Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 17 Ottobre 2021

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Il cuore di ciascuno, anche di coloro che sono entusiasti di vivere con Gesù perché hanno visto i prodigi e ne hanno vissuto i successi, può essere preso da manie di grandezza e può non comprendere nulla delle parole e della vita di Gesù, il Maestro.

L’episodio di Giacomo e Giovanni, i primi discepoli chiamati che lo conoscono da più tempo, si svolge dopo che Gesù ha predetto per la terza volta il suo destino, la sua morte e la sua resurrezione. Subito dopo i discepoli mostrano di non aver capito sostanzialmente nulla di quanto il Maestro ha appena detto loro. Parlano del potere e della gloria. Sanno quello che chiedono? Essere illuminati è venire alla luce, nascere, capire la realtà e saper chiedere, l’illuminazione consiste nel capire qual è la gloria di Dio.

L’uomo ha bisogno di gloria e di riconoscimento. O trova la vera gloria, che è il vero peso, la consistenza che è l’Amore che Dio ha per lui, oppure è perso nella vanagloria, come i capi delle nazioni. (dalla Lectio 45 di padre Filippo Clerici e padre Silvano Fausti)
Essere servitori gli uni gli altri è già il premio, vivere l’Amore è “perdersi” per regalare all’altro la libertà di essere e di amare.

Per riflettere

Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Chi potrò servire oggi?

Preghiera finale

Ci interessa di perderci
per qualche cosa o per qualcuno
che rimarrà anche dopo che noi saremo passati
e che costituisce la ragione del nostro ritrovarci.
Ci impegniamo
a portare un destino eterno nel tempo,
a sentirci responsabili di tutto e di tutti,
ad avviarci, sia pure attraverso un lungo errare,
verso l’amore.
(Don Primo Mazzolari)