Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 15 Novembre 2022

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La bassa statuta di Zaccheo puรฒ essere pensata non solo in senso fisico, ma come connotazione morale. I soldi che ha fatto come pubblicano e capo dei pubblicani probabilmente non lo mettono in cima alla classifica di gradimento dei suoi concittadini; per questo, pur desiderando di vedere Gesรน, non si mescola alla folla e sale sul sicomoro.

รˆ una posizione che permette di vedere senza essere visto, di farsi un’idea delle cose restandone a distanza, perchรฉ rimane comunque il dislivello fra l’altezza degli occhi di Zaccheo e l’altezza degli occhi di Gesรน. Ma Gesรน ha la capacitร  di riconoscere le persone dentro le folle, e quando arriva vicino al sicomoro alza lo sguardo e pronuncia un nome.

Tutti si accorgono dell’omino sull’albero, chissร  che commenti taglienti da parte della genteโ€ฆ Zaccheo non ci fa caso, รจ iniziata una vita nuova: Gesรน si รจ invitato nella sua casa, cioรจ รจ entrato nell’intimitร  della sua vita. Tutto cambia, parte una conversione profonda, che si manifesta nella restituzione di quanto รจ stato rubato, con una misura ampiamente superiore agli standard di legge.

Gesรน chiama Zaccheo figlio di Abramo. La grandezza di Abramo รจ l’incondizionata fede in Dio. Gesรน ci vuol far capire che ciรฒ che dona salvezza รจ avere fede, le opere di conversione non sono altro che la conseguenza della vita nuova in Cristo.

รˆ bello pensare al sicomoro, ignaro strumento di incontro fra Zaccheo e il Signore. Non ha fatto niente di particolare, non era presente al pranzo e ha assistito solo in parte alla scena della conversione. Semplicemente era lรฌ, al suo posto, e lรฌ รจ rimasto, con le radici ben piantate in terra e i rami larghi e robusti per sorreggere l’uomo in ricerca. Non dovrebbe essere questa la postura di ogni cristiano?

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FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโ€™Evangelizzazione e la Catechesi

I commenti di questo mese sono curati da Luisa Prodi