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Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 15 Aprile 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 6, 22-29

l passo evangelico che riguarda l’invito di Gesù a cercare un cibo destinato alla vita eterna può essere affrontato da diverse prospettive.

Innanzitutto, la prima riflessione che il brano suggerisce è sul pericolo di stabilire un rapporto utilitaristico con Cristo, sottolineando la necessità di una fede autentica che vada oltre la ricerca di benessere personale. L’invito è a prendere decisioni concrete dopo la preghiera, evidenziando che il vero problema non è sentirsi bene durante la preghiera, ma la scelta intrapresa con il cuore.

Successivamente, la narrazione si sposta sulla folla che cerca Gesù dopo il miracolo dei pani e dei pesci. Qui l’esortazione è di cercare un cibo più profondo, rappresentato dalla Parola di Dio o dall’Eucaristia, andando oltre i bisogni superficiali. La tendenza umana è di cercare segni tangibili anziché comprendere il significato più profondo della fede in Gesù Cristo.

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Infine, la reazione della folla al miracolo, evidenzia la critica implicita di Gesù al cercarlo solo per i benefici materiali. Si avverte il rischio di concentrarsi sugli elementi straordinari, perdendo di vista la fede quotidiana in Gesù.

Il brano, quindi, ci invita ad approfondire una riflessione complessiva che spinge a cercare Gesù non solo per i segni e i miracoli, ma per una fede autentica che permea la vita di tutti i giorni. La sfida è di riuscire ad unire la preghiera a una testimonianza concreta, poiché la vera professione di fede si manifesta nella vita di ogni giorno.

Per riflettere

“L’opera di Dio è credere in colui che egli ha mandato” (Gv 6, 29). Questa ricerca dona un cibo che sostiene nel presente e perdura nella vita eterna, attraversando il tempo e la storia.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

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