La gioia di Gesรน รจ quella della misericordia del Pastore che, per salvarci, pecore deboli e ribelli, si getta sul cammino di perdizione, ferendosi con le nostre ferite, facendosi peccato per perdonarci. La gioia del ritrovamento ci spinge cosรฌ a cercare chi si รจ separato da noi.
LA FOLLE GIOIA DELLO SPOSO CHE PER SALVARE E PERDONARE LA SPOSA CHE L’HA TRADITO LASCIA OGNI SICUREZZA E LA CERCA SEGUENDO LE SUE TRACCE SINO AL FONDO DELLA SUA PERDIZIONE
la gioia autentica, la gioia sovrabbondante, quel “rallegrarsi di piรน” del pastore della parabola, ci รจ data come una primizia nel “ritrovare chi era perduto”! La gioia della misericordia, che significa viscere che gestano i cristiani a una vita celeste! Essi, infatti, sono stati scelti, chiamati, perdonati, curati, formati ed eletti per vivere questo surplus di gioia del Pastore.
Essa coincide con quella che vi รจ “nel Cielo”, come spiega il parallelo del vangelo di Luca: “Cosรฌ, vi dico, ci sarร piรน gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione”. La nostra gioia che nessuno potrร piรน toglierci รจ proprio quella di essere stati ritrovati, la stessa dei discepoli la sera di Pasqua quando, sperduti come gregge senza Pastore, ne hanno “visto di nuovo” il volto.
Una gioia straripante sgorgava dal loro intimo nel contemplare le ferite che Gesรน si era procurato per cercarli: con il sangue colato da quelle ferite aveva scritto in Cielo il nome di ciascun uomo per l’eternitร .
Quella era la gioia di cui aveva parlato ai discepoli rientrati dalla missione, ammonendoli di non rallegrarsi del potere di cui avevano disposto, nemmeno nel vedere satana precipitare come folgore. Ora quella gioia stava per compiersi. La vista del Signore l’aveva innescata, ma doveva ancora diventare la stessa “piรน gioia” del Pastore.
Quegli undici apostoli impauriti siamo io e te, sono immagine della Chiesa. Ma, in loro, Gesรน ha ritrovato anche ogni altro uomo che ha perduto nei peccati l’immagine del Padre. Il Mistero Pasquale di Cristo, infatti, ha reso eredi legittimi di quella gioia tutti gli uomini di ogni generazione. Per questo il Signore risorto ha immediatamente colmato e rivestito di Spirito Santo la grande gioia degli apostoli, rendendola come la sua stessa gioia.
Ha cosรฌ trasformato quelle pecore ritrovate in pastori inviati esattamente “come il Padre ha inviato Lui”. A “lasciare sui monti le novantanove ritrovate”, ad affidarle cioรจ alla Scrittura di cui “i monti” sono immagine e ai sacramenti che scaturiscono dal monte Golgota, perchรฉ non si “smarriscano”. E ad uscire per cercare la pecora perduta.
Quanti fratelli mancano all’appello del nostro cuore! Nelle parole di Gesรน รจ svelato il mistero dell’amore soprannaturale che, prendendo dimora nel cristiano per mezzo dello Spirito Santo, fa di lui una scintilla celeste che scuote il mondo, per “splendere come astri nel mondo, tenendo alta la parola della vita”.
Per una imperscrutabile volontร di Dio alcuni sono stati chiamati alla Chiesa, ed eletti a far parte del Popolo santo che ha gli stessi sentimenti di Gesรน. La Chiesa avvinta dallo Spirito Santo, che la Caritร di Cristo “urge”, sospinge incessantemente” a cercare la pecora perduta annunciando il Vangelo a ogni creatura.
Per questo i cristiani, come Gesรน, sono sempre santamente inquieti, aspirando alla gioia “piรน grande”, piรน dello stesso sentirsi amati e perdonati.
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