HomeVangelo del GiornoArcidiocesi di Pisa - Commento al Vangelo del 5 Aprile 2024

Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 5 Aprile 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 21, 1-14

In questa scena del Vangelo vediamo riflessa la nostra umanità nelle notti senza frutto, nei momenti in cui il senso sembra sfuggire. Come Pietro, talvolta ritorniamo alle nostre vecchie abitudini, dicendo: “Io vado a pescare”. Ma anche nelle notti apparentemente sterili Gesù è presente, sulle sponde della nostra esistenza. Nel silenzio della notte i discepoli pescatori si trovano sul mare di Tiberìade. Una notte infruttuosa: un riflesso della nostra ricerca di significato lontano dalla luce di Cristo.

Gesù, all’alba, si manifesta sulla riva, ma i discepoli non lo riconoscono. Quante volte Dio si fa presente nella nostra vita, ma siamo troppo immersi nelle nostre fatiche per vederlo? L’alba rappresenta la sua grazia che illumina la nostra oscurità. Gesù chiede loro se hanno qualcosa da mangiare. La risposta è un no sconfitto. Ecco la nostra umanità nuda di fronte alla divinità.

La risposta di Gesù è un invito a gettare la rete dalla “parte destra”. È il luogo dove Gesù vuole condurci. Ma dobbiamo fidarci, lanciare la nostra rete con fede. Quando seguiamo il suo suggerimento, sorprendentemente, la vita si riempie di abbondanza. Non è solo pesce, ma il nostro cuore che si riempie di significato. La rete si riempie di pesci, di una quantità che sfida la logica. La provvidenza divina è abbondante. La rete, nonostante la sua pienezza, non si spezza, un segno che la generosità di Dio supera ogni limite umano.

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Ogni alba porta la promessa di una pesca miracolosa. Gesù ci invita a riconoscerlo nei momenti ordinari della vita, nei pesci e nel pane di ogni giorno. Come discepoli, possiamo dire anche noi con certezza: “È il Signore!”. La nostra fede ci permette di vedere al di là delle apparenze e trovare Cristo nel nostro quotidiano.

Per riflettere

Pietro, riconoscendo il Maestro, si getta in mare. È un gesto di desiderio, di abbandono a colui che dà senso alla vita. Come lui, possiamo lasciarci andare nelle acque della fede, fidandoci di Cristo anche quando la sua presenza sembra sottile.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

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