Curiosamente, in questo brano del vangelo di Marco che oggi meditiamo, troviamo insieme i discepoli di Giovanni e i farisei. Se siamo abituati a vedere i farisei in modo negativo, sbagliamo. I farisei erano persone che cercavano di osservare la Legge-Torร , i precetti ebraici. Cosรฌ i discepoli di Giovanni. Forse tutte queste persone cercano sinceramente di vivere le Scritture, ma insieme rischiano di non vedere che il tempo nuovo รจ orami iniziato ed รจ necessario utilizzare schemi nuovi, leggere quei passi della Scrittura che indicano la venuta del tempo messianico.
Non รจ possibile mettere vino nuovo in otri vecchi o toppe-rammendi nuovi su abiti vecchi. Il nuovo richiede novitร , superamenti, nuove prospettive. Ora lo sposo รจ arrivato. Non sanno riconoscere la sua venuta coloro che si sentono fedeli alle Scritture?
Quella dello sposo era un’immagine chiara per i contemporanei di Gesรน, per coloro che ben conoscevano le Scritture. Con l’immagine dello sposo la Bibbia, infatti, indica Dio nella sua relazione di amore con il suo popolo. Ebbene Gesรน รจ questo abbraccio eterno di Dio con la nostra umanitร . Non c’รจ posto per digiunare in questi giorni di gioia, di esultanza, di lode, di nozze.
Verranno poi i tempi del dolore, quando lo sposo sarร tolto violentemente. In quei giorni il digiuno esprimerร il dolore e il โluttoโ, la fatica di credere in questo Sposo-Dio che muore su una croce, che sembra sconfitto. Anche allora sarร necessario porsi di fronte alle Scritture e leggerle con coraggio e con apertura.
Per riflettere
Anche noi possiamo, talvolta, rischiare di tentare e di voler conciliare il vecchio e il nuovo. Chiediamoci allora cosa troviamo in noi di vecchio che non ci permette di vivere pienamente il nuovo del messaggio di Gesรน?
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโEvangelizzazione e la Catechesi
