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Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 6 Maggio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 15,26–16,4a

Gesù ci prepara all’esperienza dell’essere “scacciati” per causa sua. Il fatto di sostenere la Parola e la testimonianza incarnata dal Figlio di Dio ci rende agli occhi di molti rei di ottusità, confusione, paura. Per altri ancora il solo fatto di sostenere il Cristo fa di noi degli “oscurantisti”, dei rivendicatori di stranezze, fautori di divisioni.

In tanti non ci riconoscono nell’intento univoco e prioritario di fare del bene e farlo possibilmente nel nome del Padre. Questo in passato, così come purtroppo tutt’ora. È per tali ragioni che il Cristo ci prepara e, attraverso le sue parole, ci sostiene, affidandoci una motivazione ulteriore per continuare ad annunciare il Vangelo anche laddove questo appaia una sfida insuperabile.

Quello che ci attende è una ricompensa che non appartiene alle logiche del mondo, ma al Regno di Dio. È anche per tali ragioni che non ci è possibile vivere in nessun’altra maniera che non sia di per sé una testimonianza di onestà e concretezza, semplicità e azioni rivolte al bene.

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Perché la nostra scelta di vita sia un mostrare un’alternativa a quel che col tempo si è creduto falsamente. Questo non vuol dire che, in quanto cristiani, non saremo votati all’errore o che sia ritenuto per noi impossibile sbagliare. Siamo fallibili, ci troviamo molto spesso a compiere passi falsi e a cadere. Ma non è in questo che si definisce l’esito ultimo del nostro essere al mondo.

Pur nelle nostre incertezze, nel nostro esitare, possiamo ancora essere testimonianza di un modo di vivere e declinare la cristianità vicina al Vangelo, legata alla testimonianza di Gesù, votata alla realizzazione di un bene più grande, e non per questo meno reale di quel che si possa pensare.

Per riflettere

Prendiamo coraggio. Avere fede, così come altri importanti aspetti dell’esistenza, richiede fatica, sacrificio, forza; non soltanto letizia. L’essere credenti comporta il doversi confrontare con le sfide del proprio tempo. Attingiamo allora risolutezza dalle parole che il Signore ci dedica. Chiediamo la grazia di essere nelle nostre oneste possibilità testimoni della Parola, senza timore e senza scoraggiamenti, ma con una convinzione salda e fondata nel Signore.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

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