Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 31 dicembre 2025

L’evangelista Giovanni apre il suo vangelo con il prologo, uno dei testi biblici più belli e più alti a livello teologico.

Questo inno ci rivela l’amore del Padre, che si è pienamente realizzato nella vita di Gesù, immergendoci nella grandezza di Dio e nel mistero della sua Incarnazione: Dio, creatore di tutte le cose, la Parola che era da sempre, dal principio, e che ha dato vita a tutto, viene nel mondo per stabilire la sua dimora in mezzo a noi.

“Dio è luce e in lui non ci sono tenebre” e la sua venuta tra noi rischiara il nostro buio, il peccato che caratterizza la nostra condizione umana; il buio non può vincere la luce di Cristo; lasciarsi illuminare da questa luce ci permette di “divenire figli di Dio e credere profondamente che lo siamo realmente”. Non tutti però riconoscono e credono in Dio, non tutti accolgono la sua venuta nel mondo; Dio lascia sempre libera la sua creatura di scegliere, di rispondere o meno alla sua chiamata e di vivere una relazione d’amore; ci lascia liberi perché ci ama e mai ci trattiene, mai ci costringe, sempre si propone.

Il prologo, inoltre, ci presenta la vocazione e missione di Giovanni il Battista, profeta che abbiamo incontrato più volte nel tempo di Avvento. È lui il testimone fedele di Gesù, la voce del Verbo, la lampada che porta la Luce, il precursore che prepara la via al Signore e guida il popolo verso la conversione.

A ciascuno di noi è affidata la missione di essere testimoni di Cristo e per esserlo abbiamo bisogno di attingere ogni giorno dalla grazia di Dio, di nutrirci della sua Parola, di ricevere la forza dai sacramenti, in particolare dall’Eucaristia, “fonte e culmine” della vita cristiana, dalla Riconciliazione, sperimentando l’infinita misericordia di Dio e pregando, affinché la grazia divina raggiunga e converta il cuore di ogni persona.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi