
[ads2]Gesรน, amico degli uomini, soprattutto dei deboli, guarda con affetto e misericordia quellโuomo. Forse pensava anche a questo episodio lโapostolo Giacomo quando nella sua lettera esorta i cristiani ad avere unโattenzione prioritaria ai poveri e ai deboli. ร vero che Dio non fa preferenze di persone. Ma รจ altrettanto vero che il suo cuore รจ come sbilanciato verso i poveri e i deboli. Questi ultimi sono i primi nel Vangelo. Cosรฌ deve essere per ogni credente e per ogni comunitร cristiana. Gesรน ha accolto quel sordomuto. E sta con lui, in disparte. Seguendo unโantica consuetudine dei guaritori, Gesรน โgli pone le dita nelle orecchie e con la saliva gli tocca la linguaโ. Quindi, nota lโevangelista, Gesรน alza gli occhi al cielo ed emette un profondo sospiro. ร la preghiera di Gesรน che unisce la fiducia nel Padre e la compassione per quellโuomo malato. Aveva fatto la stessa cosa anche prima della moltiplicazione dei pani, quando si commosse sulla folla stanca e sfinita e poi โalzรฒ gli occhi al cieloโ (Mc 6,41).
Gesรน sente un sussulto nel petto, una forza che viene da dentro, e dice al sordomuto: โEffatร !โ, ossia โApriti!โ. ร una sola parola, ma sgorga da un cuore pieno dellโamore di Dio. โSubito ย nota lโevangelista ย si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamenteโ. Tornano in mente le parole del centurione: โSignore, diโ soltanto una parola e il mio servo sarร guaritoโ (Mt 8,8). E riecheggia la forte esortazione di Isaia al popolo dโIsraele schiavo in Babilonia: โDite agli smarriti di cuore: Coraggio! Non temete! Ecco il vostro Dio, ย
viene a salvarvi. Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordiโ. Quel giorno, in quellโangolo sperduto dellโattuale Libano del sud, โDio era venuto a salvareโ quellโuomo dalla sua malattia. La forza di Dio perรฒ non si manifestava con clamore e strepito. Ci fu solo โunaโ parola. Sรฌ, perchรฉ delle parole evangeliche ne basta una sola per cambiare lโuomo, per trasformare la vita; quel che conta รจ che sgorghi da un cuore appassionato come quello di Gesรน e che sia accolta da un cuore bisognoso come quello del sordomuto. Gesรน, potremmo dire, non si rivolge allโorecchio e alla bocca ma allโuomo intero, allโintera persona. ร al sordomuto, non al suo orecchio, che dice: โApriti!โ. Ed รจ lโuomo intero che guarisce โaprendosiโ a Dio e al mondo.
ร noto lo stretto legame che cโรจ tra la sorditร e il mutismo. La guarigione richiede che ambedue gli organi vangano sanati, non รจ sufficiente che uno solo sia guarito. Potremmo dire che questo รจ vero anche nel campo della fede cristiana. Cโรจ bisogno anzitutto che lโorecchio (lโuomo) si โapraโ allโascolto della Parola di Dio. Poi la lingua si scioglie per parlare. Quellโuomo, dopo aver ascoltato, potรฉ parlare correttamente. ร stretto il legame tra ascolto della parola e capacitร di comunicare. Chi non ascolta resta muto, anche nella fede. Spesso, commentando le Scritture, si parla della decisivitร dellโascolto della Parola di Dio per il credente. Questo miracolo ci fa riflettere altresรฌ sul legame che si instaura tra le nostre parole e la Parola di Dio. Spesso noi non poniamo sufficiente attenzione al peso che hanno le nostre parole, al valore che ha il nostro stesso linguaggio. Eppure attraverso di esso esprimiamo noi stessi molto piรน di quanto crediamo. E non di rado sprechiamo le nostre parole o, peggio, le usiamo male. Lโapostolo Giacomo al capitolo terzo della sua Lettera ci ricorda: con la lingua noi โbenediciamo il Signore e Padre e con essa malediciamo gli uomini fatti a somiglianza di Dio. Dalla stessa bocca escono benedizione e maledizione. Non devโessere cosรฌ, fratelli miei!โ (3,9-10).
Questo miracolo ci fa comprendere il bisogno che abbiamo di ascoltare per poter parlare, anzi per poter parlare correttamente. Sรฌ, questo รจ il miracolo del parlare bene, ossia della guarigione da un parlare diviso e cattivo, quale Giacomo stigmatizza. E chi di noi non deve chiedere al Signore di liberarlo da un parlare troppo scorretto, talora persino violento e cattivo, bugiardo e malevolo? Spesso, troppo spesso, dimentichiamo la forza costruttrice o distruttrice della nostra lingua. ร necessario perciรฒ anzitutto ascoltare la โParolaโ di Dio perchรฉ essa purifichi e fecondi le nostre โparoleโ, il nostro linguaggio, il nostro stesso modo di esprimerci. Per i cristiani si tratta di una responsabilitร gravissima, perchรฉ lโunico modo che abbiamo di compiere la comunicazione del Vangelo รจ attraverso il bagaglio delle nostre โparoleโ. Sono povere, ma incredibilmente efficaci; possono trasportare le montagne, se riflettono la Parola. Gesรน dice: โdi ogni parola vana che gli uomini diranno, dovranno rendere conto nel giorno del giudizio; infatti in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannatoโ (Mt 12,36-37).
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XXIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno B
- Colore liturgico: verde
- Is 35, 4-7; Sal.145; Gc 2, 1-5; Mc 7, 31-37
Mc 7, 31-37
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesรน, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidรฒne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decร poli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccรฒ la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: ยซEffatร ยป, cioรจ: ยซApriti!ยป. E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandรฒ loro di non dirlo a nessuno. Ma piรน egli lo proibiva, piรน essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: ยซHa fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!ยป.
Fonte: LaSacraBibbia.net
