Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 11 Maggio 2024

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Tramite questa parola, Gesรน ci invita a chiedere, a domandare. Ci affacciamo, cosรฌ sembrerebbe, alla faticosa questione del chiedere e donare, del sentirsi esauditi o delusi. Eppure, qui il Signore per mezzo del Figlio prediletto sembra dirci qualcosa di nuovo; non รจ il solo fatto di pregare ed intercedere, ma la fede con cui si domanda a determinare le cose.

Tanto che il testo ci dice: ยซFinora non avete chiesto nulla nel mio nomeยป, come se mai davvero nulla fosse stato domandato con l’intenzione dell’uomo affidato a Dio. ยซIl Padre vi amaยป, afferma Gesรน, e ยซvi ama in virtรน del fatto che amate me e avete creduto che io sia suo figlioยป. In forza di questa fede, di questo intimo convincimento, chiedete.

Perchรฉ chi conosce Gesรน, conosce l’Amore del Padre, e non puรฒ sentirsene escluso. E anche laddove la nostra richiesta apparentemente sembrerร  non essere esaudita, essa non va persa, non รจ ignorata, ma viene ricompresa in un progetto di salvezza piรน grande di cui ora non abbiamo contezza.

Ci sarร  il momento, ci dice il Figlio di Dio, in cui non vedremo piรน le cose in maniera velata, ma con pienezza, e allora ci renderemo conto del bene compiuto, della salvezza desiderata e realizzata per ciascuna creatura.

Per riflettere

Mi sento salvata o salvato? Opero con la limpidezza del cuore di chi si sente affidato a Dio? Con questa intima convinzione il chiedere e il consegnarsi raggiungono un senso ulteriore, che non รจ quello legato alla richiesta in sรฉ, ma all’atteggiamento con cui vivo e faccio affidamento alla mia fede. Proviamo oggi a pregare con questa intima convinzione e lasciamo che si esprimano nella preghiera le nostre richieste, le nostre intenzioni affidate al Padre.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโ€™Evangelizzazione e la Catechesi

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