Medita
Lasciamo stare un attimo gli infiniti problemi interpretativi (chi sono questi Magi? Da dove vengono esattamente? Oro, incenso e mirra significano davvero quello che ci hanno insegnato?). Fermiamoci su una espressione solamente: โProvarono una gioia grandissimaโ (Mt 2, 10).
Nella vita proviamo spesse delle gioie, ma, possiamo dire, di media dimensione: vince la nostra squadra di calcio, ci telefona un amico, sentiamo una bella canzone. Le gioie veramente grandi accadono di rado: ci innamoriamo della persona giusta, ci sposiamo, ci nasce un figlio. Piรน in lร ci nascono nipoti, poi si sposano anche loro. Magari troviamo lavoro, qualcuno vince delle elezioni importanti. Scopriamo piano piano che la gioia vera รจ quella duratura, silenziosa, che matura nel corso della vita, non quella eccitante, straordinaria, che dura poco.
Ed ecco che un piccolo bambino, in uno sconosciuto luogo di Palestina, nemmeno menzionato dagli storici dell’epoca, รจ in grado di far provare una gioia grandissima. Grandissima รจ il prodotto di due fattori: l’intensitร e la durata. Teniamocelo caro, questo bambino.
Per riflettere
L’ultima volta che abbiamo provato una grande gioia: per cosa? Quanto รจ durata? Era veramente grande?
Preghiera finale
ร verso tutti gli uomini
che รจ venuto il tuo Figlio diletto,
verso gli abbandonati:
poichรฉ lo siamo tutti,
egli รจ nato in una stalla e morto sulla croce.
Signore,
destaci tutti e tienici svegli
per riconoscerlo e confessarlo.
(Karl Barth)
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AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโEvangelizzazione e la Catechesi
