Scribi e farisei, coloro che conoscono e osservano la Legge, obiettano a Gesรน che i suoi discepoli si accostano al cibo con mani immonde, contravvenendo cosรฌ alla โtradizione degli antichiโ. Questi esponenti religiosi manifestano, in tal modo, che la loro attenzione รจ tutta rivolta verso un mero legalismo, dal quale pensano di ricavare, se trovati ad operare secondo determinati comandi e precetti, la ricompensa divina. Essi ritengono, in ultima analisi, di compiere il bene se fanno delle โcoseโ; di compiere il male se ne fanno altre. L’insegnamento di Gesรน รจ volto a smascherare una religiositร legalistica, che non puรฒ altro che relegare l’uomo nella paura di non essere abbastanza degno dell’amore di Dio o, per contro, nella persuasione di meritare tale amore in base a ciรฒ che ha o che fa.
Gesรน punta dritto al cuore dell’uomo, insegnandogli che il principio del bene e del male non รจ nelle cose della realtร esterna, ma nel suo cuore. Gesรน non ci chiede di essere perfetti ma di presentarci, per mezzo di Lui, al Padre cosรฌ come siamo, come sue creature desiderate e amate. Nessuno puรฒ dirsi perfetto; le nostre ferite e i nostri limiti ci inducono alle volte a sbagliare. Ma la bella notizia sta nel fatto che Dio ci ama comunque, cosรฌ come siamo, con le nostre mani โsporcheโ, e non per quello che crediamo di avere raggiunto secondo logiche umane (i โprecetti di uominiโ di cui parla Gesรน). Il comandamento dell’amore, di fronte al quale ogni antico precetto esteriore perde di senso, ci insegna che l’amore รจ gratuito, che รจ dono totale di sรฉ, nella propria umanitร fragile e peccatrice per sua natura, ma redenta per sempre da Gesรน e da sempre amata da Dio.
Preghiera finale
Chi mi farร riposare in Te, chi ti farร venire nel mio cuore a inebriarlo?
Allora dimenticherei i miei mali, e il mio unico bene abbraccerei: Te.
Cosa sei Tu per me? Abbi misericordia, affinchรฉ io parli. [โฆ]
Oh, dimmi, per la tua misericordia, Signore, Dio mio, cosa sei per me?
Di’ all’anima mia: la salvezza tua io sono. Dillo, che io l’oda.
Ecco, le orecchie del mio cuore stanno davanti alla tua bocca, o Signore.
Aprile e di’ all’anima mia: la salvezza tua io sono.
Rincorrendo questa voce io ti raggiungerรฒ,
e Tu non celarmi il tuo volto.
Che io muoia per non morire, per vederlo.
(Sant’Agostino d’Ippona)
AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโEvangelizzazione e la Catechesi



