proverbi, le sentenze e per i responsi ti ammirarono i popoli. Nel nome del Signore Dio, che รจ chiamato Dio dโ€™Israele, hai accumulato lโ€™oro come stagno, hai ammassato lโ€™argento come piombo. Ma hai steso i tuoi fianchi accanto alle donne e ne fosti dominato nel tuo corpo. Hai macchiato la tua gloria e hai profanato la tua discendenza, cosรฌ da attirare lโ€™ira divina sui tuoi figli ed essere colpito per la tua stoltezza (aphrosynฤ“)ยป (Sir 47,17-20).

Una ricchezza incalcolabile รจ quindi nelle mani della sapienza, perchรฉ essa proviene da Dio e procura lโ€™amicizia di Dio (cf. Sap 7,14).

Lโ€™uomo di oggi puรฒ essere contaminato dalla hybris delle possibilitร  tecniche, confondendo ciรฒ che รจ tecnicamente possibile col moralmente fattibile, fino a giungere a vagheggiare ipotetiche connotazioni transumane per gli esseri umani.

Il Libro della Sapienza ricorda il faro di luce che illumina il cammino dellโ€™uomo, penetrandolo nella profonditร  dello spazio e del tempo.

Sapienza veramente โ€œumanaโ€ รจ la capacitร  di saper gestire il cammino dei giorni, avendo chiara in mente una prioritร  di valori, una prospettiva di crescita integrale dellโ€™uomo, aperta alla comunione e alla globalizzazione della solidarietร , a ciรฒ รจ โ€œsovra-umanoโ€, a ciรฒ che non รจ visibile e rinchiudibile dalla mente umana. I mezzi sono mezzi, i fini sono fini. Vivere di piccolo cabotaggio รจ miseria morale, asfissia mentale, narrow-mindedness.

ยซUnย politicoย guarda alle prossime elezioni; unoย statistaย guarda alla prossima generazione. Un politico pensa al successo del suo partito; lo statista a quello del suo paeseยป (A politician [โ€ฆ] thinks of the next election; a statesman of the next generation. A politician looks for the success of his party; a statesman for that of the country, James Freeman Clarke, 1810 โ€“ 1888).

Senza la sapienza, tutto รจ perduto. Con la sapienza tutto รจ ottenuto, custodito, trasmesso ai posteri.

โ€œFareโ€ per ereditare?

Dopo lโ€™insegnamento sul discepolo rispetto al comandamento di Dio (10,1-12) e il quadretto dellโ€™accoglienza del bambino come lโ€™unico atteggiamento adatto al discepolo per accogliere il Regno (10,13-17), lโ€™evangelista Marco ricupera un lungo insegnamento di Gesรน circa il discepolo e la radicalitร  della sequela (cosรฌ la strutturazione del testo secondo M. Grilli).

Lโ€™uomo (โ€œun giovane/neaniskosโ€ secondo Mt 19,20, un โ€œcapo/archลnโ€ [dei giudei?] in Lc 18,18) che corre a inginocchiarsi di fronte a Gesรน รจ un entusiasta, un impulsivo che agisce probabilmente sullโ€™onda della sua vita vissuta con perfetta integritร  nel giudaismo fin dalla propria giovinezza.

Chiede cosa debba โ€œfare per ereditare/poien hina klฤ“ronomฤ“sลโ€. Si pensava che la vita eterna, cioรจ quella futura (cf. Dn 12,2; Sal 3,16; 1Enoch 37,4; 40,9; 58,3, 2Mac 7,9; 4Mac 15,3; lโ€™escatologia in parte presenziale di Giovanni non รจ ancora stata scritta) si ricevesse (cf. Mc 10,30 lambanein), si acquisisse (Erma, Mand III,5 peripoieisthai), che in essa si โ€œentrasseโ€ (Mc 9,43.45 eiserchomai). Nella tarda Lettera a Tito โ€“ probabilmente opera della seconda tradizione paolina โ€“ essa รจ oggetto di speranza: ยซnella speranza della vita eternaยป (Tt 1,2a); ยซaffinchรฉ, giustificati per la sua grazia, diventassimo, nella speranza, eredi (klฤ“ronomoi genฤ“thลmen) della vita eternaยป.

Gesรน โ€œรจ in cammino verso la strada/ekporeuomenou autou eis hodonโ€ che lo porta a Gerusalemme, al dono di sรฉ, comunque si presenti la fine. รˆ โ€œin uscitaโ€, per โ€œdare la vita/dounai tฤ“n psychฤ“nโ€ in riscatto per molti (cf. 10,45). Lโ€™uomo corre da lui, invece, tutto centrato sul โ€œfare per avere/ereditareโ€.

Lo amรฒ

Gesรน respinge innanzitutto una probabile sfumatura di leziositร  e adulazione (โ€œMaestro buonoโ€) e precisa amabilmente, ma con decisione, che Uno solo รจ buono, Dio.

Gesรน rimanda quindi lโ€™uomo alla sua religiositร  ebraica, alla risposta allโ€™alleanza che YHWH ha stipulato con Israele donandogli la Torah dopo la sua liberazione dallโ€™Egitto. La โ€œviaโ€ per rimanere nella โ€œvitaโ€ e nella libertร  consiste nellโ€™ascoltare, custodire e mettere in pratica le โ€œDieci Paroleโ€ (Dt 5,6-21) e la Torah nel suo insieme, amando YHWH con tutto il cuore, con tutta lโ€™anima e con tutte le proprie forze (Dt 6,4-13).

Gesรน dร  per scontato che lโ€™uomo conosca i comandamenti di YHWH, e ne tralascia quindi i primi quattro โ€“ secondo la suddivisione seguita nella tradizione ebraica โ€“ che presuppone perfettamente conosciuti e praticati dallโ€™uomo. Ricorda solo quelli della โ€œseconda tavolaโ€, quella dei comandamenti riguardanti il prossimo, i comandamenti โ€œsocialiโ€. Prima elenca cinque secche proibizioni (gr. mฤ“/ebr. lลโ€™ = assolutamente, nonโ€ฆ mai) e poi il comandamento positivo di onorare i genitori. Unโ€™inversione voluta? Un ordine โ€œliberoโ€ tradizionale? In ogni caso, con il cuore libero dal male, ci si puรฒ riconoscere veramente โ€œfigliโ€ nella riconoscenza serena e grata.

Il giudeo adulto esterna con sicurezza la qualitร  integerrima della sua vita religiosa fin dalla propria giovinezza (โ€œtutte queste cose le ho custodite/praticate/gr. phylassein/ebr. perlopiรน ลกฤmarโ€).

Niente giustifica il sospetto che lโ€™uomo stia mentendo. E infatti lโ€™evangelista Marco annota che Gesรน lo ยซguardรฒ/fissรฒ โ€œdentroโ€ rivolto a lui/emblepsas autลiยป. Uno sguardo intenso, profondo, che dalla pupilla giunge al โ€œcuore/lฤ“bโ€ volitivo e generoso, radicale (cf. Dt 6,5) dellโ€™uomo.

Allo sguardo intenso Gesรน fa seguire un moto di amore: โ€œlo amรฒ/ฤ“gapฤ“sen autonโ€).

Lo amรฒ! Nessuna cultura del disprezzo, della sostituzione! Nessuna accusa di esteriorismo, di legalismo farisaico. Gesรน amรฒ il suo correligionario, amรฒ la fede ebraica vissuta con decisione.

Vendi tutto e segui me!

Allโ€™uomo che vive con radicalitร  la propria vita di fede in YHWH, Gesรน propone con radicalitร  un percorso vocazionale personalizzato di sequela dietro a lui vissuta anche esternamente come i discepoli piรน intimi, cioรจ la vita itinerante al suo seguito.

Lโ€™uomo non deve smettere di essere ebreo per diventare cristiano (!). Non deve smettere di essere cristiano per diventare un consacrato nella vita religiosaโ€ฆ Gesรน propone allโ€™uomo un salto di qualitร  nellโ€™individuazione del volto escatologico di YHWH in quello del profeta/messia/Figlio dellโ€™uomo itinerante nella povertร  gioiosa e nellโ€™annuncio liberante della buona novella del riscatto definitivo di Israele.

Vendi tutto e segui me! Segui il volto povero del Figlio dellโ€™uomo potentemente debole, che anticipa nei segni la liberazione propria del Regno: il volto pieno del Padre e la vita filiale, fraterna e โ€œdivinaโ€, dei discepoli di Gesรน, il Figlio di Dio (cf. Mc 1,1; 15,39).

Non preoccuparti di โ€œfareโ€, preoccupati di โ€œdareโ€, dopo aver ricevuto in dono una vita filiale. Nessun contratto, nessuna โ€œricompensaโ€ mercantilistica, neanche pensata inconsciamente.

Niente do ut des. Ricevi, daโ€™ e vivi.

Un cammello triste

Sentito la proposta/il discorso di Gesรน, lโ€™ottimo uomo giudeo โ€œsi incupisce/stygnasasโ€ (hapax marciano), come il cielo che si fa rosso cupo minacciando tempesta (cf. Mt 16,3, sola altra ricorrenza nel NT). Una burrasca lo agita. I โ€œmolti beni (acquistati)/ktฤ“mataโ€ premono sul cuore, sfaldano lโ€™integritร  della sua corrispondenza al patto.

Dt 6,5 comandava: โ€œTu amerai YHWH, tuo Dioโ€ฆ con tutte le tue forze (bekol-meโ€™ลdekฤ)โ€. Le โ€œforzeโ€ iniziarono a essere comprese nella tradizione interpretativa ebraica anche come โ€œle ricchezze/i beniโ€.

La tradizione dice che nel 135 d.C., al termine della seconda rivolta ebraica contro Roma, rabbi Akiba comprese quello che Dt 6,5 realmente chiedeva proprio nel momento in cui stava per morire sotto tortura dei romani che lo stavano scuoiando vivo: ยซAmerai YHWH, anche se ti toglie la vitaยป. Amare YHWH con tutta la vita, anche quando gli uomini ti tolgono la vitaโ€ฆ

Il buon uomo giudeo, incupito, invece di โ€œseguire Gesรน/akolouthei moiโ€, โ€œse ne va via rattristato/apฤ“lthen lypoumenosโ€. Andare nella direzione opposta alla propria vocazione fa diventare tristi. Lโ€™uomo non solo diventa triste (Lc 18,23 perilypos egenฤ“thฤ“), , ma se ne va via rattristato da se stesso, dalle proprie scelte (apฤ“lthen lypoumenos, Mc 10, 22 = Mt 19,22, participio presente medio-passivo, piรน forte del semplice aggettivo).

Gesรน amรฒ il cammello triste

Gesรน โ€œgetta lo sguardo attorno/periblepsamenosโ€ ai suoi discepoli, come il periscopio di un sommergibile. Dal suo cuore fa emergere un suo sguardo circolare che scruta i discepoli, vicini ma โ€œlontaniโ€ allo stesso tempo. Come รจ difficile entrare nel regno di Dio per quelli che hanno beni โ€œposseduti/usati/chrฤ“mataโ€ (<chraomai = usare/servirsi di) โ€“ constata con una punta di amarezza di uno che sta โ€œperdendoโ€ qualcuno di caro โ€“. Il dramma รจ che i โ€œbeni usati/serviโ€ diventano โ€œbeni padroniโ€.

Lo spazio vitale diminuisce, il campo mentale restringe le proprie visuali. Il cuore si accartoccia su ciรฒ che vede e tocca. Lโ€™occhio guarda il dito e non piรน la luna. Le stelle sono sparite dallโ€™orizzonte.

La sapienza se nโ€™รจ andata, รจ rimasta la tecnica, la technฤ“. Sola, spoglia, triste.

Rimane lโ€™uomo tecnico. Autopossidente. Onnipossidente.

Un โ€œcammello/kamฤ“losโ€ triste, che non riesce a passare per la cruna di un ago.

Una โ€œgomena/kamilosโ€ che non riesce a farsi filo.

Un cammello con la pancia piena, strapieno di risorse. Per andare dove? Con chi? Perchรฉ poi? Perchรฉ lโ€™essere e non il nulla?

Gesรน amรฒ il cammello triste. Il cammello si voltรฒ, e seguรฌ lui.

La sapienza tornรฒ a illuminare di gioia i suoi occhi e a rinfrescare le sue froge riarse.

Caracollรฒ felice dietro a lui.

Dietro le dune spuntava il giorno nuovo.

Commento a cura di padre Roberto Mela scj – Fonte del commento: Settimana News

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ€“ Anno B

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 14 Ottobre 2018 anche qui.

Vendi quello che hai e seguimi.

Mc 10, 17-30
Dal Vangelo secondoย Marco

17Mentre andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandรฒ: ยซMaestro buono, che cosa devo fare per avere in ereditร  la vita eterna?ยป. 18Gesรน gli disse: ยซPerchรฉ mi chiami buono? Nessuno รจ buono, se non Dio solo. 19Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madreยป. 20Egli allora gli disse: ยซMaestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezzaยป. 21Allora Gesรน fissรฒ lo sguardo su di lui, lo amรฒ e gli disse: ยซUna cosa sola ti manca: vaโ€™, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!ยป. 22Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andรฒ rattristato; possedeva infatti molti beni.
23Gesรน, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: ยซQuanto รจ difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!ยป. 24I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesรน riprese e disse loro: ยซFigli, quanto รจ difficile entrare nel regno di Dio! 25รˆ piรน facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dioยป. 26Essi, ancora piรน stupiti, dicevano tra loro: ยซE chi puรฒ essere salvato?ยป. 27Ma Gesรน, guardandoli in faccia, disse: ยซImpossibile agli uomini, ma non a Dio! Perchรฉ tutto รจ possibile a Dioยป.
28Pietro allora prese a dirgli: ยซEcco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguitoยป. 29Gesรน gli rispose: ยซIn veritร  io vi dico: non cโ€™รจ nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, 30che non riceva giร  ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrร .

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 14 – 20 Ottobre 2018
  • Tempo Ordinario XXVIII
  • Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

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