Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 26 Ottobre 2023

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La fede non รจ un anestetico o un antidepressivo. Non รจ rassicurante, accomodante, statica. Non ci insegna a diventare buoni, non รจ un manuale per i bravi ragazzi. รˆ sale, non miele, come scrive l’amico don Luigi Epicoco.

E in questo consiste il grande inganno (senza colpevoli onestamente) che ha lentamente spento la fiamma nei nostri cuori: riducendo la fede ad una religione, il Vangelo ad una (respingente) visione morale, il Dio di Gesรน in un innocuo Babbo Natale. รˆ fuoco il Cristo, รจ sangue che cola sulla nostra vita, รจ ferita, รจ urticante.

Perchรฉ ama e l’amore รจ distante anni luce dallo spegnimento delle emozioni. Gesรน non vuole (non ha mai preteso di essere) uno dei tanti saggi che hanno donato tanto all’umanitร  inquieta ed inquietante. Gesรน non proferisce aforismi da mettere sui social, ma proferisce le parole stesse di Dio.

E chiede ai discepoli di vegliare e di tenere duro perchรฉ seguire lui, il Cristo, puรฒ causare qualche reazione avversa e suscitare qualche antipatia di troppo. Lo sanno le prime comunitร  dell’Asia minore travolte dalla persecuzione. Lo hanno giร  sperimentato i discepoli del Signore guardati con sospetto dai responsabili religiosi del giudaismo.

Lo sappiamo noi, se davvero si vede il Vangelo nei nostri gesti, che vivere di Dio non va tanto di moda. Soprattutto quando non rientra nella logica del pensiero unico che si sta imponendo. รˆ un fuoco divorante il Vangelo, che arde, brucia, illumina, consuma.

รˆ vita nuova e piena che sostituisce anche le relazioni famigliari. Perciรฒ, nonostante il rischio che corriamo di esaltare la visione stereotipata della famiglia come unico riferimento del percorso cristiano, nei Vangeli Gesรน propone il discepolato come esperienza piรน totalizzante della piรน gratificante delle relazioni.

Bruciamo d’amore, allora. Lasciamo divampare in noi quell’amore con cui siamo stati colmati. Per riscaldare questo mondo che muore di freddo.

FONTE:ย Amen โ€“ La Parola che salva
Commento al brano del Vangelo di: โœย Lc 12,49-53

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