don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 6 Agosto 2023

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Deformati dal peccato, trasformati dalla Grazia, conformati a Cristo

TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE (ANNO A) โ€“ Lectio divina

Dal libro del profeta Daniรจleย Dn 7,9-10.13-14

La sua veste era candida come la neve.

Io continuavo a guardare,

quandโ€™ecco furono collocati troni

e un vegliardo si assise.

La sua veste era candida come la neve

e i capelli del suo capo erano candidi come la lana;

il suo trono era come vampe di fuoco

con le ruote come fuoco ardente.

Un fiume di fuoco scorreva

e usciva dinanzi a lui,

mille migliaia lo servivano

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e diecimila miriadi lo assistevano.

La corte sedette e i libri furono aperti.

Guardando ancora nelle visioni notturne,

ecco venire con le nubi del cielo

uno simile a un figlio dโ€™uomo;

giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui.

Gli furono dati potere, gloria e regno;

tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano:

il suo potere รจ un potere eterno,

che non finirร  mai,

e il suo regno non sarร  mai distrutto.

Il regno dellโ€™amore eterno

La pericope รจ composta da due visioni i cui protagonisti sono il vegliardo e il ยซfiglio dellโ€™uomoยป. Questi due personaggi si contrappongono alle quattro figure dalle fattezze animalesche che rappresentano le quattro dominazioni caratterizzate dalla violenza tipica delle bestie feroci. Esse escono dal mare che simboleggia il male mentre il Vegliardo e il figlio dellโ€™uomo vengono dal cielo che invece sta ad indicare la sfera divina. La visione di Daniele annuncia lโ€™avvento del regno di Dio davanti al quale tutti gli altri domini scompaiono perchรฉ la giustizia viene stabilita in maniera definitiva e stabile. Essa si realizza grazie al ยซfiglio dellโ€™uomoยป il quale riceve da Dio il potere, la gloria e il regno. La signoria esercitata da Dio nel cielo si estende alla terra dove gli uomini, non piรน schiavi del male, che li contrappone gli uni agli altri, possono servire Colui che non sโ€™impone con la potenza delle armi ma viene con la stessa grazia e delicatezza con cui scendono dal cielo la pioggia e la neve. Lโ€™angelo, annunciando a Maria la nascita del Messia, afferma che il ยซsuo regno non avrร  fineยป. รˆ una citazione della visione di Daniele che identifica il ยซfiglio dellโ€™uomoยป in Gesรน. Egli stesso confermerร  questa identificazione davanti al Sinedrio nella notte in cui fu tradito. Il regno di Dio non รจ inaugurato con la violenza inflitta agli altri ma con la sofferenza subita dal Messia. Questa sconfitta rivela che il regno di Dio non si fonda sullโ€™amore al potere ma sul potere dellโ€™amore.

Dalla seconda lettera di san Pietro apostoloย (2Pt 1,16-19)

Questa voce noi lโ€™abbiamo udita discendere dal cielo.

Carissimi, vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesรน Cristo, non perchรฉ siamo andati dietro a favole artificiosamente inventate, ma perchรฉ siamo stati testimoni oculari della sua grandezza.

Egli infatti ricevette onore e gloria da Dio Padre, quando giunse a lui questa voce dalla maestosa gloria: ยซQuesti รจ il Figlio mio, lโ€™amato, nel quale ho posto il mio compiacimentoยป. Questa voce noi lโ€™abbiamo udita discendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte.

E abbiamo anche, solidissima, la parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere lโ€™attenzione come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finchรฉ non spunti il giorno e non sorga nei vostri cuori la stella del mattino.

La fede cristiana non รจ unโ€™idea ma un fatto

La fede, trasmessa dagli apostoli, non si basa su racconti inventati per giustificare lโ€™esistenza della Chiesa, quale comunitร  di credenti in Cristo, ma รจ fondata sullโ€™evento della Pasqua di cui i testimoni oculari sono i narratori. Lโ€™identitร  di Gesรน si rivela in tutta la sua gloria nella sua morte e risurrezione, la quale conferma e sancisce la veritร  della parola di Dio, sia quella ascoltata dalle Scritture sia accolta direttamente dalla voce celeste sul monte della trasfigurazione.

Pietro esorta a credere, pur non avendo visto, allโ€™annuncio della Chiesa la cui luce, riflesso dellโ€™evento pasquale, accompagna il credente nel suo cammino di fede e ne sostiene la speranza fino al giorno in cui Dio sarร  possibile incontrarlo faccia a faccia.

+ Dal Vangelo secondo Matteoย Mt 17, 1-9

Il suo volto brillรฒ come il sole.

In quel tempo, Gesรน prese con sรฉ Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillรฒ come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosรจ ed Elia, che conversavano con lui.

Prendendo la parola, Pietro disse a Gesรน: ยซSignore, รจ bello per noi essere qui! Se vuoi, farรฒ qui tre capanne, una per te, una per Mosรจ e una per Eliaยป. Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprรฌ con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: ยซQuesti รจ il Figlio mio, lโ€™amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltateloยป.

Allโ€™udire ciรฒ, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesรน si avvicinรฒ, li toccรฒ e disse: ยซAlzatevi e non temeteยป. Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesรน solo.

Mentre scendevano dal monte, Gesรน ordinรฒ loro: ยซNon parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dellโ€™uomo non sia risorto dai mortiยป.

Lectio

Nella trama narrativa del primo vangelo il racconto della trasfigurazione si colloca nel tempo del viaggio da Cesarea di Filippo, che si trova nellโ€™ alta Galilea, a Gerusalemme, dove si consumerร  il dramma della Pasqua che culminerร  con la risurrezione. Lโ€™episodio della trasfigurazione si pone tra il primo e il secondo dei tre annunci della Pasqua e nel contesto dellโ€™insegnamento riguardante il vero volto del Messia e della Chiesa.

La cornice del racconto รจ data dal v.1 e dal v. 9 che fungono da introduzione e conclusione. Nel primo versetto del capitolo 17 lโ€™evangelista indica il tempo di ยซsei giorni dopoยป per collegare la narrazione a ciรฒ che lo precede e per creare un collegamento con Es 24 in cui si parla di Mosรจ che sale sul Sinay insieme a tre compagni. Infatti, come Mosรจ anche Gesรน prese con sรฉ tre dei suoi apostoli e salรฌ con loro su un monte alto. Il v. 9 parla della discesa dal monte e la consegna di Gesรน di non rivelare a nessuno quanto avevano visto prima della risurrezione dai morti del Figlio dellโ€™uomo.

ยซGesรน prese con sรฉ Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratelloยป. Questi tre apostoli sono accomunati dalla reazione che hanno alla rivelazione fatta da Gesรน circa la sua passione, che si sarebbe compiuta da lรฌ a poco a Gerusalemme (16, 21-23. 20, 17-23). Pietro rimprovera Gesรน segretamente (16,22) e i figli di Zebedeo con la loro madre si raccomandano per ricevere i posti di comando migliori. Due reazioni di segno opposto ma complementari che denotano un approccio sbagliato a Gesรน. Pietro, che pur vuole dimostrare a Gesรน di essergli amico, rifiuta la prospettiva della sofferenza e la scelta di lottare, mentre da parte loro, Giacomo e Giovanni lโ€™accettano come strumento per millantare la loro fedeltร  e raggiungere gli obbiettivi. In entrambi i casi lโ€™equivoco diventa occasione di un insegnamento importante sul Figlio dellโ€™uomo e sui suoi discepoli. Quelli che vogliono seguire Gesรน lo possono fare a patto di rinnegare sรฉ stessi e prendere la propria croce. Il cammino del discepolato prepara a dare la propria vita a Dio per riceverla dalle mani del Figlio dellโ€™uomo che ยซsta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli โ€ฆ con il suo regnoยป (16, 24-26.27.28). La visione del Figlio dellโ€™uomo richiama la profezia di Daniele 7,13-14 che parla dellโ€™avvento del Messia e lโ€™inizio del suo regno. Questa immagine la riprende Gesรน stesso nel processo davanti al sinedrio allorquando, rispondendo al sommo sacerdote che lo scongiurava di dire se era lui il Cristo, il Figlio di Dio, afferma: ยซTu lโ€™hai detto; anzi io vi dico: ยซdโ€™ora innanzi vedrete il Figlio dellโ€™uomo seduto alla destra della Potenza e venire sulle nubi del cieloยป (Mt 26, 64). Il secondo insegnamento importante Gesรน lo dร  agli apostoli indignati del fatto che i due fratelli, figli di Zebedeo si erano raccomandati per assicurarsi i posti di potere piรน alti. Coloro che seguono Gesรน e partecipano fino in fondo alla sua passione (bere il calice Mt 20, 22.23) sperimentano il potere del vero amore e sono abilitati allโ€™esercizio di tale autoritร . ยซIl Figlio dellโ€™uomo che non รจ venuto per farsi servire ma per servire e dare la vita in riscatto per moltiยป รจ il modello da seguire per diventare grande ed essere il primo. La via del servizio, ovvero del dono di sรฉ, รจ la strada che Dio ha percorso per scendere verso gli uomini e incontrarli al fine di condurli in alto a partecipare della sua gloria ed essere per tutti gli uomini segno luminoso di speranza (Mt 5, 16).

ยซe li fece salire su un monte alto, in disparteยป. Il monte รจ la cifra simbolica che indica il luogo di un insegnamento importante. รˆ il luogo-culmine della scena delle tentazioni (Mt 4,8), Sul monte Gesรน tiene il primo discorso (Mt 5,1), infine sul monte della Galilea (Mt 28, 16-20) il Messia, Gesรน risorto, raduna gli apostoli e li invia in missione assicurando loro il suo costante accompagnamento. Lโ€™essere sul monte in disparte richiama un clima dโ€™intimitร  nel quale comunicare cose veramente importanti. I destinatari dellโ€™insegnamento sono i discepoli in crisi di fede e dโ€™identitร  perchรฉ sono perseguitati da quelli di fuori (Mt 5, 11-12.14-16) ma che vivono anche problemi di gestione dei conflitti allโ€™interno della comunitร  (Mt 5, 20-48). Nel racconto delle tentazioni Gesรน insegna anche a Satana. Questo รจ lโ€™epiteto affibbiato a Pietro quando si era opposto alla volontร  di Gesรน di andare a Gerusalemme per compiere il tragico e misterioso destino preannunciato (Mt 16,23). Anche sul monte della Galilea Gesรน insegna agli Undici che ยซdubitanoยป (Mt 28, 17) rivelando loro che Dio, risorgendolo dai morti, gli ha dato ogni potere, in cielo e in terra. Nellโ€™Antico Testamento il monte rappresenta il luogo dellโ€™incontro con Dio. Anche Mosรจ ed Elia salgono sul monte allorquando sperimentano il fallimento della loro missione profetica e cadono nel buio dellโ€™indecisione e della confusione in seguito al rifiuto e allโ€™incomprensione del popolo al quale erano stati inviati. Mosรจ sul monte Sinay chiede a Dio di vedere la sua gloria e Lui si mostra, ma di spalle perchรฉ nessuno puรฒ vedere il volto di Dio; Elia riconosce la presenza di Dio sul monte Oreb nella ยซvoce del silenzioยป (cf. Es 24.33-34; 1Re 19, 9-18). Nessuno dei due rimane sul monte ma devono scendere per proseguire la loro missione mettendo in atto le indicazioni ricevute da Dio. Dunque, il monte รจ Gerusalemme verso cui Gesรน si dirige per vivere la Pasqua ed รจ anche il punto nel quale il Pastore raduna il suo gregge (Mt 26, 31-32. 28,16).

ยซE fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillรฒ come il sole e le sue vesti divennero candide come la luceยป. Il verbo ยซtrasfigurareยป รจ al passivo di cui perรฒ non si fa menzione del soggetto. Si tratta di un โ€œpassivo teologicoโ€ che indica lโ€™agente in Dio. Letteralmente dovremmo tradurre il verbo greco con trasformare perchรฉ nella radice del verbo cโ€™รจ il senso del cambiamento di forma che va intesa nel senso greco del termine. La forma รจ il modo con il quale si rivela la sua identitร . San Paolo nella Lettera ai Filippesi parla della ยซforma di Dioยป, che faceva di Gesรน uno ยซuguale a Dioยป, e della ยซforma di servoยป, che lo ha reso uguale agli uomini (Fil 2, 6.7). Lโ€™apostolo afferma che la spoliazione della condizione divina ha reso visibile la sua condizione di servo obbediente fino alla morte di croce. Per questa umiliazione e obbedienza Gesรน ha ricevuto da Dio un nome, ovvero un potere, che lo ha costituito Signore davanti a tutti perchรฉ ogni creatura possa riconoscerlo come tale con la professione di fede fatta con la bocca e la confessione fatta con la vita.

Lโ€™inno della Lettera ai Filippesi riporta il cuore dellโ€™annuncio cristiano con il quale Gesรน aveva iniziato la sua predicazione: Beati. Coloro che sono nella condizione di servo vedono in Gesรน la condizione di Dio a cui sono chiamati e condotti da Lui. Come Dio trasforma il disonore e la morte di Gesรน in gloria e vita, cosรฌ cambia la condizione dei discepoli che lo seguono fino alla fine. La trasfigurazione anticipa non solo la risurrezione di Gesรน ma anche dei suoi discepoli. Nella Trasfigurazione Dio Padre โ€œsvelaโ€ il volto di Gesรน ma toglie il velo anche da quello dei suoi seguaci per cui essi sono chiamati ad essere nel mondo il riflesso della gloria di Dio.

Lโ€™evangelista Matteo punta la sua attenzione sul volto e sulla veste che sono fonte di luce. Il volto brillรฒ come il sole che splende in pieno giorno e la veste divenne bianca come la luce. I richiami allโ€™Antico Testamento, riletti dalla tradizione giudaica, fungono da chiave di lettura del racconto. Il volto di Gesรน รจ come quello di Mosรจ descritto nel libro dellโ€™Esodo (34, 29-35). Quando Mosรจ parlava con Dio sul Sinay la sua pelle era raggiante come il sole e doveva mettere un velo sul suo viso quando ridiscendeva verso il popolo. Sul monte della trasfigurazione, prefigurazione del Golgota, viene tolto il velo che nasconde la realtร  piรน profonda di Gesรน. Il volto โ€œsfiguratoโ€ del Crocifisso diventerร  il volto trasfigurato del Risorto. Con la risurrezione si compie lโ€™oracolo profetico di Isaia 25, 6-9[1] che annuncia la salvezza di Dio con la quale egli toglierร  il velo della morte dalla faccia di tutti i popoli.

Le vesti โ€œbianche come la luceโ€ ricordano quelle del primo Adamo ricevute da Dio (cf. Targum Pseudo Gionata a Gen 3, 7.21). La tradizione rabbinica gioca sui termini โ€œpelleโ€ e โ€œluceโ€, che in ebraico si pronunciano nello stesso modo anche se si scrivono in maniera diversa. In origine lโ€™uomo e la donna erano nudi e non provavano vergogna, ma dopo il peccato Dio diede loro lโ€™abito di pelle per permettere ad essi di proteggersi dalla volontร  di dominarsi lโ€™un lโ€™altro. La veste bianca come la luce รจ propria del Messia che restituirร  agli uomini la โ€œtrasparenzaโ€ nelle relazioni con Dio e tra loro. La veste bianca come luce supera anche la visione di Daniele che parla dellโ€™apparizione di un vegliardo la cui veste ยซera bianca come la neveยป (Dn 7,9). Il biancore come quello della neve richiama lโ€™oracolo di Isaia che, rivolgendosi ai capi del popolo i cui peccati lo fanno assomigliare a Sodoma e Gomorra, li invita alla conversione, assicurando che anche se i peccati fossero tali da far diventare il loro volto rosso scarlatto come la porpora, sarebbe diventato bianco come la lana. Le vesti e il corpo insanguinato del Crocifisso si trasformano nel corpo glorioso rivestito di una veste candida come la neve e bianca come la lana dellโ€™agnello. La luce della veste di Gesรน รจ la misericordia che perdona e riconcilia.

La voce celeste incute paura, come quella di Dio sul Sinai, tanto che il popolo chiede a Mosรจ di parlare al posto suo. Gesรน รจ la Parola di Dio che, sebbene possa suscitare paura come quando annuncia la sua passione, tuttavia consola e conferma i suoi discepoli che il suo amore รจ piรน forte della morte.

ยซEd ecco apparvero loro Mosรจ ed Elia, che conversavano con luiยป. Oggetto della visione รจ anche Mosรจ ed Elia. Il verbo, aoristo passivo di โ€œvedereโ€, รจ al singolare. Letteralmente dovremmo tradurre con ยซfu fatto vedere a loro Mosรจ ed Elia che conversavano con luiยป. Il soggetto dellโ€™azione รจ ancora Dio. Lui trasforma Gesรน e lo mostra insieme a Mosรจ ed Elia. I due personaggi biblici sono accomunati dal fatto di aver provato lโ€™esperienza del fallimento nella loro missione verso il popolo che, nel primo caso, ha peccato dโ€™idolatria costruendosi un vitello dโ€™oro e nel secondo, ha sostenuto i profeti di Baal contro cui Elia doveva lottare. Entrambi, colti dallo scoraggiamento chiedono di morire ma Dio li consola con la visione della sua gloria e lโ€™ascolto della sua voce. Lโ€™incontro con il Signore consentirร  ad essi di portare a termine la missione loro affidata. Mosรจ ed Elia hanno conversato con Dio sul monte Sinay e Oreb. Sul monte della trasfigurazione essi conversano con Gesรน. รจ chiara la sovrapposizione delle immagini per cui Gesรน รจ il volto di Dio che puรฒ essere contemplato senza paura ed รจ la Parola che ora รจ udibile da ogni uomo. Nella figura di Mosรจ ed Elia possono identificarsi i tre apostoli, i quali, come i profeti, sperimentano la difficoltร  a seguire Dio perchรฉ le resistenze del popolo sono anche le loro. Il superbo rifiuto della croce e lโ€™orgogliosa pretesa di sostituirsi a Dio sono gli ostacoli piรน duri che rendono ciechi davanti ai segni dei tempi e sordi alla voce del Signore.

La visione della conversazione a tre suggerisce anche il fatto che Gesรน trova nella Scrittura la conferma della decisione di andare a Gerusalemme, consapevole del fatto di dover affrontare la morte ma al contempo certo di compiere la volontร  di Dio che non abbandona nella fossa il suo consacrato (Sal 16).

ยซPrendendo la parola, Pietro disse a Gesรน: โ€œSignore, รจ bello per noi essere qui! Se vuoi, farรฒ qui tre capanne, una per te, una per Mosรจ e una per Eliaโ€ยป. Pietro si sente interpellato davanti alla visione e sโ€™intromette nella conversazione domandando il permesso di fare tre tende, una per ognuno di loro. Lโ€™apostolo si permette di suggerire a Gesรน di prolungare la loro conversazione rendendosi disponibile a fare le tre tende nelle quali far dimorare lui e i suoi ospiti. Perchรฉ solo tre tende? Sโ€™intuisce che lโ€™apostolo guardi i personaggi con ammirazione ma ha la consapevolezza di non poterli raggiungere. Egli si rende disponibile a costruire le tende che diventano il simbolo della santitร  inaccessibile allโ€™uomo, soprattutto a chi ha coscienza della propria impuritร . Pietro รจ come Isaia che nel tempio vede la gloria di Dio che lo riempie e si allarma perchรฉ ha visto ciรฒ che per lโ€™uomo รจ insostenibile vedere. Dio lo rassicura purificandolo con il carbone ardente che il serafino prende dal braciere e poggia sulle labbra del profeta (Is 6). Nelle parole di Pietro sembra riecheggiare lโ€™intenzione di Davide di costruire una casa per il Signore dove far dimorare la sua Presenza. Il tentativo dellโ€™apostolo, sebbene mosso dallโ€™entusiasmo suscitato dalla visione, รจ un goffo tentativo di chiudere nei propri schemi la grandezza dellโ€™evento. รˆ la pretesa di ridurre la Veritร  a formule dogmatiche o in slogan e la potenza di Dio in gesti rituali che rasentano la magia.

ยซEgli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprรฌ con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: โ€œQuesti รจ il Figlio mio, lโ€™amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltateloโ€ยป. La risposta a Pietro viene direttamente da Dio. La nube luminosa รจ un ossimoro; allude alla nube dellโ€™Esodo (cf. Es 14) che accompagnava Israele e che segnalava la presenza di Dio sul Sinay (cf. Es 34,5), e nella tenda del convegno (cf. Es 40, 34-38). La nube che accompagnava Israele nellโ€™attraversare il Mar Rosso era luminosa per gli Ebrei e tenebrosa per gli Egiziani. La nube luminosa รจ la presenza di Dio che avvolge i tre apostoli che cosรฌ sono introdotti non solo alla presenza di Dio ma nella Presenza. Il verbo adombrare traduce quello ebraico usato per indicare che la nube divina riempiva la tenda del convegno. La tradizione rabbinica usa il termine Shekinร  per indicare la Presenza di Dio in mezzo al suo popolo. Nel vangelo di Matteo questa idea ritorna in 18,20 dove la comunitร  di due o tre persone riunite nel nome di Gesรน diventa la sua Shekinร .

Sul monte, dove รจ bello stare insieme con il Signore e con i fratelli (cf. Sal 133), coloro che sono saliti con Gesรน non sono solo spettatori ma sono coinvolti nellโ€™evento. Dio parla direttamente a loro indicando in Gesรน il suo Figlio, lโ€™amato nel quale Egli ha riposto la pienezza della sua benevolenza, di cui รจ possibile beneficiarne ascoltandolo. Dio davanti a Mosรจ proclama il suo nome (cf. Es 34, 5-9) e ad Elia rivela la sua presenza nella voce del silenzio (tradotto con il sussurro di una brezza leggera; cf. 1Re 19, 12). Nella tradizione rabbinica Dio interviene con la sua voce per accreditare uno dei contendenti e dirimere la questione tra loro. Similmente qui la voce di Dio Padre accredita la parola di Gesรน che indica nella croce la via per giungere alla salvezza.

ยซAllโ€™udire ciรฒ, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesรน si avvicinรฒ, li toccรฒ e disse: ยซAlzatevi e non temeteยป. Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesรน soloยป. La reazione degli apostoli richiama quella del popolo dโ€™Israele alle falde del Sinay quando udiva la voce di Dio come tuono e ne ebbe paura (cf. Es 20, 18-19). Cadere con la faccia a terra รจ il segno di difesa. La paura induce gli uomini a coprirsi il volto. In questo gesto degli apostoli si intravede un atteggiamento di umiltร . Essi, infatti, hanno paura ma sentono anche il timore che รจ la consapevolezza di essere piccoli davanti alla grandezza di Dio, come Elia che si copre il volto alla presenza di Dio e Mosรจ gli occhi al Suo passaggio. Attendono il contatto con Gesรน e la sua parola che li rincuora per risollevarsi e aprire gli occhi. Davanti a loro adesso cโ€™รจ solo Gesรน. Essi non si svegliano da un sogno ma sono invitati ad alzarsi per continuare il cammino. Esso non รจ una scalata di potere per dominare sui popoli ma una immersione nel mondo per farsi prossimo ad ogni uomo che attende la guarigione e la liberazione dal male.

ยซMentre scendevano dal monte, Gesรน ordinรฒ loro: โ€œNon parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dellโ€™uomo non sia risorto dai mortiโ€ยป. La conclusione del racconto รจ affidata alle parole di Gesรน che comanda il silenzio, come qualche giorno prima aveva ordinato di non dire a nessuno che era il Cristo (cf. Mt 16, 20). Il tempo del cammino verso Gerusalemme deve essere impiegato non per progettare grandi cose ma per stare in silenzio e ascoltare Gesรน e il suo insegnamento, soprattutto quello che darร  dalla cattedra della croce.

Meditatio

La piรน grande tentazione dellโ€™uomo รจ quella del โ€œfarsi da sรฉโ€. โ€œFarsi una famigliaโ€ o โ€œfarsi un nomeโ€ sono obbiettivi apparentemente legittimi se non fosse per il fatto che in essi potrebbe nascondersi quella forma di despotismo per il quale si vorrebbe piegare la realtร  alla propria idea. La gloria dei regni del mondo, mostrata da Satana a Gesรน, altro non รจ che lโ€™esercizio del potere incarnato dai governati e dai capi delle nazioni, la cui finalitร  รจ quella di dominare, controllare, sottomettere e reprimere. Ciรฒ che Satana mostra รจ come lโ€™immagine di specchio che proietta le intenzioni negative presenti nel cuore dellโ€™uomo. Esse illudono e ingannano lโ€™uomo facendolo cadere nel peccato; al contrario, la Parola di Dio chiama ad elevarci. Gesรน conduce in alto i tre apostoli, che rappresentano tutti i discepoli che con fatica seguono il Maestro, non per mostrare dallโ€™alto ciรฒ che potrebbe essere sottomesso al loro potere ma per far vedere la vocazione a cui sono chiamati e la realtร  di ciรฒ che Dio sta operando in lui e in loro, per lui e per loro. Sul monte avviene un evento rivelativo: non รจ Gesรน a โ€œtrasformarsiโ€ ma โ€œsi lascia trasformareโ€ da Dio Padre perchรฉ dalla sua Parola si lascia condurre. Il cammino che fa di Gesรน e gli apostoli dei compagni di strada li vede accomunati dalla stessa chiamata. Lโ€™annuncio della passione fatta da Gesรน sfigura lโ€™immagine che gli apostoli avevano iniziato a farsi di lui e demolisce anche i loro sogni di gloria. Essi, insieme a Gesรน, devono rinunciare allo specchio e ascoltare la Parola che apre davanti a loro una realtร  piรน grande della loro immaginazione. La scelta da fare รจ se andare dietro alle favole, frutto della propria immaginazione, oppure seguire la voce narrante di Dio che attraverso Gesรน guida ad una meta che supera di gran lunga le aspettative umane.

Lโ€™insegnamento dato nellโ€™esperienza della trasfigurazione, nella quale risuona la parola della Croce, mira a far scoprire piuttosto che a far comprendere. Gli apostoli non sono chiamati semplicemente ad assistere come spettatori privilegiati ma anche ad essere introdotti come figli nella gloria di Dio. Dio non rivela un segreto arcano che รจ appannaggio di pochi eletti. Nei tre apostoli si intravede lโ€™immagine della Chiesa, piccolo gregge, testimone della rivelazione di Dio che in Gesรน Cristo non si presenta solamente come lโ€™ โ€œIo sonoโ€ detto a Mosรฉ, ma come lโ€™ โ€œIo sono per te Padre e tu sei per me Figlioโ€. Gesรน, pur essendo della condizione di Dio, si รจ spogliato del suo essere come Dio per condividere con lโ€™uomo sofferente la sua condizione di servo fino a morire crocifisso. Per questo Dio lo ha ยซsovraesaltatoยป (risuscitato) per farlo diventare il Signore del cielo e della terra (Fil 2). In questo cammino di abbassamento e innalzamento Gesรน รจ stato discepolo del Padre e ministro della sua volontร . Egli รจ la guida non verso vie di fuga (tentazioni del demonio) ma per introdurre lโ€™uomo nellโ€™intimitร  familiare di Dio. Come la Parola del Padre, ascoltata e messa in pratica da Gesรน lo ha trasformato da servo a Figlio, cosรฌ la Parola, ascoltata e messa in pratica dagli apostoli, trasforma la loro vita non piรน sfigurata dal peccato ma trasfigurata dalla grazia. Da schiavi della paura si diventa servi della gioia. Da inventori di storie a ministri della Parola.

Gesรน accompagna la Chiesa tra le sue tribolazioni, cadute, incomprensioni, ottusitร , confusioni, alla Presenza di Dio per introdurre nellโ€™intimitร  familiare con Lui. La conversazione spirituale รจ lo stile che deve caratterizzare il cristiano e che assimila alla scuola di Gesรน. La preghiera, quale conversazione con Dio, diventa anche scuola che educa a relazioni di amore poggiate sulla narrazione. La formazione spirituale si configurerร  quale esperienza di ascolto di Dio che non giudica ma narra sรฉ stesso, mostra il suo cuore di Padre e condivide la sua volontร  di fare casa con noi. La Parola fa udire la sua voce nella storia dellโ€™umanitร  che rivela, come la nube luminosa, la presenza di Dio nelle sue piaghe. La parola della Croce ci tocca e ci invita a rialzarci, a risollevare il capo e a guardare in faccia la realtร  per affrontarla con speranza, guidati da Gesรน. Il silenzio ordinato da Gesรน non รจ reticenza, ma la condizione per cui dare il primato allโ€™ascolto della narrazione di Dio e dei fratelli. Pietro, che voleva fare subito tre tende, interpretando la sua missione in termini operativi, viene educato innanzitutto allโ€™ascolto, umile e docile. Nelle narrazioni degli uomini, che si riuniscono perchรฉ convocati dallo Spirito, riecheggia la voce di Gesรน che indica tra le vie tortuose del mondo la strada che conduce alla salvezza.

Li condusse sul monte in disparte

Mi predispongo ad incontrare il Signore che mi parla con il silenzio che crea lo spazio nel cuore alla sua accoglienza?

Fu trasfiguratoโ€ฆ fece vedereโ€ฆ la Voce disse

Il volto e le abitudini (vesti) rivelano i pensieri del cuore. Il volto cupo e abbattuto, come quello di Caino (cf. Gen 4, 5b-7), mostrano la sua rabbia e lโ€™invidia. Le vesti del lutto indicano la tristezza. La postura del corpo ricurvo รจ indice della paura. Come la Parola di Dio cambia la vita?

Conversavano

Nella preghiera e nel dialogo con gli altri mi lascio educare dalla narrazione e mi educo ad usare un linguaggio narrante oppure mi lascio coinvolgere nel giudizio e il mio modo di comunicare diventa moraleggiante?

Se vuoi faccio

Nella relazione con Dio e con i fratelli mi metto in atteggiamento di pellegrino per uscire da me stesso per andare incontro allโ€™altro? Antepongo o sovrappongo la mia parola e la mia volontร  a quella degli altri?

Ordinรฒ di fare silenzio sulla visione finoโ€ฆ

Quanto tempo dedico alla meditazione della Parola che parla della mia vita e alla mia vita? La contemplazione cambia il mio punto di osservazione per guardare alla mia vita e a quella dei miei fratelli per riconoscere lโ€™opera di Dio in me e in essi?

Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร  biblica a Matera

Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna