Carlo Miglietta – Commento alle letture di domenica 30 Giugno 2024

Domenica 30 Giugno 2024
Commento al brano del Vangelo di: Mc 5, 21-43

Data:

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Dio si fa povero perchรฉ noi diventiamo ricchiย 

Letture: Sap 1,13-15; 2,23-24; 2 Cor 8,7.9.13-15; Mc 5,21-43

Le letture odierne ci propongono un percorso sul significato dellโ€™Incarnazione. Nella prima si descrive lโ€™umanitร  che soggiace al limite creaturale e alla morte, ma subito si precisa che Dio โ€œnon gode per la rovina dei viventiโ€, anzi che โ€œha creato lโ€™uomo per lโ€™immortalitร โ€ (Sap 1,13-15; 2,23-24). Nella seconda si afferma che per โ€œgraziaโ€ Gesรน โ€œda ricco che era si รจ fatto povero per voi, perchรฉ voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertร โ€ (2 Cor 8,9).

รˆ una delle sue โ€œformule paradossali dellโ€™Incarnazioneโ€, come le definiscono i teologi, come quelle dicono che Dio ha fatto ilย  Figlio peccato (2 Cor 5,21), che il Cristo รจ diventato maledizione (Gal 3,13-14), figlio di una donna e soggetto alla legge (Gal 4,4-5), che รจ venuto in una carne simile a quella del peccato (Rm 8,3-4).

Queste frasi โ€œestremeโ€ esprimono lo sbigottimento di fronte alla misericordia di Dio: perchรฉ Dio si commuove cosรฌ tanto per la condizione della sua creatura che nel Figlio si fa egli stesso finito, prende su di sรฉ il limite dell’uomo fino alla morte e, per il mistero della resurrezione di Cristo, porta la finitudine umana nell’eternitร  e nell’immensitร  della sua vita divina, facendoci suoi figli ed eredi (Rm 8,17). โ€œDio si รจ fatto uomo perchรฉ l’uomo si facesse Dio!โ€ (Atanasio, De incarnazione Verbi, n. 54).ย 

Nel Vangelo (Mc 5,21-43) si esprime questa salvezza integrale portata da Gesรน con due miracoli disposti a โ€œsandwichโ€, secondo lo stile di Marco, contrassegnati dal contatto fisico e dal numero 12 (lโ€™emoroissa รจ tale da 12 anni, la bimba risuscitata ha 12 anni), cifra che per lโ€™ebraismo indica la precarietร  radicale di ogni uomo, povero (lโ€™emorroissa) o ricco che sia (la figlia del capo della sinagoga).

La donna viene alle spalle di Gesรน (5,27), purchรฉ sa che il contatto con lei rende impuri (Lv 15,25); ma tutto ciรฒ che Dio tocca รจ santificato (Nm 17,3): รจ il contatto personale con Gesรน che ci salva. Per redimerci, Gesรน si spoglia della sua โ€œdynamisโ€, la sua potenza divina (5,30). Eโ€™ sempre Dio che fa il primo passo: lo sguardo di Gesรน (5,32), in Marco, รจ elezione di salvezza; e la โ€œshalomโ€, pace messianica, che egli ci dona, scioglie ogni nostra angoscia e paura (5,34). Eโ€™ la fede in lui contro ogni evidenza che vince anche la morte (5,36), che per Dio รจ solo un sonno (5,39); gli increduli invece non possono contemplare la potenza di Dio (5,40).ย 

Marco usa due verbi (5,41-42: cfr 9,27; Gv 11,23) tipicamente pasquali (Mc 8,31; 9,9-10; 14,28; 16,6): โ€œegeiroโ€, alzarsi, e โ€œavastazoโ€, risorgere. Dio, dirร  Gesรน, โ€œnon รจ un Dio dei morti ma dei viventi!โ€ (12,27). Ancora una volta (Mc 5,43; cfr 1,34; 3,12; 7,36; 8,26) il Cristo impone il silenzio a quelli che guarisce, perchรฉ il miracolo รจ solo un piccolo segno del senso profondo della sua Incarnazione, che sarร  guarigione e resurrezione non solo per quei pochi fortunati che lo hanno incontrato nella sua vita terrena, ma per tutti gli uomini di tutti i tempi: solo lโ€™adesione nella fede a lui morto e risorto (โ€œil segno di Gionaโ€: Mt 16,4) darร  a tutti vita piena.

Di fronte al miracolo della salvezza non resta che essere anche noi โ€œpresi da grande stuporeโ€ (5,42): รจ un tema ben caro a Marco, che usa ben otto verbi diversi per esprimere la meraviglia di fronte al divino.

Il Vangelo odierno si conclude con lโ€™invito di Gesรน a โ€œdare da mangiareโ€ alla bambina resuscitata (Mc 5,43): รจ quasi un preludio a quella che in Marco sarร  la โ€œsezione dei paniโ€ (6,6-8,30), con un alto significato liturgico: il cristiano, morto e risorto con Gesรน nel battesimo (Rm 6), รจ invitato a nutrirsi dell’Eucarestia, pane di vita eterna (Gv 6). Ma รจ anche chiamato, sullโ€™esempio di Gesรน, a condividere tutti i suoi beni con i fratelli (seconda lettura: 2 Cor 8,13-15): โ€œi credenti hanno tutto in comune e, in mezzo a loro, la differenza tra ricchi e poveri non sussiste piรนโ€ (Benedetto XVI, Deus caritas est, n. 20).

Il commento alle letture della domenica a cura di Carlo Miglietta, biblista; il suo sito รจ โ€œBuona Bibbia a tuttiโ€œ.

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