Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 26 Novembre 2020

- Pubblicitร  -

Medita

Nella pericope di oggi, che รจ tratta sempre dal capitolo 21 di Luca, Gesรน prosegue il suo discorso escatologico sulla fine dei tempi. Nella prima parte Gesรน evoca la caduta di Gerusalemme nel contesto di guerra e massacri, eventi catastrofici e dolorosi. Luca scrive il suo vangelo dopo che questi eventi si sono verificati, ovvero dopo la caduta di Gerusalemme nelle mani dei Romani, nell’anno 70 d. C., che distrussero il tempio e profanarono il luogo sacro.

Ma la fine di Gerusalemme, la sua conquista e distruzione, vista da molti come la fine del mondo, non รจ la fine. รˆ solo il compimento delle Scritture, profezia della venuta del โ€œgiorno d’ira del Signoreโ€ (Sof 1, 14–18, Am 5, 18–20), ovvero del periodo buio della nostra vita, quando tutto sembra crollarci addosso. Il tempo delle genti che deve compiersi รจ un tempo che finisce, limitato, per quanto noi non ne conosciamo la fine.

Tutti questi eventi fin qui evocati rappresentano il nostro quotidiano, e sono i periodi d’angoscia, di smarrimento, di sconvolgimento della nostra vita che si aprono agli eventi pasquali, all’attesa fruttuosa di colui che deve venire. โ€œQuando sembra che la storia sfugga dalle mani di Dio, vi รจ piรน che mai una rivelazione, un’apokร lypsis, da parte di Dio, il quale agisce come Signore/Kyrios e porta a compimento il suo disegno di salvezzaโ€ (Enzo Bianchi).

Il sole, la luna e le stelle erano per i popoli antichi divinitร , idoli, che verranno demitizzati dalla venuta di Cristo, unico Signore dell’universo. La venuta, improvvisa, di un Dio che per amore nostro รจ morto sulla croce ci sorprenderร  e stravolgerร  la nostra vita, le nostre certezze, se solo sapremo coglierla.

Allora comincerร  il tempo della nostra liberazione che ci permetterร  di alzarci e di levare il capo.

- Pubblicitร  -

Preghiera finale

Padre delle Dieci parole, accompagna il nostro cammino nel deserto
e liberaci dalla tentazione di darci salvezza da soli.
Quando ci perdiamo nelle nostre scelte,
la tua fedeltร  sia il terreno della nostra libertร .
Quando siamo offuscati dall’immagine di noi stessi,
spingi il nostro sguardo a discernere l’invisibile.
Quando ci vantiamo di averti come Dio,
ricordaci che il tuo Nome รจ impronunciabile.
Quando non sappiamo piรน riposarci,
portaci ad accogliere la benedizione del settimo giorno.
Quando contraddiciamo i nostri genitori,
fa’ che non dimentichiamo che sono le nostre radici.
Quando l’altro diventa un nemico,
la tua misericordia apra vie di pace.
Quando si raffredda o viene a mancare l’affetto,
rinnova in noi lo slancio dell’amore verso l’altro.
Quando sorge in noi il desiderio del possesso,
ricordaci che c’รจ piรน gioia nel dare che nel ricevere.
Quando siamo tentati di scrutare le colpe degli altri,
metti in noi l’audacia della vera umiltร .
Quando sentiamo il desiderio di essere altri,
rendici la gioia di essere noi stessi.
Padre delle Dieci parole, accompagna il nostro cammino nel deserto
e insegnaci la tua legge come legge di libertร .


AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Cristina Martinelli, Chiara Martinelli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโ€™Evangelizzazione e la Catechesi

Altri Articoli
Related

Commento alle letture della liturgia del 23 Dicembre 2025

Tempo di Avvento IV, Colore Viola - Lezionario: Ciclo A, Salterio: sett. 4 Il...

Missio Ragazzi – Commento al Vangelo di giovedรฌ 25 Dicembre 2025 per ragazzi

Di quante cose il Vangelo ci fa dono nella notte...

Carlo Miglietta – Commento alle letture di giovedรฌ 25 Dicembre 2025

NATALE DEL SIGNORE Letture: Messa della Notte: Is 9,1-3.5-6; Tt...

Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 23 Dicembre 2025

Nascita di Giovanni Battista.Dal Vangelo secondo Luca In quel tempo,...