Vedere con gli occhi del cuore
Oggi notate qualcosa di diverso nei paramenti sacri: il colore viola, segno di penitenza e attesa austera, lascia il posto al *rosa*. Siamo nella Domenicaย Gaudete, che significa letteralmente โRallegratevi!โ. La Chiesa, come una madre premurosa, ci invita a tirare un sospiro di sollievo perchรฉ il Natale รจ ormai vicino.
Il colore rosa รจ proprio questo: non รจ ancora il bianco sfolgorante della festa piena, ma non รจ piรน il viola scuro della notte; รจ ilย colore dellโaurora, quel momento in cui il cielo si schiarisce e ci dice che il Sole sta per sorgere. Prende questo nome dallโantifona dโingresso tratta dalla lettera di San Paolo ai Filippesi: ยซGaudete in Domino semperยป โ ยซRallegratevi sempre nel Signoreยป. ร un grido di gioia perchรฉ il Natale รจ vicino, perchรฉ lโattesa sta per compiersi.
Eppure, questa gioia annunciata sembra scontrarsi con la realtร dura del Vangelo di oggi. Troviamo Giovanni Battista, il grande profeta, non lungo il fiume Giordano circondato dalle folle, ma solo, al buio, in carcere. La Parola di Dio ci scuote con una domanda che risuona attraverso i secoli: ยซSei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?ยป. Giovanni, il profeta piรน grande nato da donna, si trova in prigione e dubita. Sรฌ, anche Giovanni, che aveva riconosciuto Gesรน al Giordano, che aveva proclamato ยซEcco lโAgnello di Dioยป, ora esita.
Immaginate la sua situazione: aveva dedicato tutta la vita ad annunciare un Messia forte, con ยซla scure alla radice degli alberiยป, un giudice severo che avrebbe separato il grano dalla paglia. E ora si trova in una cella, mentre Gesรน fuori predica misericordia, mangia con i peccatori, tocca i lebbrosi, perdona le prostitute. Non corrisponde alle aspettative. E questo ci consola profondamente, perchรฉ ci dice che il dubbio non รจ nemico della fede, ma puรฒ essere il luogo dellโincontro con Dio.
Quante volte capita anche a noi di sentirci come Giovanni in quel carcere? Quante volte anche noi abbiamo unโimmagine di Dio costruita secondo i nostri schemi, e quando Lui agisce diversamente, ci sentiamo disorientati?
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Pensate al padre di famiglia che perde il lavoro a cinquantโanni e, nonostante le preghiere, non vede una via dโuscita. Pensa: dovโรจ Dio in tutto questo? Pensate alla coppia giovane che vede svanire il sogno di avere un bambino. Pensate al giovane che cerca lavoro e dopo mille porte chiuse trova una strada inaspettata che non aveva mai considerato. O pensate semplicemente alla stanchezza di chi si impegna onestamente ogni giorno, ma vede attorno a sรฉ solo furbizia e ingiustizia che sembrano vincere.
In quei momenti, il โcarcereโ non ha sbarre di ferro, ma รจ fatto di angoscia e delusione. Ci viene da chiedere: โSignore, sei davvero tu che puoi salvarmi, o devo cercare la felicitร altrove?โ. Dio risponde sempre, ma spesso in modo differente da come immaginiamo.
E cosa risponde Gesรน agli inviati di Giovanni? Non offre argomenti teologici, non presenta credenziali messianiche, non dice โSรฌ, sono io, fidatiโ. Risponde con i fatti, con la vita concreta. Dice semplicemente: ยซAndate e riferite a Giovanni ciรฒ che udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri รจ annunciato il Vangeloยป. Gesรน ci sta dicendo che Dio non arriva con effetti speciali spettacolari, ma entra nelle ferite della nostra quotidianitร per guarirle.
Gesรน cita quasi testualmente la profezia di Isaia che abbiamo ascoltato nella prima lettura: ยซSi rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterร come un cervoยป. ร quello che profetizzava Isaia: la gioia fiorisce anche nel deserto dellโattesa, anche quando tutto sembra arido e senza speranza.
SantโAgostino, commentando questo passo, scriveva che questi miracoli fisici sono segni di miracoli spirituali piรน grandi. Quando Gesรน ridร la vista al cieco, vuole soprattutto aprire gli occhi del nostro cuore alla veritร . Quando fa camminare lo zoppo, vuole rimetterci in piedi dopo le cadute del peccato. Quando risuscita i morti, vuole riportarci dalla morte spirituale alla vita della grazia. E aggiunge una cosa bellissima: il nostro cuore รจ inquieto, ma Dio a volte ci fa attendere per โallargare il nostro desiderioโ e renderci capaci di accogliere una gioia piรน grande, non quella effimera del mondo.
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La gioia cristiana non รจ ridere sempre o far finta che i problemi non esistano. Non รจ unโallegria superficiale. ร la certezza che, anche dentro il problema, Dio sta operando. Vediamo questa azione di Dio nei โpiccoli miracoliโ di ogni giorno, se abbiamo occhi per vederli.
Pensate a quella collega dโufficio che tutti evitavano perchรฉ acida e scontrosa: quando qualcuno ha avuto il coraggio di avvicinarsi con pazienza, รจ emersa una donna ferita che aveva solo bisogno di essere ascoltata. Ecco un sordo che torna a udire. Pensate a quel ragazzo chiuso nel suo mondo di videogiochi e social: quando un educatore ha trovato la chiave giusta, si รจ aperto alla vita. Ecco un cieco che riacquista la vista.
ร la forza inspiegabile che una nonna vedova trova per sorridere ancora ai nipoti. ร la pace che senti dopo una confessione sincera, quando il peso che avevi sul cuore svanisce. ร la solidarietร di un vicino di casa che ti porta la spesa quando sei malato. Lรฌ cโรจ Dio che fa camminare gli storpi e vedere i ciechi.
San Giovanni Crisostomo ci ricorda che il vero miracolo non รจ tanto quello esteriore, quanto la trasformazione del cuore. E aggiunge: ยซDio non ti chiede di capire tutto, ma di fidartiยป. Giovanni in prigione non poteva vedere i segni, doveva fidarsi del racconto dei suoi discepoli. Anche noi spesso dobbiamo camminare nel buio, sostenuti dalla testimonianza di chi ha giร sperimentato la fedeltร di Dio.
Grandi santi hanno vissuto questo. Pensiamo a Santa Teresa di Calcutta: ha vissuto per anni in quella che lei chiamava la โnotte oscuraโ della fede, sentendosi interiormente sola come Giovanni nel carcere, eppure continuava a sorridere e a servire i poveri, perchรฉ sapeva che lโamore di Gesรน era piรน reale dei suoi sentimenti.
Ma cโรจ unโaltra frase di Gesรน che dobbiamo custodire nel cuore: ยซBeato รจ colui che non trova in me motivo di scandaloยป. In greco, skandalon significa โinciampo, ostacoloโ. Gesรน ci avverte: io potrei essere per te un ostacolo, se ti aspetti che io corrisponda ai tuoi progetti invece di accogliere i miei. La beatitudine sta nellโaccettare un Dio che viene nella debolezza, nella mitezza, nella misericordia.
Lasciate che vi racconti una storia. Si narra di un uomo che un giorno visitรฒ il laboratorio di un famoso tessitore di arazzi. Lโuomo si fermรฒ a guardare il lavoro dal retro del telaio. Vide solo un gran disordine: fili penzolanti, nodi grossolani, colori mescolati senza senso e intrecci caotici. Disse al tessitore: ยซMa come puoi dire che questa sarร unโopera dโarte? ร tutto confuso e brutto!ยป. Il tessitore sorrise, prese lโuomo per mano e lo portรฒ davanti, dalla parte giusta del telaio. Lรฌ, quei fili che sembravano un disastro, formavano un disegno magnifico, un paesaggio armonioso e perfetto. ยซVediยป, disse lโartista, ยซtu guardavi il retro, dove si lavora e si fatica. Io guardavo il disegno finaleยป.
Ecco, noi spesso siamo come quellโuomo: guardiamo la nostra vita dal โretroโ, vediamo i nodi del dolore, i fili spezzati dei fallimenti, il buio del carcere di Giovanni. Ma Dio sta tessendo, proprio con quei fili, un capolavoro di salvezza. La Domenica Gaudete ci invita a fidarci del Tessitore, a sapere che il disegno cโรจ, anche se ora non lo vediamo tutto.
Mentre ci prepariamo al Natale, in questo tempo di Avvento che รจ tempo di attesa e di speranza, guardiamo a Maria Santissima. Lei รจ la donna dellโattesa perfetta. Ha vissuto lโattesa piรน grande, portando in grembo il Salvatore. Non aveva tutte le risposte, non capiva tutto il progetto di Dio โ ยซCome avverrร questo?ยป chiese allโangelo โ eppure ha detto sรฌ. Anche lei ha avuto i suoi momenti di buio e difficoltร โ pensate al viaggio verso Betlemme, al non trovare alloggio โ ma non ha mai perso la gioia, perchรฉ portava Gesรน dentro di sรฉ. Ha accolto lo scandalo di un Dio che si fa piccolo, indifeso, povero.
La Vergine Santissima ci insegni a riconoscere Gesรน anche quando non corrisponde alle nostre attese, anche quando viene nella semplicitร e nel nascondimento. Lei, che ha custodito tutte le cose meditandole nel suo cuore, ci aiuti a vedere con gli occhi del cuore i segni della presenza di Dio nella nostra vita quotidiana. Chiediamo a lei, Causa della nostra letizia, di insegnarci a vedere i fiori che sbocciano anche nel deserto della nostra vita.
Come dice ancora Isaia: ยซLร sarร una strada appianata e la chiameranno Via santaยป. Maria รจ questa via che ci conduce a Cristo. Camminiamo con lei verso il Natale, non con lโansia di chi deve preparare tutto perfettamente, ma con la gioia di chi sa che il Signore viene, viene davvero, e ยซla tristezza e il lamento fuggirannoยป.
In questa settimana che ci separa dal Natale, proviamo a guardare la nostra vita dal lato giusto del telaio: cerchiamo un piccolo segno della presenza di Dio nel nostro quotidiano, in un gesto di bontร ricevuto, in una parola di conforto ascoltata, in una difficoltร che si รจ risolta inaspettatamente. Alleniamo il nostro cuore a vedere. Amen!
Per gentile concessione di don Lucio, dal suo blog.
Chi รจ Don Lucio D’Abbraccio?
Don Lucio D’Abbraccio
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