Oggi, 2 novembre, la Chiesa fa memoria di tutti i fedeli defunti. Tuttavia, questa commemorazione non deve essere occasione di tristezza e lutto, ma di speranza, perchรฉ ci ricorda qual รจ la nostra meta, il nostro destino, ciรฒ verso il quale siamo incamminati sin da ora: la vita eterna.
Il Vangelo di oggi esprime in modo chiaro qual รจ la volontร di Dio, ciรฒ che Egli desidera nel profondo, il progetto che ha per tutti gli uomini: che ciascuno possa raggiungere la vita eterna, l’unione totale e perfetta con Dio Trinitร . La nostra vita non finisce con la morte, il nostro stare sulla terra รจ un pellegrinaggio, una fase temporanea.
Vivere in questo mondo รจ un po’ come camminare per un sentiero di montagna, che a volte presenta delle salite, nel quale di tanto in tanto si fa sentire la stanchezza, ma che sicuramente ha un punto d’arrivo. E quel punto di arrivo non รจ un semplice rifugio in cui mangiare e riposarsi, ma รจ la manifestazione completa, senza veli del regno dei cieli, dove non ci sarร piรน dolore e sofferenza, dove godremo della gioia senza fine, dove ci ritroveremo con tutti i nostri cari che ora sono morti e dove, finalmente, vedremo il volto del Padre, in totale e perfetta unitร col Figlio e lo Spirito Santo.
Gesรน ci ha preceduto: รจ risorto e ci ha indicato il nostro destino. Non a caso, nella celebrazione di questo giorno, il presbitero indossa le vesti liturgiche di colore viola. Il viola non รจ il colore del lutto, ma dell’attesa. Oggi non รจ il giorno del pianto, ma dell’attesa di quell’โultimo giornoโ, il giorno della risurrezione, della nostra festa eterna nel cielo.
Per riflettere
Chiediamoci: come ci sentiamo di fronte alla prospettiva della morte? Ci lasciamo prendere dalla paura e dall’angoscia o riusciamo a nutrire la speranza nella risurrezione e nella vita eterna? Preghiamo per i nostri morti nell’attesa fiduciosa, un giorno, di ritrovarci insieme?
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโEvangelizzazione e la Catechesi
