Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 2 Febbraio 2023

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Entrando nella storia degli uomini, Gesù, nelle mani obbedienti di Maria e Giuseppe, si appresta a prendere parte alla vita di fede e alle sue responsabilità, proprio come ogni uomo e ogni donna di tutti i tempi. Si lascia condurre, da chi lo ha dato alla luce, ad adempiere ai doveri ordinari di ogni cristiano: offrire sacrifici di gratitudine a Dio, agli occhi del quale è sacro ogni figlio, nel tempio di Gerusalemme. È il volto di un Gesù profondamente radicato nella storia, anche nelle prescrizioni e nei riti che questa richiede; la stessa storia che il Padre ha amato a tal punto da affidarle il Suo unico Figlio.

Proprio mentre attende ai doveri dei figli, Gesù ci viene presentato come l’Atteso, mediante due incontri significativi: Simeone e Anna, due puri di cuore che hanno saputo fare della loro vita un’attesa fiduciosa e operante. Simeone: un uomo giusto e audace nell’umiltà, che osa fidarsi di Dio ancor prima di conoscerlo, nel “solo”, essenziale ascolto dello Spirito Santo. È lo Spirito che promette ai nostri cuori l’incontro con la Vita piena, ed è lo stesso Spirito che, come con Simeone, ci pone in cammino verso i luoghi e i tempi in cui si manifesta. Anna: una donna che ha imparato ad abitare la solitudine trasformandola in occasione preziosa per servire Dio, senza stancarsi mai.

Due storie, una sola risposta: Simeone e Anna riconoscono Dio nel Bambino che viene, lo accolgono come la grazia promessa da una vita e benedicono il Padre a piena voce. È il più gradito dei sacrifici. Ed è subito la gioia di un annuncio che si fa pre-annuncio, profezia: preparare il cuore a ricevere Gesù rende i piccoli, noi stessi, capaci di scorgere il futuro nell’oggi, la salvezza nello sguardo di un bimbo, la resurrezione di molti nella caduta di uno.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

I commenti sono curati da Rita e Giovanni Giordanelli