Carlo Miglietta – Commento alle letture di domenica 2 Novembre 2025

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COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI

Letture: Gb 19,1.23-27a; Rm 5,5-11; Gv 6,37-40

La commemorazione delle nostre sorelle e dei nostri fratelli defunti ci chiama a contemplare il meraviglioso mistero della nostra comunione con loro, che giร  vivono nella pienezza del Regno di Dio.

CREDO LA VITA ETERNA

Gesรน nei Vangeli non parla mai di โ€œvita futuraโ€, ma sempre di โ€œvita eternaโ€. Gesรน non estrania i credenti dal mondo, rimandandoli a un futuro extraterrestre. Gesรน viene giร  ora a portarci la vita, a trasformare le nostre esistenze, a riempirle della sua gioia, della sua luce, della sua forza. Ma questa nuova realtร  non sarร  sconfitta o fermata dalla morte, ma continuerร  per sempre. โ€œIo sono venuto perchรฉ abbiano la vita e lโ€™abbiano in abbondanzaโ€ (Gv 10,10). 

IMMAGINI DELLA VITA ETERNA

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Per esprimere la gioia immensa della vita eterna, la Bibbia usa immagini semplici e che diano unโ€™idea, seppur pallida, dellโ€™infinito di Dio. 

Il cielo e le nubi: Dio รจ โ€œรจn toรฌs ouranรฒisโ€, โ€œnei cieliโ€ (Mt 6,9): รจ cioรจ diverso da noi, altro da noi. Egli รจ โ€œil Santoโ€. La โ€œsantitร โ€ traduce lโ€™ebraico qedushah, derivante da una radice che significa โ€œseparareโ€, โ€œtagliareโ€. โ€œI cieliโ€, cosรฌ come โ€œla santitร โ€, richiamano lโ€™assoluta alteritร  di Dio, la sua trascendenza. Altre volte la Bibbia ci presenta il mistero delle โ€œnubiโ€ per indicare la Presenza di Dio (Es 13,21-22; 14,19.24; Nm 9,18.22โ€ฆ. ). Certo, noi avvertiamo la Presenza di Dio nella nostra vita proprio come una nube, manifestazione reale ma velata: questa nube รจ insieme luce e tenebre (Es 14,20). Ma, alla fine della vita, lโ€™aspetto โ€œnebulosoโ€ di Dio si dissolverร , e noi potremo vedere direttamente il suo volto e contemplarne la gloria. 

Il paradiso: โ€œLโ€™antica versione greca della Bibbia, detta dei Settanta, e la tradizione cristiana hanno denominato il giardino di Gn 2,8; 4,16 con un termine raro di origine persiana: pairi-daeza,  pardes in ebraico, paradeisos in greco, il nostro ยซparadisoยป. Il vocabolo rimandava a un giardino recintato, fertile e fiorito e, giร  nellโ€™antica lingua mesopotamica, lโ€™accadico pardesu indicava un ยซfrutteto recintatoยปโ€œ (G. Ravasi). โ€œEdenโ€ invece deriva babilonese edimu, che significa โ€œsteppa, desertoโ€: avremmo qui la tradizione, cosรฌ tipica di popoli seminomadi, che il luogo di vita e di beatitudine sia da identificarsi in unโ€™oasi nel deserto. Ma gli ebrei hanno interpretato la parola dalla radice dn, con significato di โ€œdelizieโ€. Ma โ€œil giardino di Eden… in cui Dio colloca lโ€™uomo secondo Gn 2,15 non รจ un luogo geografico, ma una situazione di rapporto e comunione con Dio: รจ Cristo, รจ la vita con Dio, la vita eterna a cui siamo chiamatiโ€ (E. Bianchi). โ€œIl paradiso della Genesi รจ il Cristo stesso: Dio creรฒ Adamo e lo collocรฒ nel paradiso, cioรจ nel Cristo (Creavit Deus Adam et posuit eum in paradiso, id est in Christo)โ€ (G. Martelet). 

Il banchetto: Altra immagine usata per esprimere la gioia del Regno รจ quella del banchetto. In tempi in cui la fame era unโ€™esperienza molto piรน consueta che oggi, lโ€™abbondanza di cibo significa appagamento, vita, delizia. Ma i banchetti erano anche momenti forti di festa, di comunionalitร , di intimitร  tra i partecipanti (Is 25,6-8; Mt 22,1-10; 8,11; Lc 16,19-31; 12,36). 

Le nozze: Altre volte la beatitudine finale รจ raffigurata da una festa di nozze (Ap 19,6-9; 21,1-2). Il matrimonio รจ la massima espressione di amore umano, e nella Bibbia il tema della nuzialitร  รจ forse il piรน usato per esprimere il rapporto tra Dio e il suo popolo e tra Dio e lโ€™uomo (Os 2,15-22; Os 3,1; Ger 3,1-3; Ez 16; 23; Is 62,1-5). 

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La pace cosmica: Talora la vita nel Regno รจ espressa come una pace cosmica, in cui non solo si vive in comunione con Dio, ma in cui vi sarร  piena riconciliazione tra i popoli (Is 2,4; 9,4.6) e tra le generazioni (Zac 8,4-5). Tale concordia coinvolgerร  tutte le creature della terra, animali compresi (Is 11,6-8). 

La fine di ogni sofferenza: Il Regno sarร  dimensione senza mali, di pura felicitร  (Is 65,17-23; 35,5-8; Ap 7,16-17; 21,4). 

La gioia di Dio: Dio ci dice: โ€œEntra nella gioia del tuo padroneโ€ (Mt 25,21.23). โ€œEntrare  nella gioiaโ€ significa essere in comunione piena con Dio, che รจ solo felicitร  (Rm 14,17; Is 9,2โ€ฆ). 

La Gerusalemme celeste: Coloro che saranno uniti a Cristo formeranno la comunitร  dei redenti, la โ€œCittร  santaโ€ di Dio (Ap 21,2). Sรฌ, nella comunione dei Santi troveremo tutti quelli che abbiamo amato. Troveremo i nostri cari, i nostri figli e anche i nostri discendenti, perchรฉ nellโ€™eternitร  di Dio, che รจ fuori dello spazio e del tempo, nel suo โ€œeterno presenteโ€, vedremo tutti gli uomini che anche verranno dopo di noi. E troveremo anche coloro che ci avevano fatto del male, i nostri โ€œnemiciโ€, ma lโ€™Amore di Dio brucerร  in noi ogni risentimento e avremo per loro solo perdono e affetto vero. 

Una splendida Liturgia: Lโ€™Apocalisse di Giovanni, al termine delle Scritture, tenta unโ€™ultima a grandiosa rappresentazione del Regno: una grande e solenne Liturgia. Al centro di essa cโ€™รจ lโ€™Agnello immolato, sgozzato ma โ€œritto in piediโ€ (Ap 5,6), cioรจ morto e risorto. 

Stare con Dio: Ma il Paradiso sarร  soprattutto la gioia immensa e ineffabile di stare con Dio. Quel Dio che abbiamo sempre cercato, desiderato, amato, su cui abbiamo giocato le nostre vite, finalmente lo vedremo a staremo con lui (Lv 26,11-12; Ez 37,27-28; Zac 8,8; Ap 21,3; 22,3-4; 1 Gv 3,1-3): โ€œAndremo incontro al Signore e cosรฌ saremo sempre con il Signoreโ€ (1 Ts 4,17).

โ€œVIENI, SIGNORE!โ€ 

Bisogna allora vivere nellโ€™attesa del Signore, โ€œpronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne acceseโ€ (Lc 12,35-36). E la morte non ci farร  piรน paura: ma con lo Spirito e la sposa diremo: โ€œVieni!โ€ (Ap 22,17) a Gesรน, lo Sposo, che dice: โ€œSรฌ, verrรฒ prestoโ€ (Ap 22,20).

Il commento alle letture della domenica a cura di Carlo Miglietta, biblista; il suo sito รจ โ€œBuona Bibbia a tuttiโ€œ.

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