Un brano del Vangelo cosรฌ breve ci invita forse a una meditazione incentrata sul ruolo delle parole usate nel testo, sapendo che nessuna รจ lasciata al caso nella narrazione evangelica. Cosรฌ leggiamo che Gesรน โentraโ in una casa. Lo abbiamo sentito molte volte, ma รจ importante non darlo per scontato: il Signore non resta nei Cieli, lontano, ma vuole entrare a casa nostra, nella nostra vita quotidiana. Possiamo immaginare quindi che Gesรน si stesse recando ad un incontro personale, privato, ma ecco che sopraggiunge la โfollaโ.
Questa, per l’evangelista Marco, รจ l’immagine della massa di uomini che si fanno trasportare dagli insegnamenti di Gesรน, ma poi rimangono alla superficie delle cose. In questo brano, la folla รจ talmente numerosa che impedisce persino di โmangiareโ. A chi? Presumibilmente agli intimi che stava incontrando Gesรน, forse i Dodici.
E qua non si intende solo il nutrirsi di cibo (ยซNon di solo pane vivrร l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dioยป, Mt 4, 4): la folla che pressa e si accalca impedisce agli apostoli di ascoltare e assimilare il messaggio di Gesรน. C’รจ, insomma, una gran confusione. E in questa folla confusionaria e confusa si diffonde la voce che quest’uomo che predica e compie miracoli sia forse matto, fuori di sรฉ, al punto che โi suoiโ, ossia quelli a lui piรน vicini vogliono portarlo via, probabilmente per proteggerlo dalla folla stessa.
Ma come si legge nei brani successivi del Vangelo, Gesรน non teme le insinuazioni delle folle e non scappa dal confronto, non limita la propria predicazione ai โsuoiโ che vogliono capirlo, ma afferma nuovamente e davanti a tutti la forza della sua Parola, che viene da Dio.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโEvangelizzazione e la Catechesi
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I commenti sono curati da Marta e Enrico Puglisi



