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Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 23 Maggio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mc 9, 41-50

Cos’è che è motivo di scandalo in noi? Il Signore oggi ci invita a guardarci dentro, ad analizzarci nel profondo. Siamo noi quelli capaci di dare da bere a chi ha sete, nel nome di Cristo?

Oppure siamo tra coloro che scandalizzano i più piccoli, gli ultimi, gli emarginati, e come tanti altri dimenticandosi di loro siamo capaci di passare oltre senza guardare?

Gesù ci invita con alcune affermazioni dal grande valore provocatorio, di rottura, a guardare con schiettezza al nostro quotidiano, alla maniera con cui noi ci poniamo nel mondo. Le nostre azioni, le nostre direzioni, le nostre prospettive sulle cose.

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La mano, il piede, l’occhio: simbolicamente il Figlio di Dio ci invita ad interrogarci, a chiederci se non siamo noi per noi stessi ostacolo. Ecco, allora, che Egli ci invita a liberarci, a privarci di ciò che nei nostri giorni è motivo di impaccio più che di benedizione. In che direzione vanno i nostri desideri, i nostri progetti e di conseguenza le nostre azioni?

Se non siamo in grado di orientare il verso che la nostra esistenza ha preso, allora dobbiamo essere capaci di decisioni radicali che ci riportino sulla strada della nostra vocazione. Chiunque, dunque, sia di impedimento a sé, curi per primo se stesso; si prenda cioè cura dei propri errori, delle proprie infermità. Solo allora si renderà libero e in grado di compiere opere giuste nel nome del Signore.

Per riflettere

Mi fermo a pensare quali sono le parti di me che più mi sono motivo di “scandalo”, quali cioè hanno più bisogno di essere radicalmente guarite, accudite, e forse nuovamente rivolte alla direzione che più mi avvicina al Signore. In che verso si muove la mia vita e secondo quali prospettive? In virtù di cosa prendo decisioni e agisco?

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

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