โContinuano le controversie tra Gesรน e i suoi oppositori, che a turno tentano di coglierlo in contraddizione con la fede di Israele, con lโinsegnamento della tradizione, deposito da essi custodito gelosamente. I sadducei, cioรจ i sacerdoti (cfr Mt 22,23); i farisei (cfr Mt 22,15), un movimento laicale estremamente legato alla Torah, alla Legge; gli erodiani, partigiani di Erode (Mt 22,16); gli interpreti delle Scritture: tutti vanno da Gesรน, mentre egli si trova nel tempio, per porgli domande, per ยซfargli lโesameยป e coglierlo in fallo nelle sue paroleโฆ ยซMaestro, nella Legge, qual รจ il grande comandamento?ยป.
La domanda รจ pertinente, perchรฉ nel giudaismo rabbinico la Legge aveva assunto un posto centrale allโinterno della rivelazione scritta: e cosรฌ i primi cinque libri biblici erano i piรน studiati e meditati, con un primato su tutti gli altri, quelli dei profeti e dei sapienti. In questo studio della Torah i rabbini avevano individuato, oltre alle dieci parole date da Dio a Mosรจ (cfr Es 20,2-17; Dt 5,6-22), 613 precetti, come spiega un testo della tradizione ebraica: Rabbi Simlaj disse: ยซSul monte Sinai a Mosรจ sono stati enunciati 613 comandamenti: 365 negativi, corrispondenti al numero dei giorni dellโanno solare, e 248 positivi, corrispondenti al numero degli organi del corpo umanoโฆ Poi venne David, che ridusse questi comandamenti a 11, come sta scritto [nel Sal 15]โฆ Poi venne Isaia che li ridusse a 6, come sta scritto [in Is 33,15-16]โฆ Poi venne Michea che li ridusse a 3, come sta scritto: โChe cosa ti chiede il Signore, se di non praticare la giustizia, amare la pietร , camminare umilmente con il tuo Dio?โ (Mi 6,8)โฆ Poi venne ancora Isaia e li ridusse a 2, come sta scritto: โCosรฌ dice il Signore: ยซOsservate il diritto e praticate la giustiziaยปโ (Is 56,1)โฆ Infine venne Abacuc e ridusse i comandamenti a uno solo, come sta scritto: โIl giusto vivrร per la sua fedeโ (Ab 2,4; cfr Rm 1,17; Gal 3,11)โ (Talmud babilonese,ย Makkotย 24a)โ (E. Bianchi).
Lโebraismo farisaico, nella sua corrente hillelita, ammetteva perรฒ sia la facoltร di una gerarchia di prescrizioni, distinguendoli in โleggereโ e in โgraviโ (Mt 5,19; 23,23), sia la possibilitร di riassumere tutta la Legge in un unico โgrande precettoโ (โkelal gadolโ). A Gesรน viene posto dai farisei, nel Vangelo odierno (Mt 22,34-40), il quesito su quale fosse, secondo lui, il โkelal gadolโ. Gesรน risponde citando il comando dello โShemaโโ, lโโAscolta, Israeleโ di Dt 6,5, che imponeva lโamore verso Dio, soltanto sostituendo โcon tutta la forzaโ del suo testo con la frase โcon tutta la menteโ (โdianoiaโ). Fin qui, posizione inattaccabile dai farisei. Ma Gesรน va subito oltre, affermando che cโรจ โun secondo comandamento simile al primoโ (22,39), quello dellโamare il prossimo come se stessi. A questi due precetti sono โappesiโ (22,40: โkrรจmataiโ sottintende lโebraico โtelujimโ) non solo la Torah, ma anche tutto il profetismo, cosรฌ come due cardini sostengono una porta. โLโassociazione dei due precetti dellโamoreโฆ รจ un dato evangelico senza paralleli nellโebraismo, salvo che nei Testamenti dei dodici Patriarchi, unโopera sospetta di interpolazioni cristianeโ (A. Mello).
Afferma Papa Francesco: โQuesta risposta di Gesรน non รจ scontata, perchรฉ, tra i molteplici precetti della legge ebraica, i piรน importanti erano i dieci Comandamenti, comunicati direttamente da Dio a Mosรจ, come condizioni del patto di alleanza con il popolo. Ma Gesรน vuole far capire che senza lโamore per Dio e per il prossimo non cโรจ vera fedeltร a questa alleanza con il Signore. Tu puoi fare tante cose buone, compiere tanti precetti, tante cose buone, ma se tu non hai amore, questo non serveโ.
Il richiamo del Vangelo รจ estremamente importante nellโattuale situazione religiosa, dove spesso la fede รจ vissuta in maniera privatistica e intimistica, ridotta spesso a culto e liturgia, e non diventa unโortoprassi che trasforma le nostre relazioni sociali, economiche, politiche. Eppure Dio vuole concretamente essere amato negli uomini:
โ20 Non molesterai il forestiero nรฉ lo opprimerai, perchรฉ voi siete stati forestieri nel paese d’Egitto. 21 Non maltratterai la vedova o l’orfano. 22 Se tu lo maltratti, quando invocherร da me l’aiuto, io ascolterรฒ il suo grido, 23 la mia collera si accenderร e vi farรฒ morire di spada: le vostre mogli saranno vedove e i vostri figli orfani. 24 Se tu presti denaro a qualcuno del mio popolo, all’indigente che sta con te, non ti comporterai con lui da usuraio: voi non dovete imporgli alcun interesse. 25 Se prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, glielo renderai al tramonto del sole, 26 perchรฉ รจ la sua sola coperta, รจ il mantello per la sua pelle; come potrebbe coprirsi dormendo? Altrimenti, quando invocherร da me l’aiuto, io ascolterรฒ il suo grido, perchรฉ io sono pietosoโ (Es 20,22-26).
Dio vuole essere amato nel โforestieroโ, diremmo oggi nellโโextracomunitarioโ, che non deve essere vessato ma accolto, nella โvedovaโ e nellโโorfanoโ, simboli di tutti gli oppressi da sistemi politici che non tutelano i piรน deboli e gli ultimi; nellโattenzione che la nostra economia non prosperi sulle spalle dei bisognosi ma che sia con loro compartecipazione solidale (โallโindigenteโฆ non dovete imporgli alcun interesseโ!), nella completa remissione del debito dei poveri (โse prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, glielo renderai al tramonto del soleโ), come tante volte inutilmente richiesto dagli ultimi Papi. Scrive lโapostolo Giovanni: โChi non ama il proprio fratello che vede, non puรฒ amare Dio che non vedeโ (1 Gv 4,20).
Chiediamoci se abbiamo finalmente capito che lโEucarestia, a cui almeno settimanalmente partecipiamo, รจ la celebrazione dellโesistenza del Figlio come offerta totale per amore, che ci chiama con forza a diventare anche noi amore agapico per i fratelli, servizio, oblazione, comunione, compartecipazione. Diceva Giovanni Crisostomo: โVuoi onorare il corpo di Cristo? Non trascurarlo quando si trova nudo… Colui che ha detto: ยซQuesto รจ il mio corpoยป, รจ il medesimo che ha detto: ยซVoi mi avete visto affamato e non mi avete nutritoยป, e ยซQuello che avete fatto al piรน piccolo dei miei fratelli l’avete fatto a meยปโ.
Affermava il cardinal Poletto: โSe lโEucarestia fosse compresa e vissuta nel suo valore fondamentale per la vita cristianaโฆ, anche la grande sfida della pace e della giustizia socialeโฆ, se accolta, porterebbe lโumanitร a diventare vera famiglia dei figli di Dio. Questa sfida puรฒ essere vinta proprio con quel ยซsurplusยป di coraggio nellโamore verso gli altri che i credenti ricevono dalla partecipazione al mistero eucaristico, perchรฉ esso porta ciascuno di noi dentro la dinamica della Pasqua del Signore, il quale ci ha dimostrato, morendo sulla croce, che ยซnessuno ha un amore piรน grande di questo: dare la vita per i propri amiciยป (Gv 15,13)โ.
Carlo Miglietta
Il commento alle letture della domenica a cura di Carlo Miglietta, biblista; il suo sito รจ โBuona Bibbia a tuttiโ.
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