don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 9 Marzo 2023

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La cosa che colpisce nel racconto di Lazzaro e del ricco epulone del Vangelo di oggi, รจ esattamente il paradosso dellโ€™illusione di chi pensa che il verbo avere siamo migliore del verbo essere. Il ricco epulone coincide talmente tanto con i suoi averi fino al punto da perdere persino la sua identitร , ecco perchรฉ non si riporta neanche il suo nome.

Il povero invece che di averi non ne ha, ha invece qualcosa di piรน importante, un nome, unโ€™identitร , un verbo essere. Egli appunto รจ Lazzaro. Dio รจ Colui che ci promette di difendere fino allโ€™estremo il nostro verbo essere. Egli non ci promette averi, ma ci promette di farci diventare noi stessi fino in fondo, al di lร  della vita che ci รจ capitata in sorte di vivere.

La vita eterna รจ vedere la realizzazione del nostro vero essere. Lโ€™inferno รจ il prolungamento di questa mancanza, il tormento di aver smarrito lโ€™unica cosa che conta. Ma tutto dipende dalle nostre decisioni attuali. E per poter decidere di fare la cosa giusta non servono segni straordinari, ma basta far funzionare la mente e il cuore. Per questo Abramo rifiuta al ricco epulone la richiesta di mandare Lazzaro a convincere i suoi fratelli ancora vivi a convertirsi:

โ€œMa Abramo rispose: Hanno Mosรจ e i Profeti; ascoltino loro. E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrร  da loro, si ravvederanno. Abramo rispose: Se non ascoltano Mosรจ e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasiโ€.

In questo modo Gesรน vuole dire che la sua vita, la sua morte e la sua resurrezione non sono un imposizione ma una provocazione alla nostra libertร . Davanti alla testimonianza di Cristo possiamo decidere di capire o ostinarci a vivere in maniera contraria. Tutto dipende da noi, non da chi dovrebbe convincerci.

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La famosa parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro non ha bisogno di essere raccontata perchรฉ tutti noi la conosciamo a memoria poichรฉ fa parte di quelle storie che ormai popolano lโ€™immaginario collettivo al di lร  se si รจ o meno credenti. Ciรฒ che colpisce del Vangelo di oggi non รจ il karma della storia dove alla fine chi soffriva gode e chi godeva soffre, ma bensรฌ lโ€™anonimato del ricco. Il povero ha un nome ed รจ Lazzaro, il ricco non ha nessun nome perchรฉ forse in questo modo ciascuno di noi puรฒ identificarsi con lui. Ma potrebbe esserci anche unโ€™altra chiave di lettura: il ricco non ha un nome perchรฉ il suo modo di vivere lo ha cancellato. […] Continua a leggere qui.


Commento al brano del Vangelo di: Lc 16,19-31
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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