Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 28 Aprile 2023

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La prima lettura oggi proposta dagli Atti degli Apostoli ci presenta la narrazione della “vocazione” di Saulo, come è più giusto chiamarla piuttosto che “conversione” perché, richiamandosi al verbo latino vocare—che significa “chiamare”—pone l’accento su Colui che prende l’iniziativa prima ancora che sulla conseguenza della sua azione. È il Signore che chiama Saulo, come fa con Anania e come fa con ciascuno di noi; lo chiama per nome perché lo conosce nel profondo e lo ama. È l’incontro con quel Gesù che Saulo credeva fosse morto e fosse stato solo un falso profeta ed è un incontro sconvolgente che cambia per sempre la sua vita: il persecutore davanti al quale i testimoni della lapidazione di Stefano avevano steso i loro mantelli, il terrore dei cristiani, diventerà il perseguitato che dirà che è Cristo stesso a vivere in lui e porterà il Vangelo ai “lontani”, testimoniandolo con la propria vita fino al martirio.

E ancora una volta Gesù offre la sua salvezza non con l’autoritarismo di chi è superiore, ma con la delicatezza di chi si fa prossimo servendosi di persone concrete che, come Anania, sanno aprire il cuore all’azione dello Spirito. Dopo il “bagno di umiltà”, come lo ha definito Papa Francesco (Saulo cade a terra, diventa cieco e deve farsi condurre da altri), il cuore di Saulo è pronto ad aprirsi alla nuova vita e alla vita eterna che il Battesimo gli dona: è la sua risurrezione, la sua Pasqua. Saulo diventa Paolo, l’Apostolo delle genti.

Anche noi possiamo aprirci all’azione dello Spirito e incontrare il Signore vivo e vero nel Sacramento dell’Eucaristia, dove Gesù è quel pane di vita disceso dal cielo di cui ci parla Giovanni nel suo Vangelo; pane che ci unisce a Lui e al Padre e ci fa un solo corpo con i fratelli nella Chiesa.

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Per riflettere

Saulo incontra il Signore Gesù e la sua vita cambia; noi abbiamo incontrato il Signore o ci siamo chiusi al suo amore? Anche noi tante volte perseguitiamo il Signore con le nostre scelte quotidiane, con il nostro modo di parlare, agire, usare le cose e il tempo. Ne siamo coscienti? Cosa facciamo concretamente per cambiare tutto questo? Anania è colui che accompagna Saulo. E noi ci facciamo accompagnatori dei nostri fratelli verso Gesù e a nostra volta ci facciamo accompagnare? L’Eucaristia delle mie Celebrazioni nutre e riscalda la mia vita? La sta trasformando oppure la lascia indifferente?

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi