Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 28 Ottobre 2021

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In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare. Il monte è il luogo dove anche Mosè andò per ricevere la legge, e dal quale discese portando la Parola di Dio, così come Gesù scenderà portando la nuova alleanza della misericordia e del perdono, il cuore nuovo.

Cosa significa pernottare nella preghiera? Nel testo greco c’è scritto pernottare “nella preghiera di Dio”, perché ci sono preghiere che non sono di Dio; normalmente noi preghiamo i nostri idoli, le nostre fantasie, non Dio. La preghiera è quello stare davanti a Dio che ti fa essere te stesso, perché siamo fatti a sua immagine e somiglianza. Questo avviene di notte, momento dove tutto scompare, il momento del vuoto, del nulla, ed è ciò che avviene alla fine del giorno e alla fine della vita, cioè: o la comunione con Dio o la fine di tutto.

Gesù si sintonizza con il Padre, non cerca risposte ma, nella sintonia con il Padre, l’uomo Gesù è in grado di fare una scelta che è secondo Dio per gli uomini con cui vive, i discepoli e gli apostoli. Sintonizzarsi con Dio, non strappare a Lui qualcosa.
Da questa notte di Gesù viene il giorno della Chiesa, viene il giorno del popolo nuovo che è una convocazione, un chiamare insieme; sono tutti chiamati insieme da Lui per imparare a vivere da figli e da fratelli.

L’essenza della Chiesa è questa compagnia con il Figlio che ci fa essere ciò che siamo e ci introduce nella Trinità come figli e inviati ai fratelli. I temi fondamentali da cui nasce la Chiesa sono l’esodo, il monte, l’intimità con Dio, affrontare la notte, il vuoto, la morte. Come? Nella comunione col Padre. I dodici sono tutti diversi, non si poteva fare una squadra più scombinata, e hanno in comune alcune cose che rivelano una verità profonda; la prima è che è importante essere diversi; la seconda è che non si sono scelti e non si sceglierebbero mai, eppure stanno insieme; la terza è che tutti sono limitati e proprio nel loro errore tutti sperimenteranno di essere amati gratuitamente e perdonati. Sono dodici, sembrano pochi, ma dodici è il numero che indica la totalità, tutte le tribù. Sono concretamente pochi ed è tipico dell’azione di Dio agire con pochi, ma aperti a tutti. (dalla Lectio 28 di padre Filippo Clerici e padre Silvano Fausti)

Per riflettere

Con quale criterio sono state scelti i Dodici? Possiamo pensare che sono tutti scelti “a caso”? Nemmeno i genitori sanno chi sono i figli, prima che arrivino; il fratello non lo scegli, ti capita. Siamo figli dello stesso padre, siamo fratelli. Ed è bello. (dalla Lectio 28 di padre Filippo Clerici e padre Silvano Fausti)

Ci aiuti Maria
a pregare, perché la preghiera diventi vita e tutta la vita,
con le sue gioie e i suoi dolori,
con le sue angosce e le sue speranze,
quelle nostre e dei nostri fratelli,
quelle di ogni uomo,
trovi posto nella nostra preghiera.
(Monsignor Antonio Bianchin)