โFiglio, compi le tue opere con mitezza, e sarai amato piรน di un uomo generoso.
Quanto piรน sei grande, tanto piรน fatti umile, e troverai grazia davanti al Signoreโ.
Il libro di Ben Sira, sapiente che scrisse il suo libro agli inizi II secolo a.C., fu tradotto dal nipote nel 132 circa: ricordando gli insegnamenti del nonno indica la via per vivere in fedeltร al Signore. In un tempo di prova per la fede e persecuzione lo scritto รจ indicazione di sapienza per non smarrire la consapevolezza della presenza del Signore nella vita, nel creato (cfr Sir 42,15-43,33) e nella storia (44,1-50,29).
Lโattitudine fondamentale del sapiente sta nel percepire come tutto proviene da un dono di Dio: da qui lโinvito a coltivare un senso di umiltร e percorrere i sentieri della mitezza. Sono le attitudini di chi rimane aperto al dono di Dio nella gratitudine, consapevole che ogni grandezza umana non puรฒ essere considerata possesso e ogni vanto non ha senso. Cosรฌ il rapporto con gli altri va vissuto con la mitezza che รจ lo stile di Dio.
Anche Gesรน offre insegnamenti a partire dal suo osservare il quotidiano. Vedeva come gli invitati sceglievano i primi posti ad un banchetto: โQuando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo postoโฆโ.
Gesรน guarda chi sta agli ultimi posti e a chi rimane senza posto. E critica la corsa a prendere i primi posti ma anche ogni pretesa di essere piรน importante degli altri.
Gesรน propone un capovolgimento della logica di affermazione della grandezza umana e della competizione. Propone un cambiamento radicale e chiede di vivere i rapporti secondo un altro orizzonte, nella fiducia che โquando viene colui che ti ha invitato ti dica: โAmico, vieni piรน avanti!โ. Eโ la fiducia di intendere la propria vita al cospetto di Dio che pronuncia la parola โamicoโ accogliendo tutti.
Gesรน non offre solamente un invito di contrasto allโaffermazione e allโarrivismo, fondati sulla pretesa di una propria grandezza. Il messaggio profondo della parabola riguarda lโannuncio del volto di Dio. Eโ โcolui che ti ha invitatoโ ย ed รจ lโunico che puรฒ dire โamicoโ. Eโ il messaggio della grazia e della amicizia del Dio che chiama โamiciโ i suoi commensali. Da qui sgorga la responsabilitร di vivere nella propria vita la testimonianza di questa scoperta: โQuando offri un pranzo o una cenaโฆ invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perchรฉ non hanno da ricambiartiโ. Gesรน propone ai suoi di accogliere e condividere con chi sta agli ultimi posti e sperimentare la gratuitร di un amore di Dio che chiede di essere tradotto in concreti gesti di condivisione gratuita. Invita cosรฌ a chiamare โamiciโ tutti coloro da cui non si puรฒ avere contraccambio: lo stile di Dio รจ mitezza gratuitร .
Fonte: il sito di don Alessandro Cortesi

Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.



