Questo Vangelo ci invita a riflettere sulla nostra Fede come via per la salvezza, riconoscendo la grandezza di Gesรน, chiedendo il suo perdono. Da una situazione cosรฌ drammatica non ci si aspetta che l’uomo Gesรน possa uscirne vittorioso, non ci sono atti di forza, spettacolaritร e il suo sacrificarsi non coincide certo con l’immagine del vincitore che si salva e del perdente che subisce.
Ma la Parola che descrive i fatti nella solennitร di oggi ci costringe a ripensare al nostro concetto di potere e di regalitร : la regalitร di Gesรน รจ massima proprio nel momento in cui Egli, il Figlio di Dio, non salva se stesso ma si sacrifica per salvare l’umanitร intera. Sa di dover portare a compimento l’opera per cui era stato inviato dal Padre, che ora lo ha condotto fino alla croce.
Di fronte a questa sofferenza e alla sensazione di abbandono, Cristo non arretra, ma dona e ama fino all’ultimo respiro. Anche se umiliato, scartato, disprezzato e reietto dagli uomini (Is 53, 3–7), Gesรน ha ancora un dono da dare sulla croce, concedendolo al malfattore crocifisso che chiede salvezza. Costui รจ consapevole dei suoi peccati e di essere meritevole di quella condanna.
Questa consapevolezza gli dona la vista per riconoscere in quell’uomo agonizzante il Re Salvatore del mondo. Quelli invece che lo avevano deriso non sentono di essere bisognosi di salvezza, sono e rimangono pertanto ciechi. Come cristiani siamo chiamati a riflettere sulla potenza dell’immagine di debolezza del Cristo che diviene il vero Signore della storia.
Non agisce per cancellare, con un colpo di spugna, tutte le atrocitร e i mali di questo Mondo, ma li prende tutti su di sรฉ, rimanendo sulla croce fino alla morte.
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Per Riflettere
Arriverร un giorno in cui anch’io dirรฒ: โGesรน ricordati di me quando entrerรฒ nel tuo Regnoโ. La mia vita potrร essere stata degna di questa richiesta?
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโEvangelizzazione e la Catechesi
