don Paolo Scquizzato – Commento al Vangelo del 24 Settembre 2023

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Il โ€˜padrone di casaโ€™ esce alle cinque del pomeriggio per chiamare operai a lavorare nella sua vigna, quando il lavoro nei campi termina alle quattro.

Affinchรฉ i casi disperati, quelli che โ€˜nessuno ha mai preso a giornataโ€™ (v. 7), i โ€˜perdutiโ€™, i falliti, i non idonei, gli irregolari possano anche loro sentirsi a casa nella โ€˜sua vignaโ€™, egli esce oltre il tempo massimo.

Lโ€™amore non si rassegna ad avere figli โ€˜disoccupatiโ€™, ovvero impossibilitati a portare frutto, a compiersi come esseri umani, a conoscere il compimento del cuore.
A sera poi, giunge la resa dei conti. Tutti vengono retribuiti con la medesima moneta: un denaro, la paga giornaliera a quellโ€™epoca.

Ma alcuni โ€“ i primi โ€“ si lamentano del trattamento ricevuto. Sono questi i โ€˜primi della classeโ€™, quelli che si ritengono buoni, giusti, onesti, puliti ma soprattutto meritevoli di un trattamento di favore da parte del loro piccolo dio in virtรน dei servigi prestati. โ€˜Pensarono che avrebbero ricevuto di piรนโ€™ (v. 10a). Ma โ€œi miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vieโ€ dice il Signore (Is 55, 8 โ€“ Prima lettura di oggi).

Nel mondo di Dio non รจ questione di piรน o di meno, di merito o di colpa, di essere buoni o cattivi, giusti o disonesti. Nei suoi confronti non cโ€™รจ merito che tenga. Ciรฒ che salva รจ sapersi una cosa sola con Lui, uno con lโ€™Uno.

Pensare lโ€™amore di Dio condizionato dalla nostra statura morale รจ ricadere nella logica commerciale della religione. Siamo a prescindere divini, partecipi tutti โ€“ indipendentemente dal vissuto โ€“ del Tutto. A noi prenderne consapevolezza, e a quel punto si diverrร  capaci di lasciare lโ€™io e il mio.
โ€œDilige et quod vis facโ€. Ama e faโ€™ ciรฒ che vuoi, dice Agostino.

Il dramma della religione รจ pensare che alcuni possano meritarsi lโ€™amore di Dio un poโ€™ piรน degli altri in virtรน della propria prestazione, salvo divenire poi intransigenti e duri con gli altri che non ce la fanno e nei confronti del medesimo Dio ritenuto troppo buono con i lascivi e i peccatori.

Dio non ama perchรฉ siamo buoni e capaci ma perchรฉ รจ lโ€™Amore di cui siamo tutti impastati e dunque manifestazione.

Insomma, lโ€™Amore ama semplicemente perchรฉ non puรฒ farne a meno.

Per gentile concessione di don Paolo Scquizzato

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