โMatto รจ chi spera che la nostra ragione Possa trascorrer lโinfinita via Che tiene una sustanza in tre persone.
State contenti umana gente al quia Che se potuto aveste veder tutto Mestier non era parturir Mariaโย (Dante Alighieri, Purgatorio, III).
Queste splendide parole del Sommo Poeta sono unโottima introduzione per la riflessione di questo Santo Natale. Lโ incarnazione del Figlio di Dio รจ, infatti, un grande mistero, non afferrabile dalla ragione umana, esattamente al pari di quello della Santissima Trinitร . Come non sarebbe possibile con la sola ragione umana comprendere il senso di unโunica sostanza divina uguale e distinta in tre persone, cosรฌ allo stesso modo non si potrebbe comprendere il senso dellโunione fra la natura divina e la natura umana nel grembo di Maria, senza la speciale rivelazione di Dio, che accanto al piano della semplice ragione, esige lโadesione umile e ferma della fede.
Dio si รจ fatto uomo per rivelare se stesso allโuomo e realizzare una nuova Alleanza con lui, colmando lโabisso tra il cielo e la terra, tra lโinfinito e il finito, tra il tutto e il frammento. Nel mistero del Natale, unendosi allโumanitร nel Verbo fatto carne, Dio manifesta il suo interesse per lโumanitร e per ciascuno di noi. Egli decide di abitare le trame della nostra storia umana scegliendo una volta per sempre la strada della piccolezza e della fragilitร . Leggendo la pagina evangelica del racconto della nascita di Gesรน, secondo la redazione di Luca, ci colpisce sempre di nuovo come la storia dellโImpero e della Palestina del I secolo divenga lโambito della realizzazione del piano di Dio.
Questo accade anche nella nostra vita. Dio non รจ lontano dalla nostra esistenza e dal nostro tempo, ma usa questi come luoghi in cui operare e salvare. Lโagire di Dio si intreccia con la grande storia dellโumanitร , ma avviene con la semplicitร di un bambino che nasce. Colui che รจ generato prima del tempo Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero, viene alla luce nel tempo da una madre vergine, una fanciulla debole e sconosciuta. Colui che i cieli non possono contenere, lโAbsolutus, colui che non ha i vincoli dello spazio e del tempo, viene avvolto in fasce, prigioniero della fragilitร e della piccolezza. Lโincontenibile si lascia contenere in una mangiatoia.
Colui che dallโeternitร abitava i padiglioni inaccessibili del cielo, non trova posto neppure in un alloggio umano, ma si fa compagno delle bestie. Leggendo il brano, si percepisce come i paradossi continuino. Non sono i potenti, i ricchi e quelli che stanno sul pezzo, ad essere i primi destinatari dellโannuncio del Natale, ma i pastori, accampati in quella valle per badare alle greggi: essi sono gli ultimi, i disprezzati e reietti, coloro che stanno piรน con le bestie che con gli uomini. Eppure Dio li sceglie e vuole loro come primi testimoni della sua Venuta. Di fronte a questo Mistero ineffabile, siamo anche noi disposti ad accogliere questo modo di fare di Dio? Siamo capaci di lasciarci sorprendere dal suo modo di fare paradossale e irrituale?
Dio ci supera sempre! La nascita di Cristo รจ per noi oggi, in questo mondo segnato da violenze e contraddizioni, un segno di salvezza e speranza, che ci aiuta a rinnovare il nostro desiderio di luce e di compimento. Il regista della storia รจ sempre Lui, che ha scelto la nostra umanitร come luogo per rivelarsi e salvarci.
Buon Natale a tutti!



