Commento al Vangelo del 12 marzo 2018 – Paolo Curtaz

È dura superare la nostra voglia di miracoli. È difficile avvicinarsi a Dio per rendergli gloria, e non solo per battere cassa e chiedere un miracolo. Così è per il funzionario del re che si fa un bel pezzo di strada, da Cafarnao a Cana, per chiedere un miracolo al Signore.

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Tentenna, Gesù, qui e altrove: non vuole che le persone lo cerchino come se fosse un piccolo maghetto, non vuole una fede legata a prodigi e al soprannaturale. Così come ha rifiutato, nel deserto, di compiere prodigi per attirare l’attenzione, anche qui Gesù manifesta fastidio per la richiesta del padre.

Il quale, imperterrito, tira diritto per la sua strada. Ha ragione, il rabbì, e ci mancherebbe, poi magari ne possono discutere per ore. Ma adesso, per favore, guarisca suo figlio. Cede il Signore, come sempre, e lo invita a tornare a casa. Nessuna garanzia, nessun segno, come per i dieci lebbrosi.

La guarigione, ogni guarigione, la nostra guarigione, avviene solo mentre camminiamo, sempre. Nessun miracolo avviene se non ne siamo coinvolti, se non iniziamo un percorso. Dio non vuole e non può cambiare una situazione se noi per primi non mettiamo ogni nostro sforzo per cambiarla.

Paolo Curtaz – qui il commento nel suo blog

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Gv 4, 43-54
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù partì [dalla Samarìa] per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa.
Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire.
Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino.
Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia.
Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

 

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