Gesรน รจ passato facendo del bene a tutti, prendendosi cura dei malati, dei poveri, dei peccatori. Il brano ci riporta la guarigione di un sordomuto e Gesรน compie un grande miracolo: apre quelle orecchie, scioglie quella lingua. Si verificano gesti molto corporei e delicati: Gesรน pone le dita sugli orecchi del sordo. Non ci sono parole, solo la tenerezza dei gesti.
Poi con la saliva tocca la sua lingua; รจ un gesto intimo, coinvolgente; come a dire: โTi dono qualcosa di me!โ, qualcosa che sta nella bocca dell’uomo, insieme al respiro e alla parola, simboli di vita. ร un vangelo di contatti, di odori, di sapori. Gesรน amava il contatto fisico. San Giovanni Paolo II ci insegna che i corpi sono luogo santo d’incontro con il Signore, un laboratorio del Regno, e la salvezza non รจ estranea ai corpi; anzi, passa attraverso di essi, che sono quindi non strade per il male ma scorciatoie per arrivare a Dio.
Questi gesti sono il segno di qualcosa che si realizza anche per noi: Gesรน apre le nostre orecchie all’ascolto della parola di Dio, ci dร la possibilitร di ascoltare, di fare nostra la parola del Signore. Gesรน scioglie la nostra lingua e ci chiama ad una missione particolare: quella di proclamare la bontร e l’amore del Signore, e di portare la luce e la grazia del Vangelo e della redenzione a tutte le persone del nostro tempo, perchรฉ a tutti sia offerta l’esperienza dell’amore del Signore e il senso profondo e vero della propria esistenza.
Come Gesรน anche noi siamo chiamati a fare bene ogni cosa, siamo chiamati ad amare il prossimo, a farci aiuto, vita per i malati, i sofferenti nel corpo e nello spirito. Effatร , apriti, come si apre una porta all’ospite, le braccia all’amore. Apriti agli altri e a Dio, anche con le tue ferite, attraverso le quali la vita esce e la vita entra. Se apriamo la nostra porta, la vita entra. Una vita guarita รจ quella che si apre agli altri: โE subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della lingua e parlava correttamenteโ.
Prima gli orecchi perรฒ. Perchรฉ il primo servizio da rendere a Dio e all’uomo รจ sempre l’ascolto. Se non sappiamo ascoltare perdiamo la parola, diventiamo muti o parliamo ma senza toccare il cuore di nessuno. E forse una certa afasia della Chiesa oggi dipende dal fatto che non sappiamo piรน ascoltare, Dio e l’uomo. Sa parlare solo chi sa ascoltare. ร un dono da chiedere instancabilmente per il sordomuto che รจ in noi: donaci, Signore, un cuore che ascolta.
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Per riflettere
Ognuno di noi riviva il proprio Battesimo, lasciandosi risanare grazie a Gesรน dalla sorditร verso la parola di Dio.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโEvangelizzazione e la Catechesi
