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Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 20 Marzo 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 8,31-42

Gesù vorrebbe che la sua Parola fosse per noi una casa in cui abitare, dimorare, sostare, indugiare, trascorrere del tempo, che fosse scenario costante dei nostri più piccoli gesti quotidiani e cornice delle relazioni più intime.

Alla sorgente di tutto c’è l’abitare dentro alla sua Parola ed essere abitati da essa, e questo invito a rimanere costantemente nella Parola favorisce il nostro incontro con la verità che è Gesù stesso, l’amore del Padre che si è fatto carne e storia.

Il rimanere, abitare, nella Parola ci permette di conoscere la verità e la verità ci rende liberi: è un movimento circolare dove ogni azione alimenta l’altra e accende un cammino di Fede; la comunione con la verità ci libera dal peccato, cioè da noi stessi, dal nostro orgoglio, dall’invidia e dalle passioni.

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La libertà di cui si parla richiama la libertà del figlio di abitare nella casa del Padre, dove tutto ciò che è suo è anche nostro in una perfetta comunione e condivisione, siamo “l’uno la gioia dell’altro!”.

La verità non si ha, ma si fa, la verità è un amore da praticare; fare la verità è fare il bene, solo con esso si diventa figli di Dio, non perché generati da lui, ma perché somiglianti a Lui nell’amore.

La verità è un cammino. Non è una vaga illuminazione, è un percorso in cui ci si abitua ad essa, la si incontra, la si conosce, la si lascia agire in noi fino a lasciarci allargare il cuore e la mente stessa.

La verità è un’esperienza, e Gesù ne è la via, il motivo, la materia stessa. La verità non è una parola, è una persona, è il Cristo che ci renderà liberi per mezzo della luce.

Per riflettere

Il cristiano, secondo San Paolo, deve essere un “altro Cristo”: «Non sono io che vivo, è Cristo che vive in me» (Gal 2, 20). Il riflesso del Signore nella nostra vita di ogni giorno, com’è? Sono un Suo specchio? Vero, libero e misericordioso?

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

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