Mettere a frutto
Siamo tra coloro che sono alla ricerca di un segno e pensano che il Regno di Dio debba manifestarsi da un momento allโaltro?
Ecco che Gesรน ci racconta una parabola per farci comprendere cheย attendere il regno non รจ questione di prepararsi a essere spettatori di chi sa quale rivelazione o evento, ma di fare spazio oggi a una parola e a una โconsegnaโ: ยซIl tempo รจ compiuto e il regno di Dio si รจ avvicinato; convertitevi e credete nel Vangeloยป (Mc 1,15). Il nostro oggi รจ infatti il luogo di salvezza e di attesa operosa; รจ stato cosรฌ per Zaccheo che, raggiunto dallo sguardo di amore del Signore nel suo โoggiโ complicato, non ha perso lโoccasione di un incontro che gli ha cambiato la vita.ย
La parabola parla di un uomo nobile che parte per ricevere il titolo di re e lascia ai suoi servi una moneta di notevole valore con il compito farla fruttare fino al suo ritorno. Questโuomo non trattiene per sรฉ, ma offre in dono. E il dono esprime anzitutto la fiducia di cui siamo investiti; una fiducia senza condizioni o ripensamenti, perchรฉ il Signore non ci vuole sotto tutela, ma liberi e responsabili. ร in forza di questa fiducia che possiamo operare per vivere bene il presente con quello che ci รจ dato, cercando di metterlo a frutto, perchรฉ la potenzialitร che vi รจ racchiusa possa esplicarsi. ยซIl primo dovere di ogni uomo non รจ quello di salvare la sua persona, ma quello di impegnarla in ogni azione, immediata o lontanaยป (E. Mounier). Cโรจ impegno dove ci si riconosce inseriti in un mondo che chiede dedizione e presenza. Il quotidiano, con le sue opacitร e le sue sfide, รจ il tempo in cui rispondiamo a questo appello e viviamo la fedeltร al Signore.
Dopo aver ricevuto il titolo di re โ prosegue la parabola โ lโuomo ritorna ed รจ curioso di sapere che cosa i servi hanno fatto della moneta loro affidata. ร importante ricordare che siamo servi โinutiliโ (Lc 17,10), chiamati a rendere conto del nostro operato. Il frutto che portiamo in dote รจ il dono che abbiamo fatto della nostra vita nel nostro piccolo, con il nostro โpocoโ. Perchรฉ il poco condiviso si moltiplica e fruttifica. Cinque pani e due pesci non hanno sfamato tanta gente? Il Signore perciรฒ si compiace di quei servi intraprendenti che di quanto hanno ricevuto sono riusciti a fare qualcosa: ยซBene, servo buono! Perchรฉ ti sei mostrato fedele nel pocoยป (Lc 19,17).
Tuttavia non tutti i servi hanno corrisposto allโattesa dal re. Ce n’รจ uno che ha tenuto nascosta la moneta in un fazzoletto e la restituisce cosรฌ comโรจ. Il dono รจ rimasto improduttivo, avvolto nella logica mortale del possesso. La paura per la severitร del re lโha fatta da padrona. Anche noi facciamo esperienza di come la paura scoraggi dal prendere iniziative, induca a rifugiarsi in soluzioni sicure e garantite. La logica del Regno รจ altra, รจ rischiare lโinvestimento del dono, credendo allโamore che scaccia la paura.
La fede/fiducia, accolta e a nostra volta offerta, รจ la nostra โmoneta di scambioโ da mettere in gioco affinchรฉ diventi forza vitale che trasfigura la realtร in cui ci troviamo ad agire. Il Signore per primo ripone la fiducia in noi e ci chiede di non tenere al riparo la nostra vita, di non nascondere la โmonetaโ, cioรจ i doni che ci affida e di cui ci chiederร conto.
fratel Salvatore
Per gentile concessione del Monastero di Bose.
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