SE LA RICCHEZZA RENDE CIECHI
Chi poggia la propria speranza e sicurezza nellโaccumulo di beni scivola ineluttabilmente nellโindifferenza e nella sorditร alla parola di Dio. La nostra attenzione ai poveri, nel momento presente, deciderร il nostro destino eterno.
Mentre i ricchi, stigmatizzati da Amos nella prima lettura, non si preoccupano della rovina della casa di Giuseppe, impegnati come sono a godersi la vita, riempiendola di beni e di agi, Dio ha cura dei suoi poveri. Lo ricorda il nome stesso del povero della parabola di Luca.
Mentre, infatti, il ricco rimane senza nome, perchรฉ la sua incapacitร di riconoscere colui che giace alla sua porta lo rende sconosciuto agli occhi di Dio, il povero possiede soltanto la ricchezza di un nome, Lazzaro, che significa ยซDio ha soccorsoยป.
Egli, prima gettato a terra dallโindifferenza dei piรน, ora รจ accolto nellโintimitร di Dio, al posto dโonore nel banchetto del Regno. Un abisso invalicabile lo separa dal ricco. Un abisso che รจ stato creato proprio dalla sua indifferenza. Ed รจ inutile che Lazzaro risorga dai morti per andare ad avvertire i suoi fratelli.
Il vero segno che dobbiamo vedere non รจ Lazzaro risorto dai morti, ma Lazzaro che giace bisognoso alla porta di casa. Il grande pericolo della ricchezza รจ questo: piรน che renderci cattivi, ci fa ciechi. Il comandamento da conservare senza macchia e in modo irreprensibile, come scrive Paolo a Timรฒteo, รจ anzitutto il comandamento della caritร .
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fr. Luca A. Fallica, Comunitร Ss. Trinitร di Dumenza
Fonte Edizioni San Paolo