Enzo Bianchi – Commento al Vangelo del 2 Luglio 2023

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E’ una questione di amore

Il brano evangelico di questa domenica contiene lโ€™ultima parte del discorso missionario rivolto da Gesรน ai suoi discepoli, ai dodici inviati ad annunciare il regno dei cieli ormai vicino (cf. Mt 10,7) e a far arretrare il potere del demonio (cf. Mt 10,1). Diverse parole di Gesรน sono state raccolte qui da Matteo, parole dette probabilmente in circostanze diverse ma che nel loro insieme determinano il contenuto e lo stile della missione, e preannunciano anche le fatiche e le persecuzioni che i discepoli dovranno subire, perchรฉ accadrร  loro ciรฒ che Gesรน stesso, loro maestro e rabbi, ha sperimentato (cf. Mt 10,24-25).

Ma cosa mai potrร  dare al discepolo la forza di resistere di fronte a ostilitร , calunnie, contraddizioni che minacciano anche le relazioni piรน comuni e quotidiane, quelle familiari? Lโ€™amore, solo lโ€™amore per il Signore! Ecco perchรฉ Gesรน ha fato risuonare delle parole forti, che ci scuotono: โ€œChi ama padre o madre piรน di me, non รจ degno di me; chi ama figlio o figlia piรน di me, non รจ degno di meโ€. Questa sentenza di Gesรน puรฒ sembrare innanzitutto una pretesa inaudita e irricevibile, ma รจ una sua parola autentica che va compresa in profonditร . Gesรน non insinua che non si debbano amare i propri genitori o i propri figli โ€“ come dโ€™altronde richiede il quinto comandamento della legge santa di Dio (cf. Es 20,12; Dt 5,16) โ€“ e neppure esige un amore totalitario per la sua persona, ma richiama lโ€™amore che deve essere dato al Signore, amore che richiede di realizzare la sua volontร . Gesรน si rallegra quando ciascuno di noi vive le sue storie dโ€™amore e quindi sa custodire e rinnovare lโ€™amore per lโ€™altro โ€“ coniuge, genitore o figlio โ€“, ma chiede semplicemente che a lui, alla sua volontร , non sia preferito niente e nessuno da parte del discepolo. 

Seguire Gesรน, infatti, puรฒ destare lโ€™opposizione proprio da parte di quelli che il discepolo ama, puรฒ far emergere una divisione, una differenza di giudizio e di atteggiamenti rispetto a Gesรน stesso. In queste situazioni il discepolo, la discepola, dovrร  avere la forza e il coraggio di fare una scelta e di dare il primato a Gesรน, alla sua presenza viva e operante. Sรฌ, va detto con chiarezza: se i genitori, o chiunque altro sia legato a noi da un vincolo di parentela e di amore umano, diventano un impedimento alla sequela del Signore, allora occorre che lโ€™amore di Cristo abbia una preminenza anche sugli amori generati dal vincolo familiare. Con un linguaggio maggiormente segnato dalla cultura semitica, abituata a utilizzare immagini piรน concrete e a farlo attraverso una lingua ricca di antitesi e di forti contrasti, nel passo parallelo di Luca queste espressioni risuonano con ancora maggior durezza: โ€œSe uno viene a me e non odia (cioรจ, non ama meno di me) suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non puรฒ essere mio discepoloโ€ (Lc 14,26). Se una persona diventa ostacolo alla nostra sequela, se contraddice il nostro amore per Cristo, allora va odiato, cioรจ non va ritenuto qualcuno che possa determinare la nostra vita.

Questa rinuncia dovuta a unโ€™azione di discernimento ha un solo nome โ€“ continua Gesรน โ€“: prendere, abbracciare la propria croce, cioรจ lo strumento dellโ€™esecuzione del proprio uomo vecchio, della propria condizione di creatura soggetta al peccato e sotto lโ€™influsso del demonio. Significativamente un discepolo dellโ€™Apostolo Paolo attualizzerร  queste parole di Gesรน con unโ€™espressione altrettanto esigente e forte: โ€œFate morire le vostre membra che appartengono alla mondanitร โ€ (Col 3,5). Si tratta di rinnegare se stessi, di smettere di conoscere soltanto se stessi, per conoscere Gesรน Cristo e solo in lui anche noi stessi. Comunicare al mistero della morte di Cristo, perdendo la vita, spendendo la vita nel fare la volontร  di Dio, cioรจ nellโ€™amore dei fratelli e delle sorelle in umanitร , รจ imprescindibile per lโ€™autentico discepolo di Gesรน. 

Come dimenticare al riguardo, il prezzo della sequela del Signore Gesรน pagato dai cristiani martiri, a causa della persecuzione di Satana, โ€œil principe di questo mondoโ€ (Gv 12,31; 16,11)? Nella passione di una donna e madre cristiana dellโ€™inizio del III secolo, per esempio, si legge:

Il procuratore Ilariano, avendo il potere della spada, mi disse: โ€œAbbi pietร  dei capelli bianchi di tuo padre e della tenera etร  d tuo figlio. Sacrifica agli dรจi per la salute degli imperatori. Ma io risposi: โ€œNon faccio sacrifici agli dรจiโ€. Ilariano mi chiese: โ€œSei cristiana?โ€. Risposi: โ€œSรฌ, sono cristianaโ€.

(Passione di Perpetua e Felicita 6,3-4)

Ecco lโ€™amore per il Signore, preferito a un amore pur legittimo, santo e buono per i legami familiari.

Certamente queste parole di Gesรน che chiedono di dare il primato al suo amore su ogni nostro amore non giustificano mai le nostre mancanze dโ€™amore, il nostro evadere la caritร  verso i familiari, come Gesรน stesso ha detto in polemica con alcuni farisei: โ€œMosรจ disse: โ€˜Onora tuo padre e tua madreโ€™ (Es 20,12; Dt 5,16), e: โ€˜Chi maledice il padre o la madre sia messo a morteโ€™ (Es 21,17; Lv 20,9). Voi invece dite: โ€˜Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciรฒ con cui dovrei aiutarti รจ korbร n, cioรจ offerta a Dioโ€™, non gli consentite di fare piรน nulla per il padre o la madre. Cosรฌ annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molteโ€ (Mc 7,10-13). Lโ€™amore per il Signore, dunque, conferma i nostri amori, se questi sono trasparenti, allโ€™insegna della vera caritร  e vissuti con giustizia; non รจ mai totalitario โ€“ lo ripeto โ€“, ma chiede di essere collocato al primo posto. Come dice la Regola di Benedetto (4,21), โ€œnulla preferire allโ€™amore di Cristoโ€ รจ ciรฒ che caratterizza la sequela cristiana, la quale non si esaurisce nellโ€™accoglienza della dottrina del maestro nรฉ nelle osservanze del suo insegnamento: รจ amore, amore per lui, il Cristo, il Signore, fino a smettere di riconoscere solo se stessi o quelli che amiamo naturalmente e con i quali viviamo le nostre relazioni.

Dobbiamo essere sinceri: questa istanza decisiva nel cristianesimo รจ dura, soprattutto oggi, in un tempo e in una cultura che rivendicano la realizzazione della persona, che ci chiedono lโ€™affermazione di sรฉ, anche senza o contro gli altri. Ma le parole di Gesรน, che non hanno nessun carattere masochistico o negativo, in veritร  ci rivelano che, dimenticando di affermare noi stessi e accettando di perdere e spendere la vita per gli altri, accresciamo la nostra gioia e diamo senso e ragioni al nostro vivere quotidiano.

Ai discepoli in missione, infine, Gesรน preannuncia anche che potranno contare sullโ€™accoglienza da parte di uomini e donne che vedranno in loro dei profeti, dei giusti, dei piccoli. Costoro avranno una ricompensa grazie al loro discernimento e alla loro capacitร  di accoglienza: nel giorno del giudizio, certamente, ma anche giร  qui e ora, cominciando a sperimentare il centuplo sulla terra (cf. Mc 10,30).

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Questo รจ il radicalismo cristiano! La sequela vissuta nellโ€™amore per Cristo rende il discepolo degno di stare tra i testimoni del Regno che viene. Il saper non guardare a se stessi ma tenere fisso lo sguardo su Gesรน (cf. Eb 12,2) per vivere i suoi sentimenti (cf. Fil 2,5) e agire come lui (cf. 1Gv 2,6), รจ la sequela cristiana. Profeti e giusti vanno dunque accolti e venerati, ma significativamente Gesรน pone accanto a loro anche i piccoli, quelli sui quali altrove dice che si giocherร  il giudizio finale (cf. Mt 25,40.45). I piccoli e i poveri, che Gesรน ha sempre accolto e confermato nella loro prossimitร  al regno dei cieli, devono dunque essere accolti in modo preferenziale dalla comunitร  cristiana: anche e soprattutto cosรฌ si mostra di amare in modo privilegiato il Signore Gesรน! Ma oggi la comunitร  cristiana รจ capace di accogliere i poveri e di rendersi soggetto di magistero ecclesiale? รˆ capace di rendere vicini i lontani?

Per gentile concessione dal blog di Enzo Bianchi