Con la solennitร di Cristo Re dellโUniverso si conclude lโanno liturgico, il cammino che abbiamo cominciato nella I domenica di Avvento (28 novembre 2021). Lungo lโanno, di domenica in domenica, siamo stati educati a coltivareย una misura alta e bella della vita. Un anno che si รจ rivelato una sorta di โalbum fotograficoโ durante il quale il Signore Gesรน, attraverso la sua stessa vita e le sue parole, ci ha educati, ci ha aiutati a focalizzare ciรฒ che รจ giusto,ย bello e veramente importante nella vita. Come accennavamo nelle domeniche precedenti, lโAnno Liturgico si รจย rivelato come la nostra vita in miniatura, in scala. Un anno che ci ha condotto a rivivere, attraverso le celebrazioni dei diversi tempi e delle varie feste della nostra fede, il mistero della vita del Signore Gesรน.ย Abbiamo visto, nel Natale, che Gesรน รจ il Dio con noi.ย
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Poi abbiamo celebrato la Pasqua, che ci ha rivelato un Dio per noi.ย
Con la Pentecoste abbiamo celebrato il Dio in noi.ย
Abbiamo celebrato il tempo ordinario e i santi, e tutto questo ci ha rivelato che Gesรน cammina con noi. LโAnnoย Liturgico svela il senso e il significato della vita. Ce lo ravviva, affinchรฉ non ci perdiamo lungo il cammino, anche seย talvolta la logica di Dio non corrisponde proprio alla nostra logica umana. Infatti il vangelo odierno ci presentaย Gesรน, nostro Re, in Croce!ย ย
34-43 : ยซIl popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: “Ha salvato altri! Salvi se stesso, se รจ lui il Cristo di Dio, l’eletto”. 36Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto 37e dice vano: “Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso”. 38Sopra di lui c’era anche una scritta: “Costui รจ il re dei Giudei”. Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!”. 40L’altro invece loย rimproverava dicendo: “Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? 41Noi, giustamente,ย perchรฉ riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male”. 42Eย disse: “Gesรน, ricรฒrdati di me quando entrerai nel tuo regno”. 43Gli rispose: “In veritร io ti dico: oggi con me saraiย nel paradiso”.ย
Nel vangelo di Luca, che ci ha fatto compagnia durante lโintero anno liturgico, Gesรน viene dichiarato Re scrivendoloย su una tavoletta posta sulla sua Croce, croce che si rivela cosรฌ il suo trono! E Gli viene rivolta una domanda in tono di scherno: โHa salvato altri, salvi se stessoโ. Una richiesta provocatoria ripetuta tre volte: dai sacerdoti, dai soldati,ย da uno dei ladroni.ย ย
In queste poche parole i sacerdoti, perรฒ, si tradiscono: loro sanno che Gesรน ha salvato qualcuno, lo hanno visto!ย Ma, formati alla scuola della Torah, aspettavano un Messia che doveva essere forte, vincente e nonโฆcome Gesรน, che per giunta muore in croce! Loro avrebbero creduto in Gesรน solo se fosse sceso dalla Croce, solo se avesse posto un gesto plateale, da vincente: โSe tu sei Reโฆโ. Queste parole ricordano le tre tentazioni di Gesรน nel deserto eGesรนย sa di essere atteso a Gerusalemme dal diavolo, che lo avrebbe messo di nuovo alla prova: โDopo aver esaurito ogniย tentazione, il diavolo si allontanรฒ da lui fino al momento fissatoโ (Lc 4,13).
Questo รจ il momento, e Gesรน deve scegliere se essere un uomo come ogni altro uomo, debole, fragile, apparentemente vinto, oppure preferire la via delย potere, del sensazionale, del miracolistico (come le tentazioni nel deserto: trasforma le pietre in pani, gettati giรนโฆ).ย Deve dimostrare se fidarsi della propria forza o se affidarsi al Padre. E Gesรน ancora una volta rinuncia a vivere perย se stesso, a chiedere a Dio di intervenire in modo straordinario, perchรฉ stordirebbe ancora gli uomini.
Egli accettaย di perdere la propria vita, sceglie di portare a termine quanto il Padre gli ha affidato. Fino alla fine. Fino a morireย per la nostra salvezza. Lo fa per vivere lโamore fino allโestremo. Sรฌ, Gesรน rinuncia a salvare se stesso, ed รจ solo grazieย a questo suo comportamento che egli ha lโautorevolezza per affermare: ยซChi vuole salvare la propria vita, la perderร ;ย ma chi perderร la propria vita per me, la salverร ยป (Lc 9,24). Ecco perchรฉ Gesรน tace di fronte a sacerdoti e soldati.ย Tace.ย
Accanto a queste due categorie โ sacerdoti e soldati, potere religioso e militare-politico โ ci sono due ladroni. Ilย primo si unisce alla provocazione, chiedendo a Gesรน di salvarsi e salvarli! In fondo si tratta di un uomo disperatoย che esprime la sua paura, il suo dolore, il suo dramma. Che grida la cosa piรน ovvia e naturale: โSe sei Dio, perchรฉ laย sofferenza?โ; โSe sei Dio, facci scendere da questa croce!โ. Parole che in fondo si riflettono in tante nostre domande, in tante nostre preghiere di fronte al male e alla sofferenza, di fronte alle tentazioni e alle fragilitร . E ancheย qui Gesรน tace. Come tace con noi, quando viviamo questi momenti.ย ย
Infine, cโรจ il ladrone definito โbuonoโ, anche se forse non era proprio cosรฌ buono visto che รจ finito in croce. Eppureย lui reagisce: โNon hai alcun timore di Dioโฆโ. Questo ladrone vede che in Gesรน cโรจ un innocente in croce: โNoi siamoย condannati perchรฉ abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di maleโ. E conclude dicendo:ย โGesรน, ricordati di me quando entrerai nel tuo regnoโ. Il buon ladrone dice due cose: la prima, che Gesรน sta andandoย verso un Regno nel quale desidera arrivare anche lui; ma nel dire questo il ladrone fa capire che la โCroceโ รจ passeggera, non รจ lโultima parola. E chiama Gesรน per nome. Intuisce che di questโuomo innocente, che arriva a perdonare chi lo sta crocifiggendo, puรฒ fidarsi. E si affida. Capisce che in quel Crocifisso sfigurato cโรจ un Re. Sa di potersiย fidare. E si affida.
Chiede attenzione, accoglienza, spazio. Non avanza pretese, ma lo fa con umiltร , riconoscendoย il suo male, come il pubblicano al tempio (cfr Lc 18, domenica 23 novembre). E, come lui, torna a casa giustificato. Infatti per la prima volta Gesรน risponde: โOggi sarai con me in paradisoโ. Oggi, con Me. Il ladrone ha chiesto attenzione e accoglienza, ha chiesto di โstare con Luiโ. E il paradiso ha inizio proprio con โlo stare con Gesรนโ, nello stareย in relazione con Lui! Qui inizia il Paradiso, in questa relazione dโamore con Dio. Quella relazione che Gesรน in questeย ultime domeniche ha focalizzato nellโaiutarci a puntare sulle cose essenziali, fede-preghiera.
Perchรฉ il Signore nonย cambia le cose, ma cambia lo sguardo. Non cambia le situazioni โ neanche le croci โ ma dona lo sguardo nuovo perย vivere in modo nuovo anche le tribolazioni, le croci. Gesรน non ci salva dalle croci, dalle sofferenze ma ci salva nellaย Croce e nella sofferenza. Vi entra Lui stesso, perchรฉ nessuno si senta solo e abbandonato quando incontra questeย esperienze della vita. Affronteremo sofferenze, dolori, luttiโฆcroci. Ma non saremo mai soli, perchรฉ Gesรน vi รจ en trato per noi e con noi, pur di farci compagnia, pur di sostenerci, pur di illuminare ogni attimo. Questo รจ il potereย di Gesรน. Ed รจ regnando in questo modo, che ci salva. Anche dalla morte.ย ย
Nelle parole del buon ladrone troviamo cosรฌ il segreto per vivere giร โoggiโ il nostro pezzetto di Paradiso: โStai conย me, Signore, mio Re. Ricordati di me, non dimenticarti di me Signore, e aiutami a permetterti di regnare nei miei pensieri, nei miei sentimenti, nelle mie azioni quotidiane. Sii tu il mio Re, oggi. ร sarร giร oggi Paradiso. Perchรฉ รจ paradisoย quando aiuto il povero e il debole; รจ paradiso quando soccorro chi รจ nella necessitร ; รจ paradiso quando mi impegno perย la pace, la giustizia, la veritร . ร paradiso ogni volta che faccio quanto Gesรน mi insegna.ย ย
Due flash conclusivi. Il Calvario, ogni calvario, รจ luogo di timore e di dolore, di smarrimento e di disperazione. Ed รจย e sempre sarร luogo di commiserazione e provocazione: ci sarร sempre chi provocherร a scendere, a rinunciare, aย mollare (lo si vede bene nel chiedere lโeutanasia!). Ma oggi il Signore Gesรน ci dice che Lui cโรจ. Sempre. Che nulla รจย fuori dalla sua attenzione. Lui รจ Re.ย ย
In questo buon ladrone cโรจ lโimmagine della Chiesa, di ciascuno di noi che, nella storia, siamo chiamati a testimoniare la regalitร di Cristo, a dire che Gesรน ha lโultima parola. A dire che cโรจ un modo altro di vivere la vita, anche seย agli occhi degli uomini pare follia: โPadre nostroโฆvenga il tuo regnoโ, diciamo nel Padre nostro. Noi lo attendiamoย il Regno, ma dobbiamo spogliarci delle false immagini di Dio che ci siamo costruiti. Perchรฉ il regno di Dio, per chiย ha occhi puri, รจ giร in mezzo a noi. Basta accorgersene. Una cosa รจ certa: โoggiโ siamo in paradiso. Questa รจ laย promessa che Gesรน ha fatto a quel ladrone. ร la promessa che ripete a ciascuno di noi: โOggi sarai con Me in paradisoโ.
Dipende da ciascuno di noi accoglierla, accettando di perdere la nostra vita per Gesรน Cristo, il Messia cheย regna dalla croce, accettando cioรจ di amare lui al di sopra di ogni nostro amore e di spendere la nostra vita per iย fratelli nella giustizia e nellโamore. Nel perdono. Spetta ad ognuno di noi la decisione di tacere, di deridere o diย profetizzare. Ma se vogliamo essere riconosciuti e accolti dal Signore alla porta del Cielo, dobbiamo oggi riconoscerLo e accoglierLo in quanti Lui stesso ha voluto identificarsi.ย ย
Come dicevamo allโinizio, lโAnno Liturgico ci ha svelato il mistero di Gesรน.ย ย
Abbiamo visto, nel Natale, che Gesรน รจ il Dio con noi.ย
Poi abbiamo celebrato la Pasqua, che ci ha rivelato un Dio per noi.ย
Infine con la Pentecoste abbiamo celebrato il Dio in noi.
Oggi lโanno liturgico si conclude con questa solennitร , con questo Vangelo. Cosa celebriamo? Cosa possiamo celebrare piรน del Natale, della Pasqua, della Pentecoste? Oggi celebriamo il fatto che noi siamo con Lui, nel Suo Regno.ย
Leggi qui la preghiera per domenica prossima.
Il commento al Vangelo di domenica 20 novembre 2022 curato da don Andrea Vena. Canale YouTube.



