Se preso alla lettera, il racconto di Gesรน รจ un’esortazione al falso in bilancio; per fortuna non siamo di fronte ad un trattato di economia aziendale, ma a una parabola.
Partiamo dalla conclusione: l’uomo ricco, bellamente imbrogliato dai suoi sottoposti, loda l’amministratore disonesto per la sua scaltrezza. ร stato un gioco di squadra: l’amministratore, che aveva gestito male i beni ricevuti in consegna, ha truccato la contabilitร con il pieno consenso dei debitori, pur essi consapevoli di quanto dovevano al padrone (ed era tanta roba). Ma il padrone non si รจ adirato, anzi ha lodato.
La chiave di tutto รจ la parola โdebitoriโ. C’รจ uno squilibrio incalcolabile fra il bene che Dio ci dona e il bene che noi possiamo restituirgli. Se nella parabola il padrone raffigura Dio, ciascuno di noi รจ quell’amministratore incapace o disonesto, i cui libri contabili sono in rosso ogni giorno di piรน. C’รจ un serio rischio di licenziamento, e sarebbe giร una soluzione auspicabile rispetto ad altre possibilitร piรน nefaste. Non resta che falsificarsi le ricevute a vicenda: io rimetto a te il debito, e tu rimettilo a me. Ci siamo fatti del male a vicenda, sperperando cosรฌ il bene che avevamo ricevuto dal padrone, ma adesso tu prega per me e io prego per te, tu perdona me e io perdono te: riscriviamo la ricevuta, forse il padrone non se ne accorgerร โฆ
Il Padre se ne accorge benissimo, e sorride. Sa che i suoi figli sono deboli, รจ certo che anche il migliore di loro cadrร di fronte alla tentazione, per questo non chiede loro di essere perfetti, ma di essere capaci di perdono reciproco.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโEvangelizzazione e la Catechesi
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I commenti di questo mese sono curati da Luisa Prodi



