Commento al Vangelo del 3 dicembre 2017 – p. Roberto Mela scj

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Viene il Signore

Quando ci si sta per inoltrare nel fitto di un bosco che non si conosce, avendo perรฒ bene in mente la meta di una montagna molto alta, si consulta con fiducia e attenzione una cartina della zona, con i sentieri ben segnati, prima di affrontare la salita finale segnata solo con i bollini rossi della scalata alpinistica. Si guarda indietro al punto di partenza, si fa la revisione dellโ€™attrezzatura e dellโ€™approvvigionamento, si rivedono i tempi di percorrenza e il percorso alternativo in caso di rientro forzato. Chi รจ passato prima di noi ci ha lasciato una memoria che ripercorriamo con fiducia e gratitudine, poggiando sicuri i nostri passi sui loro.

La meta รจ ancora lontana, ma lโ€™animo รจ ben preparato e attrezzato. Le incognite non sono mai da escludere e, prima del pomeriggio, bisogna giร  essere fuori dai pericoli. Piรน si avanza, piรน la meta ci viene incontro. Spesso si nasconde dietro un avvallamento e la si scorge solo allโ€™ultimo momento. Talvolta serpeggia un leggero moto di inquietudine, quando la stanchezza si fa sentire prima del previsto, il tempo passa e sta cambiando in fretta, e la meta รจ ancora lontana. Si guarda in alto, si rafforza la fiducia, passo dopo passo la meta non puรฒ deluderci, svanire nel nulla. รˆ segnata sulla cartinaโ€ฆ

Andiamo, saliamo, ma tu vienici incontro in frettaโ€ฆ

Tu sei nostro padre!

Un nuovo cammino si apre dinanzi a noi. Un cammino lungo un anno. รˆ bello iniziarlo sollecitando lโ€™attesa del nuovo, del rinnovato, del fresco riprendersi della vita dopo tempi passati nellโ€™incertezza, nella delusione e nellโ€™amarezza per unโ€™umanitร  che sembra smarrita. รˆ bello iniziare un nuovo cammino personale e comunitario con lo zaino pieno della vita vissuta, riserva per un cammino nuovo, inedito, seppur segnato da grandi amici che ci hanno preceduti.

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Nel cuore del popolo di Israele brucia ancora viva la ferita dellโ€™esilio vissuto a Babilonia (586-538 a.C.) da cui molti sono appena rientrati. Brucia il cuore per la schiavitรน patita, fremono le viscere al vedere come รจ ridotto il paese e il suo โ€œocchioโ€, il suo โ€œombelicoโ€, la dolce cittร  di Sion, Gerusalemme la fonte della nostra gioiaโ€ฆ

Una preghiera nasce spontanea dal cuore credente del popolo ferito e incredulo. Il popolo si aggrappa alla memoria e allโ€™invocazione del suo Dio, YHWH, il Fedele per eccellenza. YHWH ha vissuto una vita con noi, abbiamo intessuto una relazione dโ€™amore altalenante ma tutto sommato continua, grazie alla sua misericordia viscerale. Un salmo storico โ€œsale al cuoreโ€, la lamentazione si fonde col ricordo e con la supplica.

Al ringraziamento, o memoria storica dellโ€™esodo (63,7-14), segue la supplica piena di fiducia in Dio Padre (63,15-19a). Il lamento o confessione dei peccati risuona profondo (63,19b โ€“ 64,6), prima di sfociare nuovamente nella supplica piena di fiducia in Dio padre (64,7-11).

โ€œTu sei nostro Padre/โ€™attฤh โ€™abรฎnรป!โ€ (63,16[bis]; 64,7). Te lo diciamo per la prima volta in tutte le preghiere che ti abbiamo elevato in questi secoli. Tu sei la nostra cintura di sicurezza, la roccia che non trema, la vita che sgorga sempre, la cura che non lascia mai soli. Anche i nostri patriarchi si sono dimenticati di noi. Abramo e Giacobbe/Israele hanno perso la memoria del nostro cammino. La loro paternitร  ci sembra fermata, seccata, inaridita. Tu hai allentato troppo le briglia della nostra libertร . Lโ€™hai rispettata fin troppo. Ci hai lasciato vagare, deviare, diventare duri di cuore, inselvatichiti come lupi, lโ€™un contro lโ€™altro armati. Homo homini lupus.

Tu sei nostro redentore!

โ€œTu sei nostro redentore/โ€™attฤh gลฤƒlฤ“nรป (63,16b)โ€, questo รจ il tuo nome da sempre! Tu sei il nostro parente piรน prossimo, il riscattatore delle nostre miserie e dei nostri debiti, il redentore dei nostri beni e dei nostri cari. Schiavi eravamo, tu ci hai riscattati e riportati a casa. La nostra terra รจ un disastro. Le menti piccole e ristrette, le vedute corte ed egoiste, gli occhi torbidi e striati dal sangue.

Non cโ€™รจ molto collante sociale e familiare. Ognuno va per conto suo, gli egoismi si fanno nazionali e continentali. Ci stiamo riperdendo, dopo aver vissuto stagioni di liberazione, di speranza, di cammino comune e solidale, seppur nella povertร . Il nostro cuore, tu lโ€™hai lasciato diventare duro, senza voglia di sentir parlare di te e di darti retta.

Qualche profeta dal cuore grande e dallโ€™occhio penetrante ci sta avvisando che il nostro vagare va verso il nulla, ma un egoismo diabolico ci rinserra mente e cuore nel presente, nellโ€™eterno presente. Deliri di onnipotenza di piccoli stregoni fanno baluginare scenari di felicitร  a basso prezzo, scontata al due per uno. Ci costruiamo la nostra identitร . Siamo nostri. Noi siamo di noi, non apparteniamo a nessuno, non ci interessa di nessuno. I nostri figli troveranno al loro strada, se la sbroglieranno da soli nel mondo che lasceremo a loro.

Torna, strappa i cieli!

Torna tu, o Signore YHWH! Torna tu sui tuoi passi. Sei stato troppo accondiscendente, troppo permissivo. Convertiti, cambia direzione, non andare avanti da solo. Torna indietro a prenderci, torna presto a liberarci dalle nostre macerie, dai nostri piccoli sogni, dalle nostre speranze dalle ali molto corte. Strappa i cieli di bronzo, i cieli chiusi sopra le nostre teste. Torna a scendere sul Sinai dei nostri cuori. Falli tremare di scosse, cosรฌ che ripartano dopo lโ€™infarto. Defibrillaci, altrimenti ci perdi. Tu hai fatto cose terribilmente meravigliose/nรดrฤโ€™รดt al Sinai dei nostri padri. Mai sโ€™era sentito prima che un dio fosse cosรฌ vicino al suo popolo, si interessasse tanto ad esso da abbassare i cieli e poggiare i piedi sul loro cammino per liberarli. Tu vai incontro a chi sta al tuo patto con gioia, con coloro che si ricordano molto bene di te, quando cammino secondo le vie del tuo cuore di padre.

Raduna le foglie disperse

Strappa i cieli della tua bellezza, torna a far splendere la tua vita sui nostri giorni. Siamo rinsecchiti come foglie dโ€™autunno, impuri di cuore, stracci da macero. Le nostre scelte ci hanno preso la mano, abbiamo voluto segnare da soli i nostri sentieri. Non ci siamo fidati della tua cartina. E cosรฌ i nostri pensieri sono diventati ideologie assassine, la nostra libertร  libertinaggio, i mezzi il fine, i soldi il tutto.

Ci siamo guardati allo specchio e abbiamo detto che eravamo bravi. Abbiamo fatto migliaia di selfies e abbiamo creduto di non essere troppo malmessi. I nostri amici ci hanno linkato troppo, e noi ci crogioliamo volentieri nel facile consenso acritico ricevuto. Il nostro volto non rispecchia piรน il tuo. Un volto di Padre. Un volto di Madre. Un volto di papร  di famiglia che gode nel vedere i suoi figli uniti a tavola, pur avendo ognuno le sue difficoltร .

Non siamo contenti delle nostre facce, dei nostri cuori. Rimodellaci con le tue mani, col tuo santo spirito (Is 63,10.11.14). Tu, Divino Vasaio, rifacci nuovi nel volto e nel cuore. Raduna le foglie disperse, ridona linfa al cuore e alla volontร .

Torna, squarcia, scendi, raduna e rinnova. Torna tu (63,17) e noi ritorneremo. Il tuo avvento sarร  il nostro ritorno. Torna, o Padre redentore, torna per sempre. Scuotici dal torpore dellโ€™anestesia collettiva. Svegliaci con la tua Parola, il tuo Corpo, la tua famiglia. Portaci alla meta, in cima. Faremo cordata con te.

Insonni, vigili!

Il giorno e lโ€™ora dellโ€™avvento del Veniente definitivo nessun uomo lo conosce, neanche gli angeli celesti e neppure il Figlio โ€“ il Figlio di Dio fatto carne โ€“, se non il Padre (Mc 13,32). Il Padre redentore custodisce nelle sue mani il segreto del tempo. Cosรฌ rende sereni i suoi figli, che possono vivere con gioia e senza angoscia i loro giorni, non conoscendo scadenze che possono bloccare i cuori e frenare gli slanci.

A conclusione del suo discorso sulle realtร  ultime, pronunciato da Gesรน una volta uscito dal tempio e seduto come un maestro sul monte degli Ulivi (cf. Mc 13,3), egli invita i suoi discepoli che domandano il โ€œquandoโ€ e il โ€œsegnoโ€ a coltivare gli atteggiamenti degni dellโ€™uomo. โ€œFate attenzione/blepete, vegliate insonni/vegliate rubando le ore al sonno/agrypneite (13,33), vigilate/grฤ“goreiteiโ€ (vv. 35.37).

Non รจ il terrore di fronte a un futuro sconosciuto, al nulla verso cui si รจ stati gettati (come pensava qualche filosofo) a tenere svegli i credenti in Cristo. Essi godono della piena fiducia del loro Signore che, partendo fisicamente con la sua risurrezione, ha lasciato loro โ€œla sua casa/tฤ“n oikian autouโ€, ha donato loro lโ€™autoritร /tฤ“n exousian come si addice a persone adulte e responsabili di beni propri e altrui, unitamente al compito/lavoro/ergon che ciascuno deve fare perchรฉ il suo Signore sa che puรฒ farlo, avendogli donato i mezzi adatti per tale impegno.

Il portinaio deve per primo vigilare/hina grฤ“gorฤ“i allโ€™entrata dalla casa da proteggere, per evitare intrusioni di malintenzionati antievangelici o diavoli mascherati da angeli di luce (cf. 2Cor 11,14).

Lโ€™โ€œuomo che parte per un paese lontano, allโ€™estero, fuori della propria patria/anthrลpos apodฤ“mosโ€ (v. 34) รจ โ€œil signore/padrone della casa/ho kyrios tฤ“s oikiasโ€ (v. 35), che รจ sovranamente libero di โ€œvenire/erchetaiโ€ (v. 35) a qualsiasi ora oscura: la sera, in piena notte o al primo canto notturno del gallo, o sul far dellโ€™alba, la mattina prestissimo (prลi; cf. Mc 16,2 โ€œdi buon mattinoโ€ le donne vanno al sepolcro con gli oli aromatici; Mc 16,9 โ€œRisorto al mattino presto/anastas de prลi, โ€ฆ Gesรน apparveโ€).

Il Signore puรฒ venire prestissimo il mattino, al sommo della stanchezza dellโ€™uomo, come il mattino presto ha lasciato la patria squarciando il velo della morte.

Il Signore viene!

Insonni, vigilate! รˆ il comando della libertร , รจ la libertร  dallโ€™anestesia. Nessuna angoscia, solo vigilanza adulta e responsabile. Niente cervelli allโ€™ammasso, nessuna concessione alle urla lanciate alla pancia della gente o vomitate in faccia allโ€™โ€œavversarioโ€. Nessuna briglia lunga lasciata al pensiero โ€œcomuneโ€, alla dittatura della maggioranza (o della minoranza). Niente esagerazioni col pensiero โ€œdeboleโ€ e โ€œliquidoโ€โ€ฆ Nessun adito a clowneschi uomini della provvidenza o a piccoli pifferai magici. Il padrone di casa รจ un Signore libero e che ama i suoi โ€œserviโ€ (in realtร  โ€œamiciโ€ [Gv 15,14] e โ€œfratelliโ€ [Mt 28,10]).

Sono i โ€œserviโ€ del Risorto che รจ partito per un viaggio allโ€™estero, ma che โ€œtorna/erchetaiโ€ senza alcun dubbio. Torna sempre, torna in ogni tempo e in ogni vita. Tornerร  alla fine e porterร  ai suoi gli acquisti preziosi fatti โ€œallโ€™esteroโ€.

Sarร  il conguaglio delle ricchezze anticipate con fiducia ai suoi al momento della sua โ€œpartenzaโ€.

Commento a cura di padre Roberto Mela scj – Fonte del commento: Settimana News

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 3 dicembre 2017 anche qui.

I Domenica di Avvento – Anno B

Mc 13, 33-37
Dal Vangelo secondo Marco

33Fate attenzione, vegliate, perchรฉ non sapete quando รจ il momento. 34รˆ come un uomo, che รจ partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. 35Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerร , se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; 36fate in modo che, giungendo allโ€™improvviso, non vi trovi addormentati. 37Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!ยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 03 – 09 Dicembre 2017
  • Tempo di Avventoย I
  • Colore Viola
  • Lezionario: Ciclo B
  • Salterio: sett. 1

Fonte: LaSacraBibbia.net

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