Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 6 Dicembre 2022

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โ€œChe cosa vi pare?โ€, chiede Gesรน a quelli che lo seguono, i suoi discepoli, โ€œSe un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerร  le novantanove sui monti e andrร  a cercare quella che si รจ smarrita?โ€.

La sua risposta la diamo per scontata, ma non lo รจ affatto. Per quale motivo uno dovrebbe rischiare la vita di novantanove bestie, e insieme a queste la propria sicurezza?

Probabilmente solo provando a pensare al rapporto di un genitore con i figli potremmo abbracciare questa logica. Un genitore non fa calcoli, il suo amore lo porta a cercare sempre il figlio smarrito, a rischiare, addirittura a sragionare.

Avere i figli non significa possederli. Il genitore li genera per la vita, non solamente a livello biologico, ma soprattutto spirituale. James Martin (SJ) scriveva che la spiritualitร  รจ un ponte che porta da un punto all’altro. Dare la vita in quel senso significa accompagnare lungo il cammino, essere vicino anche quando puรฒ sembrare una follia.

Nel testo originale del Vangelo la parola greca โ€œgรฉnฤ“taiโ€ (che viene da โ€œgรญgnomaiโ€, ยซnascereยป) esprime perfettamente questo senso. Quell’uomo โ€œhaโ€ cento pecore, nel senso che le ha โ€œgenerateโ€, โ€œha fatto sรฌ che esse esistesseroโ€, le assicura la vita e le guida.

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Siamo stati generati da quello che ci guida e se ci guida, ci protegge. Non ci indica la strada, ma ci accompagna e cammina con noi. Non si limita ad aspettare il nostro ritorno, ma viene a cercarci. Non ci giudica, ma si rallegra alla nostra vista.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโ€™Evangelizzazione e la Catechesi

Il commento di oggi รจ proposto dal Centro Diocesano per le Vocazioni di Pisa