Fratello Luca Rubin – Commento al Vangelo di domenica 20 Novembre 2022

552

A cura di Fratello Luca Rubin

Sono monaco dellaย Fraternitร  monastica della Speranza, nella diocesi di Arezzo.
Sono anche maestro elementare, professione che cerco di vivere in pienezza, non come lavoro ma come vocazione e missione.ย […]


Hai presente quando parli con qualcuno e pur dicendo cose profonde e vissuti importanti non ti senti ascoltato? Il tuo interlocutore fa altro, oppure ti pone domande inadeguateโ€ฆ O peggio ancora, gioca col telefonino, chatta con altri. รˆ sicuramente unโ€™esperienza frustrante e spiacevole. Altre volte sei tu a essere distratto o stanco, e ciรฒ che ti viene comunicato รจ un ammasso di parole e di suoni che non riesci o non vuoi decifrare. In entrambi i casiย non cโ€™รจ un incontroย nรฉ tanto meno uno scambio e un dialogo. Se fossimo a teatro potrebbe trattarsi di un monologo, ma no, non siamo a teatro.

Grazie a Dio ci sono anche i dialoghi,

gli incontri belli, gli scambi che rigenerano, e le persone dalle quali ti senti capito e accolto. In questo caso da entrambe le parti si vive lโ€™ascolto, la comprensione, si viene accolti nel vissuto dellโ€™altro, e insieme si fa un tratto di cammino: quasi sempre non si giunge a nessuna soluzione immediata, ma il fardello delle emozioni e delle situazioni viene quantomeno dimezzato, condiviso.

Gesรน sta vivendo la sua morte, inchiodato a una croce.

Deriso, insultato, preso in giro, riceve sputi e bastonate, gli offrono lโ€™aceto piรน aspro della non accoglienza, per inasprire ancora di piรน il suo dolore. In questa situazione estrema qualcuno parla. I soldati e i capi lo insultano, lo deridono, propongono a lui la soluzione piรน facile e indolore: scappa, liberati, scendi dalla croce. Non giunge alcuna risposta da parte di Gesรน, perchรฉ solo il silenzio di Dio puรฒ colmare il vuoto di queste parole vuote, solo il silenzio del Signore puรฒ portare un poโ€™ di ordine e di senso, facendo decadere la polvere della confusione e del disprezzo.

- Pubblicitร  -

Un compagno di croce,

un malfattore lo definisce il vangelo, si unisce al coro delle voci vuote, e Dio continua il suo silenzio, come medicina che porta a guarigione. A volte si pensa che solo chi vive una situazione simile alla propria possa capirci, ma spesso non รจ cosรฌ: la croce รจ la stessa, i dolori molto simili, eppure chi parla dallโ€™alto del patibolo in realtร  non si รจ elevato: come i capi e i soldati accusa Gesรน, lo insulta, lo deride. Solo il suo corpo รจ in alto, il suo spirito รจ rimasto nel pollaio di quelle voci inutili e vuote.

Ora perรฒ un altro compagno di condanna si ribella: ha sentito i capi, i soldati, ora sente anche la voce del suo โ€œcollegaโ€ in croce e non ce la fa piรน a tacere. Solo ora nasce un dialogo, nei toni di un rimprovero, ma anche di insegnamento: โ€œegli non ha fatto nulla di maleโ€œ. Questa รจ la piรน alta lezione di teologia, che riconosce a Dio tutto il bene. Il rimprovero diventa lezione e testimonianza. Il silenzio di Dio si sposa con le parole di una sua creatura, come i righi del pentagramma si uniscono alle note. Quando vivo il silenzio, quando lo abito profondamente, quando il silenzio riassume ogni mio desiderio, io sposo il silenzio di Dio. Quando parlerรฒ sarรฒ profeta, maestro e testimone, perchรฉ ciรฒ che dico รจ nato nella pienezza del silenzio, non come un bisogno compulsivo di dire parole vuote.

Gesรน, ricordati di me

Dopo aver vissuto il silenzio di Dio e il proprio, dopo aver rimproverato, insegnato e testimoniato, ora si rivolge a Gesรน. Non gli chiede un miracolo, ma un ricordo: โ€œGesรน, ricordati di meโ€œ. Il ricordo รจ la normale conseguenza di un affetto vissuto, รจ rivivere unโ€™emozione, รจ portare con sรฉ, nel pensiero, nel cuore, nella vita. Il ricordo richiesto a Gesรน รจ il piรน grande prodigio, che non risolve nulla, che non libera dalla croce. รˆ un miracolo inutile, un apparente spreco poetico che lascia tutto come ha trovato. Anche tu sei affamato di ricordi, anche tu desideri essere ricordato da qualcuno, non per le tue grandi opere, ma per amore. Essere ricordati รจ vivere nel cuore altrui come nel proprio, รจ sentirsi a casa, nel tepore dellโ€™amore. Grazie a questa richiesta il malfattore diviene consolazione di Dio, un secondo cireneo che pur non alleviando il dolore fisico, ma donando al Signore crocifisso ciรฒ che Lui stesso riceverร : il pensiero del cielo.

Oggi con me sarai nel paradiso.

Dio non tace piรน. Davanti a chi chiede un ricordo, il cuore del Signore ha un sussulto, e pur nello strazio del soffocamento trova la forza per assicurare che la sua domanda si incontra con lo stesso desiderio di Dio: stringere al cuore, circondare di attenzioni, vivere in sintonia, non distanti, non apatici e disinteressati, ma vicini, in una relazione che dice tutto della vita e della morte e che la morte supera e travolge, perchรฉ la Vita vince sempre. Con me: prima del Paradiso cโ€™รจ quel โ€œcon meโ€ a dare senso, a specificare che in Paradiso ci entri solo se ami, se sai essere dono dโ€™amore a Dio e a chiunque abbia bisogno del tuo istante di bene.

E poi quella scritta: ยซCostui รจ il re dei Giudeiยป.

Bisogna essere re per ascoltare e tacere, per andare oltre allโ€™insulto, per volare alto, sopra il polverone delle parole vuote. Bisogna essere re per lasciarsi consolare e abbassarsi per cogliere un desiderio, bisogna essere re per ricordare, per amare, per morire. Gesรน ti passa la corona e ti chiede di regnare con Lui. Cristo Re รจ lโ€™amore che va oltre e oltre ti porta.ย Oggi con me sarai nel paradiso.

Fonte