Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 1 Ottobre 2022

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Dovโ€™รจ la vera gioia

Cโ€™รจ una logica che ci puรฒ apparire strana nelle parole di Gesรน; si ha come lโ€™impressione che parli e viva su un registro diverso da quello solito, di molti, quasi parallelo, che talvolta si intreccia, ma altre volte rimane come estraneo. Si ha come il senso di una sua diversitร  e di una sua solitudine incolmabile, come di un altro piano su cui vive rispetto a quello di molti, anche se forse non di tutti.

Cosรฌย Gesรน esorta i discepoli a rallegrarsi di qualcosa che puรฒ apparire insolito, strano, anche alla mentalitร  religiosa dei suoi: li esorta, cioรจ, a non rallegrarsi del fatto che i demoni si sottomettono a loro, nรฉ del fatto che la loro missione ha successo, che il male retrocede davanti a loro, che possono compiere cammini di liberazione in mezzo agli uomini.

E questa esortazione non per unโ€™ascesi ricercata, ma perchรฉ la gioia, la vera gioia del discepolo di Gesรน, quella che nessuno gli puรฒ togliere (cf. Gv 16,22) รจ quella di chi per mezzo di lui ha potuto conoscere che cโ€™รจ un Padre nei cieli che lo ama da sempre e che per questo lo ha chiamato alla vita, e che per mezzo di Gesรน gli ha anche preparato un regno (cf. Lc 10,24 e Lc 12,32), una dimora nei cieli con lui, presso di lui, per sempre (cf. Gv 14,2-3 e Gv 17,24).

Strana gioia, questa del discepolo, che lo rende sรฌ abitatore di questa terra, ma anche, in qualche modo, giร  cittadino dei cieliย (cf. Ef 2,19), e perciรฒ straniero e pellegrino in questo mondo (cf. 1Pt 1,1), in cammino verso la sua vera patria e proteso verso di essa (cf. Fil 3,20 e Gv 17,14).

Questa, ci dice lโ€™evangelo di oggi, รจ stata anche la gioia di Gesรน: quella che nasce dal saper discernere nella vita, nella storia, i segni dellโ€™azione amante e fedele di questo Padre che ama lui e gli uomini, dal saper discernere questa sua azione spiazzante rispetto alle logiche mondane, che vorrebbero portenti, forza, miracoli e sapienza secondo il mondo, mentre inveceย Dio sembra compiacersi di rivelarsi e di stare fra gli umani come una sorta di esule, di straniero, di pellegrino marginale (cf. Lc 24,13-35), che si manifesta di preferenza a coloro che nel mondo sono anchโ€™essi marginali, scartati, disprezzati, irrilevanti (cf. 1Cor 1,21-31).

Cโ€™รจ come una storia parallela che Dio sembra scrivere rispetto a quella che appare, a quella da tutti conosciuta, a quella che ha rilievo e successo, a quella di cui tutti parlano. Una storia che si inserisce nella grande storia (cf. Lc 2,1 e Lc 3,1-2), ma che ai piรน rimane nascosta, che รจ a tratti silenziosa e a volte discreta, ma che in certi momenti puรฒ emergere e apparire anche come violenta (Lc 19,45-48) e quasi folle (cf. Mc 3,21; Gv 10,20).

Del resto, proprio lโ€™evangelista Luca non ha forse rivelato che la gloria e i regni di questo mondo sono stati posti nelle mani di Satana e che egli li dร , li distribuisce, li concede a chi lui vuole, vale a dire a tutti coloro che accettano di prostrarsi a lui (cf. Lc 4,5-7)? Gesรน ha resistito a questa tentazione (cf. Lc 4,8), anche a prezzo della propria vita, poichรฉย la gioia e il tesoro del suo cuore erano altroveย (cf. Lc 10,21). E la gioia e il tesoro del nostro cuore (cf. Lc 12,34 e Lc 18,22) dove sono?

sorella Cecilia

Per gentile concessione del Monastero di Bose

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