Abbiamo fatto quanto dovevamo fare
Il detto assai noto di Gesรน sulla fede che sposta le montagne si trova in tutti e tre i vangeli sinottici, con qualche variante e in contesti diversi; Luca lo colloca in un momento cruciale della vicenda degli apostoli. Essi hanno condiviso con il Maestro un buon tratto di cammino e giร si sono sentiti rimproverare da Lui un paio di volte per la loro scarsa fede: โdovโรจ la vostra fede?โ dice Gesรน dopo aver calmato la tempesta (Luca 8,25) e โgente di poca fede, il Padre sa di che cosa avete bisogno!โ (12, 28).
[ads2]In seguito a tali richiami i discepoli si rendono conto ancora piรน fortemente della loro piccolezza di fronte alle esigenze sempre piรน forti e radicali proposte da Gesรน, che chiede a chi vuole seguirlo un totale distacco dalle ricchezze (Luca 16, 13) e la capacitร di un perdono senza limiti (17, 4). Cosรฌ domandano al loro Signore: โAumenta la nostra fede!โ
La risposta di Gesรน, come spesso succede, corregge il tiro della domanda stessa: non si tratta di aumentare la fede, di averne tanta o poca, ma di vivere una fede autentica, genuina; allora ne basterร anche una briciola e, attraverso questo pur minimo spiraglio, si manifesterร la grandezza e la potenza di Dio.
Lโidea รจ resa attraverso un paragone iperbolico: ciรฒ che รจ umanamente impossibile, come sradicare un gelso, lโalbero dalle radici piรน profonde e ramificate che puรฒ durare anche seicento anni, e trapiantarlo nel mare (sic!) diventa possibile nella fede. Eโ da notare che Gesรน non si riferisce a gesti spettacolari fini a se stessi, dal momento che Egli non ha mai operato miracoli in tal senso, ma alla potenza dello Spirito, che solo puรฒ cambiare i cuori e realizzare ciรฒ che per lโuomo รจ impensabile: anche saper perdonare il proprio fratello fino a sette volte in un giorno (come viene detto in Luca 17,4), cioรจ sempre, visto che biblicamente sette significa pienezza e totalitร .
Dunque la potenza della fede รจ anzitutto la potenza dellโamore, quellโamore incredibile per lโuomo, per ogni uomo, che Dio ha manifestato nel suo Figlio e che rende il credente stesso capace a sua volta di amare. Lo aveva ben sperimentato S. Paolo che, raggiunto da questo amore, da accanito persecutore dei cristiani era diventato lโapostolo delle genti e che perciรฒ ha potuto esprimere chiaramente il nesso, anzi il primato dellโamore sulla fede: โse possedessi la pienezza della fede cosรฌ da trasportare le montagne, ma non avessi la caritร , non sono nullaโ (1ยฐ Cor. 13, 2).
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E lo ha ben sperimentato, nel secolo scorso, Santa Madre Teresa di Calcutta, che non ha certo compiuto gesti spettacolari, ma ha fatto ben piรน che trapiantare gelsi in mare: ha innescato una corrente di amore totalmente gratuito e disinteressato che tuttora parla molte lingue ed รจ destinato a durare a lungo.
Il discorso di Gesรน prosegue poi con la similitudine, propria di Luca, del โservo inutileโ, che, come il precedente paragone del gelso, non va presa alla lettera interpretando ogni elemento e ogni personaggio, ma considerata nel suo โpunto di forzaโ: lโequiparazione del credente a quello che nella societร del tempo era lo schiavo.
Ovviamente la scelta del termine di paragone non implica alcuna approvazione della schiavitรน! Semplicemente Gesรน fa leva su una situazione molto comune allโepoca e molto ben conosciuta per far capire quale deve essere lโatteggiamento del cristiano verso Dio: Egli lo invita a superare quella mentalitร farisaica per cui si accampano diritti e si pretendono riconoscimenti per il proprio operato nella vecchia logica del โdo ut desโ (cioรจ: io ti do, affinchรจ tu a tua volta mia dia qualcosa), come se Dio fosse obbligato a ricompensare lโobbedienza ricevuta dallโuomo.
Invece, sullโesempio dello stesso Figlio di Dio che โspogliรฒ se stesso, assumendo la condizione di servoโ (Fil. 2, 7) e venne nel mondo non per fare la sua volontร ma quella del Padre, anche ciascuno di noi รจ chiamato a lavorare nella vigna del Signore come un umile servo, che non pretende riconoscimenti per quello che fa, perchรฉ, avendo sperimentato nella sua vita la straordinaria gratuitร dellโAmore, non puรฒ fare a meno di viverla a sua volta nei confronti dei suoi fratelli, di ogni fratello che il Padre gli fa incontrare; e non solo non accampa titoli di merito, ma trova tutta la sua ricompensa nella gioia del servizio stesso. In fondo la logica sottostante รจ la stessa del brano precedente: si tratta โsemplicementeโ di fare spazio a Dio, cui nulla รจ impossibile (Luca 1,37).
E allora potremo fare nostra, con veritร , la preghiera di Madre Teresa: โSignore, dammi la fede che muove le montagne, ma con lโamore. Insegnami quellโamore che prova gioia nella veritร , sempre pronto a perdonare, a credere, a sperare e a sopportare. Infine, quando tutte le cose finite si dissolveranno e tutto sarร chiaro, possa io essere stato il debole, ma costante riflesso del tuo amore perfetto.โ
Ileana Mortari – Sito Web
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XXVII Domenica del Tempo Ordinario – Anno C
- Colore liturgico: verde
- Ab 1,2-3; 2, 2-4; Sal 94; 2 Tm 1,6-8.13-14; Lc 17, 5-10
Lc 17, 5-10
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: ยซAccresci in noi la fede!ยป.
Il Signore rispose: ยซSe aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Srร dicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirร , quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirร piuttosto: “Prepara da mangiare, strรญngiti le vesti ai fianchi e sรฉrvimi, finchรฉ avrรฒ mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrร forse gratitudine verso quel servo, perchรฉ ha eseguito gli ordini ricevuti?
Cosรฌ anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi รจ stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”ยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 02 – 08 Ottobre 2016
- Tempo Ordinario XXVII, Colore verde
- Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 3
Fonte: LaSacraBibbia.net
